4/6/2007
(ESCLUSIVA PianetAzzurro di FRANCESCO
TRINCHILLO)- E’ stato uno dei pochi
allenatori che in questi anni tristi della
storia del Calcio Napoli, è riuscito a far
bene ed a lasciare un buon ricordo di sé
all’ombra del Vesuvio. Stiamo parlando di
Gigi De Canio, lucano doc, che nella
stagione 2001/02 , partendo da una
situazione societaria e non solo, molto
deficitaria, ha sfiorato la promozione in
Serie A con gli azzurri. E’ un onore poter
proporre l’intervista ad un tecnico
preparato e soprattutto una persona per
bene, qualità che nel mondo del calcio, non
proprio tutti possiedono.
- Mister innanzitutto ci sembra davvero
strano che un tecnico preparato come lei,
sia attualmente senza squadra. E’ stata una
sua precisa scelta per questa stagione?
“No, non è stata una mia scelta precisa.
Quest’anno non ci sono state le giuste
premesse e condizioni per allenare e dunque
sono rimasto senza panchina. Per allenare
una squadra, devo sentirmi utile per un
determinato progetto.”
- Lei ha allenato sia il Napoli che il Genoa
e conosce dunque bene entrambe le piazze.
Augurandoci ovviamente che ambedue vengano
in un modo o nell’altro, promosse in Serie
A, quale compagine sia a livello tecnico che
a livello societario, a suo giudizio è più
pronta per il salto di categoria?
“ Napoli e Genoa sono due squadre che
meritano la Serie A, per ciò che hanno
dimostrato quest’anno, per blasore, ed anche
per il numeroso e caloroso pubblico che le
sostiene. A livello societario conosco
personalmente la dirigenza rossoblu, e credo
che forse sia leggermente più pronta per il
salto di categoria, rispetto al Napoli. Il
Genoa, sia per valori tecnici, che per le
risorse economiche ed organizzative di
Preziosi, è pronto per la massima serie.
Certo anche il Napoli può avvalersi della
personalità di De Laurentiis e della grande
esperienza di Marino, però forse avendo
questi due timonieri preso in mano la
società da meno tempo rispetto a Preziosi,
gli azzurri forse sono meno pronti del Genoa.
Ma ripeto, il mio giudizio è basato
soprattutto sul fatto che ho avuto modo di
conoscere personalmente la dirigenza genoana
cosa che invece non ho ancora avuto il
piacere di fare con quella partenopea.”
- Se dovesse fare un pronostico in vista
dello scontro promozione in programma
domenica prossima al “Marassi”, chi vedrebbe
favorita?
“E’ davvero difficile fare pronostici. Certo
il Napoli può avvalersi di due risultati su
tre per esser certo di approdare in A, ma
tutto può succedere in una gara secca tra
due compagini che si sono dimostrate di gran
lunga le migliori della categoria, dopo la
Juventus. Mi auguro che alla fine entrambe
riescano a conquistare la promozione.”
- A Napoli lei è ricordato con affetto dopo
una stagione fantastica nel 2001/02, in cui
si sfiorò la promozione in Serie A,
nonostante mille problemi. Che ricordo ha di
quell’annata?
“ Quella stagione è di certo tra i più bei
ricordi non solo della mia carriera da
allenatore, ma della mia vita. Arrivai a
Napoli in B, dopo la retrocessione, in un
contesto davvero difficile. Ricordo i
problemi ad esempio tra Corbelli ed il
Palazzo, oltre che ai dissensi tra lo stesso
Corbelli e Ferlaino. Fummo costretti a
giocare diverse partite lontano dal San
Paolo, a causa di un’alluvione, e
soprattutto la squadra tecnicamente era una
compagine monca e poco omogenea, che
presentava delle evidenti lacune
strutturali. In quel contesto pieno di
difficoltà, riuscimmo a sfiorare il
miracolo, nonostante all’inizio nessuno
credeva in quella squadra. Addirittura nella
prima gara casalinga contro l’Ancona, ci
furono soltanto duemila spettatori al “San
Paolo”, visto che i tifosi erano in
contestazione con la società. Ricordo due
partite in particolare, due pareggi ed
entrambi in casa, che non ci hanno in fin
dei conti, premesso di approdare in A: il
derby con la Salernitana in cui fummo
raggiunti al 94’, e la gara con la Reggina,
in cui dopo aver pareggiato il gol subito a
freddo, sprecammo alcune buone occasioni per
conquistare i tre punti, che sarebbero valsi
la massima serie. Nonostante il quinto posto
finale, che non ci ha consentito di vincere
il campionato, la stagione è stata
positiva.”
- Le piacerebbe tornare un giorno ad
allenare all’ombra del Vesuvio?
“E’ una domanda retorica la sua. A tutti gli
allenatori e calciatori farebbe piacere
venire a lavorare in una piazza come Napoli,
che può contare su un patrimonio di tifosi
numerosi e calorosi, che seguono sempre e
comunque la propria squadra con affetto e
passione. E’ bello vedere come tutta la
città ed addirittura tutta la Campania, si
stringa attorno alla squadra che
maggiormente la rappresenta.”
- Quali sono i suoi progetti per la prossima
stagione, calcisticamente parlando?
“Non sono il tipo che deve allenare per
forza. Se dovesse arrivare una offerta ed un
progetto che ritengo valido ed in cui posso
esser utile, ben venga, altrimenti
aspetteremo come già accaduto per questa
stagione.”
- Infine un saluto alla piazza partenopea ed
in particolare ai lettori di PianetAzzurro.
“Un caloroso in particolare ai lettori di
PianetAzzurro ed in generale ad una piazza
che ricordo con affetto e che mi ha
consentito di provare emozioni forti sia a
livello professionale che personale. Auguro
al Napoli di tornare quanto prima, magari
già da domenica prossima, nella serie che
più gli si addice”.
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