4/6/2005
(Michele
Caiafa) – 10 mesi ieri dal fallimento della
società sportiva calcio Napoli, ma nella stessa
giornata è arrivata anche un’altra notizia che
farà felice tutti i tifosi partenopei. Infatti
in occasione del ritiro del premio “Palizzi”,
riconoscimento dato ad imprenditori di origine
campana che si sono distinti nella realtà
napoletana, il presidente del Napoli Aurelio De
Laurentiis ha fatto questo annuncio: “Dalla
prossima stagione tornerà il vecchio marchio,
quello che ho acquistato lo scorso agosto dal
tribunale. La società tornerà a chiamarsi
Società Sportiva Calcio Napoli. Avevamo scelto
la denominazione di Napoli Soccer per un po’ di
ironia, volendo rappresentare
un’internazionalità che in realtà il Napoli già
possiede, un’internazionalità data dalla sua
storia. Ma c’è anche un altro motivo per il
quale ho scelto di non far chiamare la società
con il vecchio marchio, ed è il seguente: Non
volevo infangare il marchio storico, che quest’anno,
per un’ingiusta scelta, avrebbe disputato per la
prima volta in 78 anni di storia la serie C. Ho
voluto evitare questa onta al vecchio marchio,
ma nella malaugurata sorte che il Napoli non
dovesse abbandonare già quest’anno questa ostica
categoria, chiederò una deroga al gruppo “1926”
per ritornare comunque con la vecchia
denominazione SSC Napoli anche in serie C1”-
prosegue il patron azzurro – “Continuando sulla
scia di questo discorso devo anche dire che se
il Napoli dovesse approdare, come tutti
auspichiamo in serie B, non trovo giusto
festeggiare e fare caroselli di auto in città
per questo successo. Come non troverei però
neanche giusto giudicare, in caso di mancato
salto di categoria, la stagione del Napoli come
un fallimento. Difatti l’annata azzurra la
giudicherei già da adesso più che positiva, in
quanto abbiamo già posto molte basi importanti
(il meraviglioso centro tecnico di
Castelvolturno, sponsor importante e soprattutto
danaroso sulle magliette azzurre, l’acquisto di
giovani calciatori dal futuro più che roseo come
Pià, Calaiò…) per un grande Napoli futuro. Certo
con la promozione, ci sarebbe quella ciliegina
sulla torta importante per abbreviare i termini
della crescita azzurra, ma io non mi
preoccuperei più di tanto, in quanto con Reja in
panchina, nell’eventule quanto non auspicabile
prossimo campionato di serie C1, il Napoli
farebbe 80 punti, ed andrebbe in serie B in
carrozza, altro che play-off”. Già play-off,
anche di questi parla il patron azzurro che ha
ricevuto il premio “Palazzi” (è un leone
d’argento simile a quello d’oro che si dà alla
mostra del cinema di Venezia e che De Laurentiis
conosce molto bene) dalle mani dell’ex
procuratore di Napoli, Agostino Cordova “A
Napoli si sta vivendo questa esperienza
particolare come se la squadra stesse giocando i
Mondiali di calcio e non i play-off di serie C.
Questi benedetti play-off sono molto difficili
da disputare in quanto abbiamo affrontato
proprio le due formazioni più ostiche del nostro
girone: La Sanbenedettese, squadra tecnica e
veloce e soprattutto molto brava nell’essere
corsara nelle trasferte (7 vittorie esterne al
pari della capolista Rimini) e l’Avellino,
squadra molto fisica e che ha dimostrato di
possedere una grande energia per tutto l’arco
del campionato. Ma sono anche sicuro che i miei
ragazzi ce la metteranno tutta per vincere
queste sfide. Voglio vedere in campo 11, anzi 18
leoni, considerando anche la panchina”.
Alla fine della conferenza stampa post
premiazione, si parla di futuro ed Aurelio De
Laurentiis chiosa così: “Per quanto riguarda
l’anno venturo, di certo confermeremo sulla
panchina partenopea l’attuale tecnico Edy Reja.
Siamo molto soddisfatti di lui, da quando è
arrivato lui, la squadra, se si eccetta la
sconfitta immeritata di Avellino, ha ottenuto
una lunghissima serie positiva di risultati. Con
lui in panchina dall’inizio dell’anno e con i
calciatori poi arrivati nel mese di gennaio, il
Napoli sarebbe già stato promosso nella serie
cadetta”. Infine considerazioni sul direttore
generale Pierpaolo Marino “Bè, per quanto
riguarda Pierpaolo Marino c’è poco da
aggiungere. Pierpaolo è inamovibile, io e lui
siamo come due gemelli siamesi: se si stacca
l’uno, muore anche l’altro. Più chiaro di così…”
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