(ALESSANDRO CARADOLFO / foto
di Felice De Martino) - La
formazione romagnola, egregiamente
guidata dal tecnico Leo Acori, viene
da molti indicata come la “mina
vagante” del torneo cadetto, un
pericoloso ostacolo che il Napoli
dovrà dimostrare di poter superare
per poter finalmente consolidare i
suoi propositi di leadership. Il
patron Bellavista ha fatto sforzi
notevoli in sede di campagna
acquisti, accaparrandosi calciatori
seguiti da diversi club di massima
serie e dallo stesso Napoli. E’ il
caso di Pierre Regonesi, il cui nome
è stato più volte accostato al
Catania, di Jeda, calciatore di
primissima fascia per la categoria,
e dei “napoletani” Pagano e Vitiello,
per i quali sembrava conclusa la
trattativa che li avrebbe dovuti
portare entrambi alla corte di
Mister Reja. Se a questo aggiungiamo
la sapiente conduzione tecnica da
parte di Mister Acori che quest’anno
ha deciso di adottare un più brioso
4-2-3-1, e la presenza di indiscussi
interpreti come Ricchiuti e Barusso,
allora diviene persino ovvia la
forte candidatura della simpatica
compagine romagnola.
DIFESA – In porta non ci sarà
il titolare Samir Handanovic,
convocato dal CT sloveno Brane Oblak
in vista della doppia sfida di
qualificazione ad Euro 2008 contro
Lussemburgo e Bielorussia. Al suo
posto, l’esperto Maurizio Pugliesi,
una carriera spesa in C, tra
Poggibonsi, Montevarchi e Pontedera,
da tre anni a Rimini come riserva di
Dei, prima, e di Handanovic, poi. La
difesa a quattro presenta subito un
ex, Dario Baccin, vecchio pupillo di
Zeman e laterale destro con spiccate
doti atletiche, preferito nelle
ultime apparizioni al quotatissimo
talento di Roberto Vitello. Sul
versante opposto agirà l’ex
Albinoleffe Pierre Regonesi, un
mancino da temere in fase di spinta
e sui calci piazzati, meno bravo,
tuttavia, nella delicata fase di
copertura. I due centrali saranno il
trentenne Emiliano Milone, scuola
Samp, e l’eclettico Maurizio
Peccarisi. Tantissima esperienza, ma
passo greve. Lì, se attaccata in
velocità, la formazione romagnola
denota qualche crepa di troppo.
CENTROCAMPO – Reparto
centrale a due linee, con due
mastini a protezione del pacchetto
arretrato e pronti a far ripartire
il gioco, ovvero, il
promettentissimo ghanese Barusso
(forza fisica straripante, ed ottimo
tiro dalla distanza) e l’esperto
Tasso. A ridosso dell’unica punta,
agiranno, da destra, Pagano, un
esterno offensivo pericolosissimo
negli inserimenti senza palla, il
concittadino del “Pibe de oro”, in
arte Adrian Ricciuti, che in B ha
mostrato quanto di buono fatto
vedere in terza serie, e l’outsider
Valiani, il cui inserimento sulla
sinistra ha contribuito a rafforzare
gli equilibri dell’undici
biancorosso.
ATTACCO – Lo spostamento di
una punta di movimento come Jeda,
nella posizione di terminale
offensivo che fu dell’ariete
Moscardelli, è il frutto di una
scelta ben precisa del tecnico
romagnolo, volta a non offrire alcun
punto di riferimento alle difese
avversarie. La parola d’ordine lì
davanti è “movimento”; occhio dunque
ai tagli di Pagano, agli inserimenti
centrali di Ricchiuti, alle giocate
feline ed imprevedibili del
brasiliano Jeda, ai calci piazzati
di Regonesi e alle bombe da fuori di
Barusso. Ce n’è abbastanza per poter
dire che quella di Domenica è la
classica sfida da prendere con “le
molle”, anche per un Napoli che,
visto all’opera a la Spezia, ha
lasciato intravedere segnali di
ripresa importanti.