31/5/2007
L'obiettivo stagionale non era proprio
questo, però, considerando come si erano
messe le cose, si può anche essere
soddisfatti per avere ottenuto con largo
anticipo una salvezza che inizialmente
sembrava veramente a rischio. La squadra era
partita per fare un campionato di vertice,
ma i molteplici intoppi, giunti sin dalle
prime battute della stagione, hanno
rappresentato uno scoglio insormontabile che
non si è riusciti a scavalcare, così la
posizione deficitaria di classifica del
Lecce ha fatto in modo che si perdesse
l'ottimismo. Prima che iniziasse il
campionato, si era deciso di puntare
ciecamente su un allenatore tanto acclamato
dai tifosi, ovvero Zdenek Zeman, ma questa
volta il boemo non è riuscito a lasciare il
segno ed è stato costretto a deporre le armi
per lasciare spazio a Giuseppe Papadopulo.
Con il tecnico toscano è cambiata totalmente
la musica, i risultati hanno cominciato a
girare per il verso opposto e di conseguenza
la classifica è migliorata notevolmente.
Soprattutto il girone di ritorno è stato
disputato da grande squadra, certo non sono
mancati i problemi, ma se non si fosse perso
troppo tempo all'inizio, la situazione
avrebbe potuto essere ancora più positiva ed
intrigante, magari si poteva anche sperare
in un clamoroso aggancio alla zona tanto
desiderata. Ma, come era giusto che fosse,
la priorità è stata quella di allontanarsi
dalle sabbie mobili della bassa classifica,
e l'operazione è riuscita alla perfezione.
Poi i salentini non hanno avuto la forza di
mantenere una certa costanza di rendimento,
alla lunga gli sforzi si sono fatti sentire,
perché altrimenti il sogno poteva diventare
realtà, ma l'importante è stato recuperare
il terreno perduto. Adesso il Lecce è una
delle squadre più ostiche del campionato,
battere i giallorossi è davvero complicato,
hanno finalmente trovato la giusta
fisionomia di gioco per mettere in
difficoltà qualunque squadra. Soprattutto al
"Via del Mare" l'apporto del pubblico
pugliese ha portato la squadra a dei grandi
risultati, poi sono arrivati dei colpi a
sorpresa in trasferta che hanno issato i
salentini nella zona medio-alta della
classifica. La società vuole puntare in
alto, già da ora si cercherà di gettare
solide basi per costruire un futuro pieno di
soddisfazioni, dalla prossima stagione
l'obiettivo sarà il raggiungimento della
serie A. L'esperienza provata quest'anno
dovrà servire da insegnamento, bisognerà
trarre gli aspetti positivi da questa
annata, servirà maggiore cautela nel
campionato cadetto, perché fare una buona
partenza è di vitale importanza per
proseguire al meglio una stagione. Per la
trasferta di Napoli, ci saranno delle
assenze importanti, ma andiamo ad analizzare
la rosa del Lecce.
DIFESA - Per quanto riguarda il numero uno
dei giallorossi, nell'ultimo periodo si sta
mettendo in mostra il giovane Antonio Rosati
che adesso sembra proprio che sia diventato
il portiere titolare della squadra. Il
24enne estremo difensore di Tivoli è
riuscito a strappare il posto a Pavarini che
per la cadetteria è davvero un lusso. La
retroguardia leccese viene schierata con tre
uomini come predilige mister Papadopulo. A
guidare l'intero reparto c'è Diamoutene, ma
il colosso maliano non potrà scendere al
"San Paolo" in quanto sarà impegnato con la
sua nazionale e a questo punto, vista anche
l'assenza dell'esperto Cottafava, si prevede
l'utilizzo di Schiavi come battitore
centrale, lui che solitamente si posiziona
come marcatore di sinistra. Sul centro
destra sembra che non sia in discussione la
posizione di Polenghi, un difensore dal
vizietto del gol che all'andata segnò anche
contro al Napoli. A ricoprire, invece,
l'altro posto disponibile ci sono vari
ballottaggi. Infatti, ora mister Papadopulo
può contare anche su un elemento molto
prezioso come il brasiliano Angelo che è
rientrato da un lungo infortunio ed è
nuovamente a disposizione. Per un posto da
titolare c'è la candidatura di Arrieta che
qualche anno fa si è messo in mostra
soprattutto per aver partecipato al reality
"Campioni" in cui si è contraddistinto per
le sue ottime qualità. Poi a comporre il
reparto difensivo ci sono due giovani come i
vari Camisa e Fabio Franceschini i quali
sperano di avere sempre più chance, mentre
il brasiliano Tesser non sarà presente
domenica in vista della partita col Napoli.
CENTROCAMPO - Robustezza, qualità, sostanza
e dinamismo, tutte caratteristiche che
compongono la zona mediana del Lecce
disposta sovente con ben cinque pedine a
formare una vera e propria diga efficace e
completa. Partendo dalle zone laterali, c'è
da dire che a sinistra bisogna prestare
molta attenzione alle incursioni del
guizzante Alberto Giuliatto che ha iniziato
la stagione indossando la maglia del Treviso
per poi passare nel Salento a gennaio. A
destra, invece, si alternano Vascak e Munari,
anche se quest'ultimo potrebbe
tranquillamente giocare da centrale. Nella
zona nevralgica del campo brilla il talento
di Andrea Zanchetta che con le sue geometrie
cerca di dare ordine alla squadra e dettare
i tempi come solo lui sa fare, ma a
supportare il lavoro dell'ex centrocampista
del Chievo, c'è il napoletano Vives, che sta
disputando una buona stagione dopo aver
fatto una lunga gavetta nelle serie minori,
e il giovane africano Diarra che si è fatto
apprezzare con le maglia di Lucchese e
Perugia. Ci si aspettava qualcosa di più da
un giocatore che sembrava dover calcare
palcoscenici prestigiosi, lui è Gionata
Mingozzi che non è riuscito ad imporsi
particolarmente, mentre in panchina ci sono
Juliano ed Herzan che sono pronti a dare un
contributo alla causa.
ATTACCO - E' piena emergenza nella zona
offensiva giallorossa, Papadopulo dovrà fare
di necessità virtù visto che mancheranno per
squalifica Tiribocchi e Osvaldo, i due
bomber che formano la coppia d'attacco del
Lecce. Non c'è dubbio che siano due assenze
importantissime, alla luce di queste rinunce
forzate che hanno messo un po' in confusione
i piani dell'allenatore, è probabile che il
cileno Valdes venga proposto come seconda
punta alle spalle di un centravanti. Sembra
che per ricoprire il ruolo di punta unica si
stia pensando all'utilizzo del giovane
Giuseppe Caccavallo, sangue napoletano ma da
già molti anni a Lecce. Comunque a
disposizione c'è un attaccate che per la
serie B può riservare sempre pericoli,
stiamo parlando di Alessandro Tulli che è da
tenere costantemente in considerazione,
anche se le sue condizioni fisiche non sono
proprio ottimali.
Domenica ci sarà una cornice di pubblico
eccezionale in un "San Paolo" che si
preannuncia tutto colorato di azzurro in una
partita che potrebbe dare la promozione al
Napoli. Ci sarà un clima particolare nello
stadio di Fuorigrotta, la possibilità di
raggiungere la massima serie ormai si
aspetta da molto tempo, il Lecce, seppur
privo di motivazioni, proverà sempre a fare
bella figura contro una big del campionato,
poi a Napoli nessuno vuole sfigurare, per
cui si prevede una gara scoppiettante
sperando che alla fine gli azzurri possano
dare inizio ai grandi festeggiamenti.
• LA QUALITA’ DEL LECCE HA UN
SOLO NOME: ZANCHETTA •
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31/5/2007
(MAURIZIO LONGHI) -
Prima della trasferta di
Verona c’era
un’atmosfera non proprio
serena nello spogliatoio
del Napoli, nei volti
dei giocatori si leggeva
la grande volontà di
conquistare qualcosa di
importante, gli azzurri
hanno avuto il merito di
non mollare mai.
Infatti, la trasferta
veronese si è rivelata
un successo, è stata una
battaglia in tutti i
sensi, gli esagitati
tifosi di fede scaligera
non hanno digerito la
sconfitta contro gli
acerrimi nemici ed hanno
deciso di intralciare il
lavoro dei giornalisti
napoletani. Ma chiusa
parentesi, la squadra di
Reja è uscita dal catino
del “Bentegodi” da pura
trionfatrice, sembrava
una festa il dopo Verona
per il Napoli, ma come
ha già ribadito il diggì,
Pierpaolo Marino,
bisogna tenere i piedi
ben saldi per terra
perché non è stato
conquistato ancora
nulla. Però, bisogna pur
dire, che i tre punti
ottenuti nel Veneto
hanno permesso ai
partenopei di
affacciarsi alla
finestra della serie A,
adesso la situazione è
in pugno, si deve solo
gestire nel miglior modo
possibile, solo così si
potrà dare il via ai
festeggiamenti. La
promozione, ora, passa
per la sfida di domenica
con il Lecce in un “San
Paolo” che presenterà il
pubblico delle grandi
occasioni per un evento
che potrebbe diventare
indimenticabile. Questo
tanto sospirato salto di
categoria si sta
concretizzando, siamo
arrivati alla stretta
finale, l’importante è
mantenere sempre la
calma e battere un Lecce
che non vorrà spianare
la strada agli azzurri,
ma cercherà di
complicare la vita ad
una squadra in preda
all’entusiasmo. Questa è
l’occasione giusta per
far vedere a tutti la
forza di questo Napoli
che, vista l’importanza
della posta in palio,
dovrà fare un sol
boccone dei salentini.
Tra i giallorossi c’è un
giocatore nettamente di
categoria superiore che
sta facendo la
differenza, lui è Andrea
Zanchetta, capitano del
Lecce. È uno specialista
sui calci di punizione,
la sua è una dote innata
visto che calcia con una
precisione da manuale
degna di un vero
campione. Perché come
batte lui le punizioni
lo fanno in pochi,
grazie al suo piede
fatato escono fuori dei
gol eccezionali che il
più delle volte meritano
di essere visti e
rivisti. Le sue
geometrie sono a
servizio del Lecce, è
lui che ha il compito di
dirigere la squadra come
un direttore
d’orchestra, il suo
piede vellutato gli
permette di poter essere
davvero un gran
pericolo, grazie alla
sua tecnica è capace di
fare gol anche da
posizioni impossibili.
Bisogna dire che il suo
talento è sprecato per
la serie B, nel corso
della sua carriera non è
mai riuscito a spiccare
il volo definitivo,
però, ovunque sia andato
non è mai passato
inosservato. Infatti,
come si può non notare
un giocatore di questa
qualità? Forse Zanchetta
non dà grandi garanzie
in termini di
aggressività, ma è uno a
cui la grinta di certo
non manca, ha sempre
avuto grandi stimoli,
può cambiare le partite
anche nei momenti
inaspettati, una sua
giocata può risolvere
una gara, perciò uno con
queste caratteristiche
deve essere
necessariamente preso in
considerazione. La sua
classe ha attirato
addirittura l’attenzione
dell’Inter che è stata
la squadra che lo ha
fatto esordire in serie
A, poi il mediano di
Biella è andato alla
ricerca di una squadra
che gli potesse
concedere ampio spazio.
In qualsiasi occasione,
non ha quasi mai
sfigurato, anche se
probabilmente la
stagione che l’ha
formato in maniera
definitiva è stata
quella di Reggio
Calabria. Con la casacca
della Reggina, il 32enne
centrocampista
piemontese, ha disputato
un anno di serie A ad
alti livelli, ha pensato
subito a primeggiare
anche nel massimo
campionato e il suo
spirito di sacrificio è
stato ben ripagato.
Comunque prima di
approdare in Calabria,
gli sono servite
particolarmente le
esperienze trascorse in
una piccola realtà che
di lì a poco sarebbe
diventata la grande
rivelazione del calcio
italiano, ossia il
Chievo Verona. Prima di
indossare la maglia dei
clivensi, ha avuto modo
di mettersi in luce a
Foggia (per lui due
stagioni da
protagonista), ma è con
i gialloblu che è stato
davvero apprezzato. Ha
trascorso tantissimi
anni incantando il “Bentegodi”,
come è naturale che sia,
ha avuto degli alti e
bassi, ma in sostanza si
è sempre comportato alla
grande, sia in serie A
che in B. Uno come lui
esprime bene il suo
talento in qualsiasi
categoria, le sue
“sventole” dalla
distanza sono in grado
di fulminare ogni
portiere. La sua grande
tecnica è stata anche
oggetto di fantasia da
parte degli addetti ai
lavori, in quanto, per
lui sono saltati fuori
dei paragoni, talvolta
anche esagerati. I suoi
anni al Chievo Verona
sono stati indubbiamente
importanti, ma non di
minore rilievo sono
state le due parentesi a
Vicenza, anni che sono
stati positivi anche
sotto l’aspetto
realizzativo. Parlando
della stretta attualità,
questa stagione l’ha
iniziata con la maglia
del Chievo, poi a
gennaio ha deciso di
trasferirsi a Lecce, ed
ha contribuito
fortemente a risollevare
le sorti di una squadra
che sembrava allo
sbando. È il punto di
forza dei salentini, ed
è già diventato
indispensabile per gli
schemi di mister
Papadopulo, infatti se è
soprattutto dopo il
mercato di riparazione
che i giallorossi hanno
innestato il turbo, ci
sarà una ragione. Questa
ragione deriva dagli
acquisti mirati, è stato
preso un binomio
vincente come
Zanchetta-Tiribocchi,
perché se il primo
inventa, il secondo
finalizza, e i due
formano una coppia
veramente di lusso per
la cadetteria. Ma di
questo duo già ben
assortito, solo
Zanchetta sarà in campo
per la gara di domenica
al “San Paolo” perché il
“Tir” non giocherà in
quanto squalificato.
Quindi, è inutile dire
che al numero 75 del
Lecce bisognerà
riservare un occhio
particolare, lui è un
giocatore che anche nei
momenti meno opportuni è
in grado di fare delle
grandi cose, perciò il
Napoli non deve
lasciarsi distrarre
dalla voglia di chiudere
subito i conti, in modo
da prevenire eventuali
sorprese sgradevoli. La
serie A è ad un passo,
bisogna percorrere a
dovere quest’ultimo
chilometro per
dispiegare le ali verso
il Paradiso.
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