• RICCHIUTI: L’ESTRO E LA FANTASIA DEL RIMINI •

8/3/2007

(MAURIZIO LONGHI) - Nel Napoli pare che si sia invertita la tendenza: se prima la difesa era implacabile e non lasciava spazi, ora la retroguardia azzurra non è più impeccabile come prima, ma a questo inconveniente sta rimediando l’attacco segnando gol a raffica facendo divertire i tifosi. Questo è produttivo per i partenopei che sia a Trieste che con lo Spezia hanno vinto in entrambe le gare con molta sofferenza ma meritatamente siglando, tra l’altro, tre reti subendone una. Con queste recenti vittorie il Napoli meriterebbe la vetta della classifica, ma non bisogna dimenticare che c’è una Juve che, a volte aiutata anche da un pizzico di fortuna e seppur non sia imbattibile come si pensava ad inizio anno, sta viaggiando a grandi ritmi in testa al campionato con due punti di vantaggio sugli azzurri. Al momento, l’obiettivo della squadra di Reja è quello di non abbandonare il secondo posto e per fare ciò si dovrà affrontare l’insidiosa trasferta di Rimini con la mentalità vincente, perché ottenere tre punti al “Neri” significherebbe vincere contro una diretta concorrente alla promozione dando seguito alle ultime belle e vincenti prestazioni. Sarà una battaglia contro l’ostica compagine allenata ottimamente da mister Acori, è un’impresa sbancare il catino romagnolo, ma il Napoli crede a quest’impresa. Tra le fila del Rimini spicca un giocatore che è stato per tanto tempo l’oggetto del desiderio della società partenopea, d’altronde attira l’attenzione di parecchio squadre, lui è Adrian Ricchiuti. Infatti, il 29enne trequartista, in passato è stato varie volte accostato al Napoli, poi le presunti voci su un suo probabile arrivo in azzurro si sono sempre spente sul nascere. A lui farebbe piacere giocare da protagonista al “San Paolo”, uno stadio in cui ha giocato per tanti anni il suo idolo, Diego Armando Maradona. Dice di ispirarsi proprio al “Pibe de Oro” del resto non poteva essere altrimenti se si considera che è nato nella sua stessa città in Argentina (Lanus) gioca nel suo stesso ruolo e ha il suo numero di maglia: 10. Ha un estro strabiliante con una fantasia da brividi, inoltre ha un’altra similitudine con Maradona riguardante la corporatura gracile ma bella robusta. Lo chiamano “il chico”, è un trequartista completo, potrebbe primeggiare anche in serie A, è un vero talento sudamericano ed è fondamentale per gli schemi di mister Acori, quando non è presente in campo la squadra va spesso in difficoltà. Ormai conosce a menadito l’ambiente riminese, dopo delle esperienze che lo hanno portato ad indossare varie maglie, si è consacrato a Rimini con cui è stato tra i protagonisti di una grande scalata dalla C2 alla B. In questi anni in Romagna si è tolto grandi soddisfazioni mettendosi in evidenza in ogni occasione. Per arrivare a questi traguardi, ha lavorato parecchio, fino a diventare un pezzo pregiato del calciomercato, sono in molti ad interessarsi delle sue prestazioni, ma pare difficile che la società romagnola ceda il suo gioiello. Nell’ultima apparizione del Napoli a Rimini, che risale a due anni fa in C1, gli azzurri vennero a conoscenza della straordinaria forza del folletto argentino che siglò ben due gol in quella partita. In quella stagione i romagnoli dominarono il campionato conquistando la cadetteria, nonostante ci fossero squadre più quotate come Napoli e Avellino, e Ricchiuti venne annoverato tra i giocatori migliori con le sue 13 realizzazioni. Comunque ritornando al presente, c’è da dire che il “gaucho” del Rimini in serie B sa come fare la differenza, è in grado di mettere in difficoltà chiunque, poi sotto porta è uno che non perdona. Per verificare l’ipotesi bisognerebbe guardare la prima giornata di questo campionato in cui è riuscito a battere Buffon con un tiro fulminante. In questa stagione è a quota 5 gol, sa sia andare a segno con delle giocate stupende, sia fornire assist per gli attaccanti. In vista della gara di sabato, per il Napoli, sarebbe un grosso errore lasciargli anche un piccolo spazio libero, è un giocatore che appena ha l’opportunità sa essere fatale. Gli azzurri andranno a giocarsela al “Neri”, ma occorre prudenza e concretezza per poter uscire dalla Romagna con il sorriso sulle labbra.
 

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