(MICHELE CAIAFA)
– E’ un Aurelio De
Laurentiis in grande forma
quello che si presenta al
Med Max Cinema per
l’anteprima nazionale del
suo nuovo film, “Manuale
d’amore 2 - capitoli
successivi” del regista
toscano Giovanni Veronesi,
che ha nel cast attori del
calibro di Carlo Verdone,
contrattualizzato oramai
dalla FilmAuro del patron
partenopeo, Monica Bellucci,
Carlo Rubini, Antonio
Albanese, Fabio Volo, e
tanti altri personaggi. Nel
film c’è anche un cammeo
dello showman Fiorello. Il
presidente del sodalizio
napoletano è gasato per due
motivi: il primo è il
successo che ha avuto al
cinema il suo “Natale a New
York” con Christian De Sica
, che ha strapazzato ai
botteghini il film rivale
della Medusa “Olè”, e poi,
l’altro motivo, che forse è
quello che stuzzica di più
De Laurentiis, è il primo
posto in classifica della
sua squadra: “Non c’è dubbio
che sono contento e
galvanizzato per il primo
posto in classifica del
Napoli. In questa città c’è
un ambiente che ti contagia
completamente ed è certo che
come a Napoli si è
entusiasti per il primo
posto, lo sono di certo
anche io. Però c’è da dire
un’ulteriore cosa: il primo
posto è bello, ma la
classifica non va guardata
in questo momento, bensì da
marzo in poi, quando meglio
si delineeranno le posizioni
in graduatoria”.
Napoli dunque in vetta,
società e squadra che
possono quindi puntare alla
promozione diretta in serie
A, quel famoso secondo posto
alle spalle della Juve, che
gli garantirebbe di ottenere
il passaggio nella massima
serie… “Il nostro obiettivo
per questo torneo cadetto
restano i play-off, in
quanto noi abbiamo un
programma di due anni per
l’approdo in serie A. Certo
è che i play-off sono una
lotteria, dove tutto può
succedere. Quindi, dovessimo
centrare la A già da
quest’anno, abbiamo già
pronto un piano di
investimenti importante per
farci trovare pronti al
rientro del club azzurro
nella massima competizione a
livello nazionale”.
Serie A in prospettiva
dunque, ma ciò che tiene
attenti attualmente i
tantissimi tifosi napoletani
sparsi per il mondo, sono le
voci che riguardano
l’attuale rafforzamento
della rosa messa a
disposizione di mister Edy
Reja in questo mercato di
riparazione… “Abbiamo un
parco giocatori molto ampio
e valido. Ho dato via il
solo Montesanto, che
ringrazio per essere stato
il primo calciatore insieme
a Montervino a far parte del
Napoli Calcio, quando
costituii la società nel
settembre 2004. Lo abbiamo
dato perché era evidente che
lui in questa piazza era
rimasto solo a parcheggio e
questo non è giusto per un
professionista. Per quel che
concerne poi il
calciomercato, è il nostro
direttore generale Pierpaolo
Marino ad occuparsene. Io,
nelle mie società pretendo
il rispetto dei ruoli,
Marino si occupa del settore
tecnico del Napoli, per
questo non inciderò mai
sulle sue decisioni. So
solo, per avermelo riferito
lui, che stiamo cercando un
esterno sinistro, in Italia
o all’estero. L’unica cosa
che mi sono permesso di
dirgli è che il calciatore
che verrà acquistato, dovrà
essere di prospettiva. In
pratica non un
ultratrentenne pronto solo
per questo campionato o al
massimo per un’altra
stagione, ma un giocatore
già pronto ma anche di
grande prospettiva, che
possa far bene in azzurro
nelle prossime sei-sette
stagioni”.
Questo il De
Laurentiis-pensiero per
quanto concerne il mercato,
ma vediamo cosa pensa il
numero uno partenopeo sulla
vicenda di Inacio Pià…
“Inacio Pià è un calciatore
del Napoli e tale rimarrà
anche nei prossimi anni.
Quindi gli dico di sorridere
in quanto è e sarà un
elemento importante del
nostro progetto tecnico
attuale e per quello futuro.
Mi dite che il calciatore
adesso è disturbato dalle
chiacchiere di mercato? Beh,
quando il mese di gennaio
passerà ed il mercato
chiuderà i suoi battenti,
tutto questo parlare finirà.
Lo avete visto il caso Toni?
In estate voleva passare
all’Inter, ma quando poi è
rimasto alla Fiorentina, ha
ricominciato a segnare e ad
impegnarsi per la maglia
della sua squadra, proprio
come faceva lo scorso anno.
Poi sappia Pià che lui è
sotto contratto con noi e,
come capita nel mondo del
cinema, gli attori che non
rispettano i propri
contratti devono pagare
delle penali molto onerose.
Vorrà dire che se Pià
volesse essere ceduto,
giocherà e verrà stipendiato
per i prossimi anni da altre
società, solo per risarcire
la S.S.C.Napoli. Ma questo
non succederà, perché mi
fido dell’intelligenza del
giocatore”.
Da un attaccante ad un
altro. Questa volta si parla
di Emanuele Calaiò, stoppato
per un solo di turno di
squalifica dal giudice
sportivo dopo il rosso
diretto di sabato scorso.
Questa volta il presidente,
invece di usare il bastone,
fa mangiare la carota al
bomber palermitano: “Sul
rettangolo verde di gioco
sono cose che possono
capitare, perché gli sforzi
ed il conseguente calo di
zuccheri, fanno perdere alle
volte la giusta lucidità.
Calaiò, nell’episodio di
sabato, non è riuscito a
coordinare il cervello al
gesto atletico, commettendo
così il fallo. Ma io ho
grande stima e fiducia in
questo ragazzo e sono
convinto, siccome già adesso
va alla grande, che in
futuro sarà di certo un
campione di questo sport”.
La palla adesso passa alla
questione della costruzione
del nuovo stadio a Scampia,
contro cui si sono schierate
anche le due curve del San
Paolo in occasione del match
contro il Verona… “Mi sembra
ignobile che in questa città
si parli della costruzione
di uno stadio da 200 milioni
di euro, quanto poi Napoli
abbisogna di ben altre
priorità, come la
risoluzione dei problemi
della disoccupazione, delle
fogne, della viabilità, ma
anche un capoluogo in cui
bisogna costruire edifici
carenti quali scuole e
strutture ospedaliere.
Inoltre a Bagnoli, per
sviluppare lavoro e turismo,
io proposi di costruire un
nuovo porto, ma l’idea non
fu presa in considerazione.
Quindi, se fossi negli
amministratori della città,
ci rifletterei più volte
prima costruire un nuovo
stadio, solo per far
disputare a Napoli tre o
quattro partite per gli
Europei del 2012”.
Per un presidentissimo come
al solito a tutto campo, non
può mancare la chiusura
sulle prossime elezione del
presidente federale… “Io
propendo per l’elezione di
Abete, più che quella di
Matarrese. Innanzitutto per
una questione anagrafica, in
quanto Abete è più giovane
ed in Italia, nei posto che
contano, bisogna cominciare
a svecchiare. Poi, mi rendo
conto avendogli anche
parlato, che Abete è più
conscio dei problemi che
stanno attraversando il
mondo del calcio e secondo
me potrebbe avere delle idee
giuste per riuscire a
rammodernare questo sport.
Il calcio, evento mediatico
a livello planetario, va
rigenerato, e spero che
questo accada nei prossimi
dieci anni, sia a livello
nazionale ma anche in campo
internazionale, altrimenti
questo sport rimarrà
indietro e saremo sempre in
ritardo rispetto al mondo
globalizzato che avanza”.