• L’AVVERSARIO: SCOPRIAMO IL RIMINI •

4/10/2006

(ALESSANDRO CARADOLFO / foto di Felice De Martino) - La formazione romagnola, egregiamente guidata dal tecnico Leo Acori, viene da molti indicata come la “mina vagante” del torneo cadetto, un pericoloso ostacolo che il Napoli dovrà dimostrare di poter superare per poter finalmente consolidare i suoi propositi di leadership. Il patron Bellavista ha fatto sforzi notevoli in sede di campagna acquisti, accaparrandosi calciatori seguiti da diversi club di massima serie e dallo stesso Napoli. E’ il caso di Pierre Regonesi, il cui nome è stato più volte accostato al Catania, di Jeda, calciatore di primissima fascia per la categoria, e dei “napoletani” Pagano e Vitiello, per i quali sembrava conclusa la trattativa che li avrebbe dovuti portare entrambi alla corte di Mister Reja. Se a questo aggiungiamo la sapiente conduzione tecnica da parte di Mister Acori che quest’anno ha deciso di adottare un più brioso 4-2-3-1, e la presenza di indiscussi interpreti come Ricchiuti e Barusso, allora diviene persino ovvia la forte candidatura della simpatica compagine romagnola.

DIFESA – In porta non ci sarà il titolare Samir Handanovic, convocato dal CT sloveno Brane Oblak in vista della doppia sfida di qualificazione ad Euro 2008 contro Lussemburgo e Bielorussia. Al suo posto, l’esperto Maurizio Pugliesi, una carriera spesa in C, tra Poggibonsi, Montevarchi e Pontedera, da tre anni a Rimini come riserva di Dei, prima, e di Handanovic, poi. La difesa a quattro presenta subito un ex, Dario Baccin, vecchio pupillo di Zeman e laterale destro con spiccate doti atletiche, preferito nelle ultime apparizioni al quotatissimo talento di Roberto Vitello. Sul versante opposto agirà l’ex Albinoleffe Pierre Regonesi, un mancino da temere in fase di spinta e sui calci piazzati, meno bravo, tuttavia, nella delicata fase di copertura. I due centrali saranno il trentenne Emiliano Milone, scuola Samp, e l’eclettico Maurizio Peccarisi. Tantissima esperienza, ma passo greve. Lì, se attaccata in velocità, la formazione romagnola denota qualche crepa di troppo.

CENTROCAMPO – Reparto centrale a due linee, con due mastini a protezione del pacchetto arretrato e pronti a far ripartire il gioco, ovvero, il promettentissimo ghanese Barusso (forza fisica straripante, ed ottimo tiro dalla distanza) e l’esperto Tasso. A ridosso dell’unica punta, agiranno, da destra, Pagano, un esterno offensivo pericolosissimo negli inserimenti senza palla, il concittadino del “Pibe de oro”, in arte Adrian Ricciuti, che in B ha mostrato quanto di buono fatto vedere in terza serie, e l’outsider Valiani, il cui inserimento sulla sinistra ha contribuito a rafforzare gli equilibri dell’undici biancorosso.

ATTACCO – Lo spostamento di una punta di movimento come Jeda, nella posizione di terminale offensivo che fu dell’ariete Moscardelli, è il frutto di una scelta ben precisa del tecnico romagnolo, volta a non offrire alcun punto di riferimento alle difese avversarie. La parola d’ordine lì davanti è “movimento”; occhio dunque ai tagli di Pagano, agli inserimenti centrali di Ricchiuti, alle giocate feline ed imprevedibili del brasiliano Jeda, ai calci piazzati di Regonesi e alle bombe da fuori di Barusso. Ce n’è abbastanza per poter dire che quella di Domenica è la classica sfida da prendere con “le molle”, anche per un Napoli che, visto all’opera a la Spezia, ha lasciato intravedere segnali di ripresa importanti.

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