1/4/2008
(VINCENZO LETIZIA / foto di Felice De
Martino) - Un uomo vero, oltre che un
calciatore preziosissimo che in tante
circostanze con la sua esperienza e la sua
elevazione ha tirato il Napoli fuori dai
guai. La notizia del suo addio alla città
partenopea a fine stagione seppur
dolorosissima per i tanti supporters
azzurri, quelli veri e non gli scalmanati
che gettano fumogeni dagli spalti facendo
rischiare una squalifica dello stadio,
diciamolo chiaramente era nell’area. Al
‘Pampa’ secondo i bene informati la società
azzurra avrebbe offerto un contratto
improponibile e soprattutto senza alcuna
garanzia per il futuro. Si diceva Sosa
dirigente dopo l’addio al calcio, ma niente
di scritto sarebbe stato proposto al Pampa.
Oltretutto, le scelte di Reja hanno fatto il
resto. Dopo il grave infortunio di Zalayeta,
Sosa si sarebbe aspettato più spazio, è
invece restato sempre ai margini nonostante
la sorprendente media realizzativi e il suo
apporto sempre decisivo alla causa azzurra.
Che qualcosa non andasse per il verso giusto
lo si era compreso anche qualche settimana
fa, quando Sosa nel bel mezzo di un
allenamento si allontanò scuro in volto dopo
un litigio con l’allenatore per far
frettoloso rientro a casa. Insomma, Sosa non
si sarebbe sentito importante per questo
Napoli e spinto anche da problemi di
famiglia ha deciso: a fine campionato
lascerà il Napoli per tornare nella Pampa.
Con l’addio dell’’gigante buono’, andrà via
anche un pezzo importante della storia del
Napoli. Fu il primo acquisto della Napoli
Soccer. Sosa è considerato l’uomo della
Rinascita, ma anche della provvidenza;
ovvero colui che ha preso per mano il Napoli
e, grazie ai suoi gol, lo ha guidato
dall’inferno della C fino al ritorno
nell’Olimpo del calcio: nel giro di 4
stagioni ha collezionato 108 presenze e 28
gol.
Tra i gol v’è n’è uno memorabile realizzato
con la maglia numero 10, poi ritirata per
sempre, del suo idolo Maradona nel giorno
del ritorno in serie B. Il destino ha voluto
che realizzasse, nel giorno del debutto in A
con il Napoli, le 100 presenze azzurre,
bagnate pure da un gol in quel di Udine, poi
festeggiato alla sua maniera: mostrando la
maglia con l’immagine di Maradona e con una
scritta impressa; la stessa che stanno
preparando i tifosi delle curve per
salutarlo al San Paolo: “Chi ama non
dimentica”. Sono in tanti che vorrebbero non
andasse via, ma ormai il centravanti
sudamericano difficilmente tornerà indietro:
“Era una decisione presa già da un pò.
Aspettavamo il raggiungimento della quota
salvezza per annunciarla pubblicamente.
Purtroppo non è stata una decisione facile,
ma credo che dopo dieci anni, di cui quattro
meravigliosi passati a Napoli, sia arrivato
il momento di tornare nel mio paese natale.
E' una scelta di vita che va accettata.
Personalmente non dimenticherò mai questa
mia parentesi con la maglia del Napoli.
Ringrazio la società del Napoli e Pierpaolo
Marino che voleva rinnovarmi il contratto.
Sono un giocatore operaio, ho sempre
lavorato dietro le quinte cercando di
compattare il gruppo, di dare una mano
nell'inserimento dei giovani. Sono contento
di aver partecipato alla rinascita, alla
risalita dalla serie C. Ho 33 anni e penso
che per tutto ci sia un limite. E' giusto
che Napoli pensi ad altri giocatori. Il mio
comunque non è un addio ma è un arrivederci.
Un futuro da osservatore del Napoli per i
calciatori sudamericani? Vedremo, perchè no.
Ho parlato con Marino di questa
possibilità". Intanto, per Sosa e per il
Napoli ci saranno da giocare altre sette
partite e chissà che l’affetto dei tifosi
azzurri e un minutaggio più adeguato che lo
faccia sentire ancora un calciatore
importante facciano cambiare idea ad un uomo
ed un calciatore che ha dato davvero tanto a
questa squadra.
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