29/4/2007
(ESCLUSIVA
PianetAzzurro di FRANCESCO
PUGLIESE / foto di
Felice De Martino) - Nella
mente di ogni tifoso
partenopeo è indelebile il
ricordo della più gloriosa
stagione azzurra, quella
datata 86/87, quella del
primo scudetto. Una squadra
di campioni assemblata per
vincere e divertire, per
permettere alla gente di
Napoli di godere come mai
era successo prima. In ogni
ruolo, un campione capace di
entusiasmare. PianetAzzuro
ha deciso di avvicinare il
n° 1 di quell’
indimenticabile dream-team,
il funambolico Claudio
Garella. L’ex portiere
partenopeo ha concesso una
lunga intervista nel corso
della quale ha ricordato i
momenti più belli vissuti
con il “Pibe”, le
problematiche di un presente
senza favori e le speranze
di un futuro da dirigente
azzurro.
Se dico Napoli cosa viene in
mente a Claudio Garella?
“Torno indietro nel tempo,
ad uno dei momenti più
felici della mia carriera. A
Napoli devo tanto. Ho avuto
modo di giocare con il più
grande di tutti i tempi,
Diego Maradona, non so se mi
spiego?!La gente poi, è
indescrivibile. Non posso
fare a meno di emozionarmi
al solo pensiero”.
All’epoca si vociferò che il
suo arrivo all’ ombra del
Vesuvio fu deciso proprio
dall’ asso argentino. Quanto
c’è di vero in questo
racconto? “Sinceramente non
so cosa dirle. Ricordo che
fui avvicinato dal Napoli
nella persona di Italo
Allodi. So che Allodi prima
di effettuare movimenti
chiedeva specifiche a Diego.
Se fosse vero non potrei che
esserne onorato”.
Quando arrivò a Soccavo il
Napoli era senza ombra di
dubbio una squadra allestita
nel migliore dei modi, ma
mai aveva vinto trofei
importanti. Cosa vi permise
di scrivere la storia?
“ Sono convinto che parte
delle nostre convinzioni
ebbero luogo con la vittoria
del San Paolo sulla Juve ad
inizio novembre dell’85. Li
capimmo e capirono che le
gerarchie andavano riviste.
Avevamo fame e sapevamo come
sfamarci, in più con noi
giocava un signor n° 10….”
Il suo stile, a dir poco
atipico, le valse numerosi
soprannomi. Qual’ è stata la
più grande parata di “Garellik”?
“ Si, è vero, diciamo che mi
divertivo a parare in modo
poco consono. Ricordo una
parata in rovesciata quando
ero ad Udine. Giocavamo
contro la Cremonese e
cercarono di prendermi in
controtempo con un
pallonetto, così invece di
tuffarmi all’ indietro
decisi di intervenire in
rovesciata e mi andò bene”.
Quale quella più importante
in maglia azzurra?
“Direi quella contro il Como
nell’ anno dello scudetto.
Ricordo che perdevamo 1 – 0
e Giunta, attaccante
lariano, si trovò solo in
area. Tirò una bordata ma
riuscì ad evitare il
raddoppio deviando con il
fianco. Alla fine
pareggiammo e portammo a
casa un punto importante”.
Lei ha vinto scudetti in
città come Verona e Napoli
che mai avevano provato tale
gioia. Quale è stata la
vittoria più bella?
“ Beh, la vittoria di Verona
fu tanto bella quanto
insperata. A Napoli invece
fin dal primo giorno di
allenamento sapevamo quanto
ci chiedeva la società. Poi
Napoli non ha eguali.
Tremavo quando tagliammo il
traguardo e con me l’ intero
stadio. Vincere è sempre
bello, ma a Napoli lo è di
più”.
Passiamo al presente. Cosa
pensa di questo nuovo
Napoli?
“Credo che ci sia da essere
ottimisti. Poter contare su
un professionista come
Marino non è cosa da tutti.
Pierpaolo ha avuto come
mentore Italo Allodi, una
vera garanzia. Ora la
società è sana e desiderosa
di ritornare ad avere il
posto che merita nel calcio
italiano. Sono convinto che
verranno raggiunti gli
obbiettivi prefissati”.
Crede che la compagine di
Reja riuscirà a salire in A?
“Va detto che il campionato
cadetto di quest’ anno è una
vera e propria A2. Ci sono
squadre allestite nel
migliore dei modi, prima tra
tutte la Juve, per non
parlare di Genoa, Bologna e
le solite outsiders come
Rimini, Mantova e Piacenza.
Sono comunque certo che alla
fine il Napoli riuscirà a
tagliare il traguardo della
promozione. E’ una squadra
di grande mentalità. Negli
scontri importanti ha sempre
mostrato il miglior piglio e
la determinazione che ci
vuole in questi casi”.
Uno dei grandi protagonisti
di questa stagione è senza
ombra di dubbio Gennaro
Iezzo. Come valuta l’
estremo difensore azzurro?
“Iezzo è uno dei migliori
portieri italiani. Poter
contare su di lui è
certamente un punto a favore
per il Napoli. E’ molto
affidabile, da tranquillità
alla difesa e sa farsi
trovare sempre pronto. In
più riesce a caricarsi nei
momenti di difficoltà come
pochi, risultando spesso
determinante. Sarà utile
anche in A”.
Bagni ha detto che il futuro
del calcio italiano sarà
dell’Inter e del Napoli.
Concorda con il suo vecchio
compagno di squadra?
“Direi che Bagni è stato
molto ottimista. A mio
avviso si va verso un
duopolio Inter-Milan. Dopo
le difficoltà affrontate
dalla Juve, le due milanesi
sono destinate a farla da
padrone. Hanno ingenti fonti
di investimento che
segneranno il prossimo
mercato. Spero che il Napoli
possa dare loro fastidio
anche se sarà molto
difficile”.
Le sue parole sono dure.
Forse motivate dagli ultimi
scandali?
“Si. Molti sono convinti che
i mali del calcio siano
stati risolti. Io credo che
ha pagato solo qualcuno, che
ci sia ancora tanto da fare.
Il calcio è lo sport più
amato del pianeta. E’
naturale che tutti cerchino
di entrare in questo mondo
visti i possibili guadagni.
Così, però, si rischia di
rompere il giocattolo.
Bisognerebbe tornare al
passato quando una partita
di calcio era solo una
partita e nulla di più”.
La mancata assegnazione
all’Italia degli Europei
2012 è figlia del
calcio-gate?
“In parte si. Naturalmente
pesa. L’ altro grande
problema è la strafottenza
italiana. Siamo troppo bravi
a dirci bravi. Si è pensato
di essere i migliori senza
tener conto della voglia di
emergere degli altri e alla
fine sappiamo come è andata
a finire…”.
E’ per questo modo di vedere
le cose che opera nel calcio
meno blasonato della D?
“Non saprei. Lavoro come
osservatore per la Canavese,
piccola realtà della serie D
e lo faccio con grande
entusiasmo. Non nascondo che
vorrei misurarmi in
categorie più difficili ma
non me ne è stata data
ancora la possibilità. Non
sono uno di quelli che fa
piaceri per proprio
tornaconto.”
Cosa intende dire?
“Niente di eclatante, solo
che cerco di fare il massimo
per la società che mi da
lavoro senza pensare a
terzi…”.
Le farebbe piacere un
incarico nel Napoli?
“Verrei di corsa. Per me
sarebbe il massimo. Ho
ancora molto da lavorare per
testarmi in una grande
società. Magari in futuro,
chissà...”.
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