• L'INTERVISTA - GIANELLO: "A NAPOLI VIVO GRANDI EMOZIONI" •

27/4/2005
(dal numero 6 del mensile, Vincenzo Letizia) - Era stato acquistato per fare da secondo a Belardi, ed invece le incomprensioni nate tra l’ex portiere della Reggina e la dirigenza azzurra hanno fatto sì che Belardi fosse trasferito al Modena e Gianello diventasse il numero uno del Napoli. Una fiducia questa riservata da mister Reja a Gianello che il portierone proveniente dal Siena sta ripagando alla grande con prestazioni super.
Matteo Gianello, 29 anni, nativo di Bovolone in provincia di Verona, celibe, è lui stesso a presentarsi ai lettori di PianetAzzurro: “Sono alto 1,90 x kg 87 e la mia caratteristica tecnica migliore è la reattività e l’esplosività, anche se la statura m’impone di migliorare sulle palle basse. Sono un perfezionista e per questo cerco sempre di ottimizzarmi. Quando cerchi la perfezione, anche se non esiste la perfezione, trovi la giusta misura”.
Matteo Gianello è quel che si dice un bravo ragazzo anche nella vita privata.
“Dopo gli allenamenti mi piace rimanere a casa e rilassarmi guardando la TV sul mio divano oppure ascoltare musica, leggere libri… Non sono un ‘modaiolo’ insomma. Esco a cena soprattutto con i miei compagni di squadra ed ho un rapporto d’amicizia particolare con Bonomi sin da quando giocavamo insieme a Siena”.
Prima d’ogni gara Gianello compie un gesto particolare rivolto verso la curva. E’ lui stesso a spiegarne il significato.
“Metto la mano sul petto per dire ai tifosi che tutti insieme in campo lottiamo con il cuore per far vincere il Napoli”.
Gianello che si definisce un uomo ‘sedentario’, tranquillo, come sta vivendo l’impatto con una città come Napoli piuttosto caotica che per il troppo affetto spesso opprime i suoi beniamini?
“A Napoli non sembra di esser in C ma in A. Anche per strada avverto il calore della gente: mi fermano per chiedermi l’autografo, per incitarmi. Poi, in campo esplode tutta la passione dei tifosi per questa squadra. E’ una questione soggettiva riuscire a gestire le pressioni dei tifosi. La tensione deve essere giusta perché se si va oltre un certo limite diventa deleteria e si commettono errori banali. Dobbiamo capire che è un anno importante dove bisogna riportare questa città nel calcio che conta e avere il giusto equilibrio. Il pubblico ci sta dando una mano per raggiungere quest’impresa iniziata a Settembre. Dobbiamo continuare a fare bene e sperare che vada tutto per il meglio”.
Gianello, posato uomo del Nord, sta vivendo una fantastica avventura in una realtà che inizia ad amare.
“A Napoli sto vivendo delle emozioni che in dieci anni di calcio non ho mai vissuto da nessun’altra parte dove ho giocato e non è una frase fatta, ma l’esatta descrizione di ciò che suscita in me indossare questa maglia. Quando vado a rivedermi le immagini delle gare e del pubblico mi vengono i brividi lungo tutto il corpo”.
Cosa è cambiato in te da quando sapevi di essere una riserva e poi ti sei trovato improvvisamente ad essere non solo un titolare ma addirittura un protagonista assoluto dei successi della tua squadra?
“Prima, quando non giocavo, la mia partita era quotidiana: significava mettersi in discussione tutti i giorni negli allenamenti; oggi è ovvio che mi senta più responsabilizzato perché debbo dimostrare all’allenatore che sceglie bene perché mi alleno con impegno. Anche l’applicazione con la quale lavora Renard è per me un grosso stimolo per far sempre meglio”.
E’ stato più difficile vincere la concorrenza con Belardi o Renard?
“Con Belardi all’inizio i ruoli erano già predefiniti: lui era il titolare io il secondo. Poi, con l’arrivo di Renard il mister ha messo tutti sullo stesso piano e la concorrenza è diventata più agguerrita, anche se con Renard ho un rapporto stupendo ed, infatti, condividiamo la stessa camera e durane gli allenamenti scherziamo molto insieme”.
Due anni fa avevi quasi pensato di lasciare il calcio, come mai?
“Smettere proprio no, ma per quello che mi avevano etichettato addosso e messo nel dimenticatoio, avevo perso le speranze. Due anni fa a Siena avevo avuto delle incomprensioni con il tecnico Papadopulo e per questo avevo deciso di rimettermi in discussione in C2 con la Lodigiani perché non credevo di essere diventato scarso tutto insieme. Io ho una filosofia di vita per cui chi semina bene alla fine raccoglie ed ho per questo continuato a lavorare con intensità e alla fine sono contento di raccogliere qui in una piazza importante come Napoli gratificanti soddisfazioni”.
Anche un tuo compagno di squadra sembra vivere un momento di difficoltà, ci riferiamo a Calaiò.
“Calaiò è un ragazzo molto sensibile, dunque il fatto che non riesce a trovare la via del gol lo fa soffrire tanto. Ma con i compagni di squadra ha un rapporto bellissimo, nonostante agli occhi della gente a volte non sembra produrre grandi prestazioni, in attacco tiene su palla, appoggia con i centrocampisti, lotta con i difensori, s’impegna tantissimo anche negli allenamenti durante la settimana. Certo la medicina nel calcio per un centravanti è il gol ma da parte nostra e soprattutto del mister c’è la massima fiducia in Emanuele. E’ un campione, ha delle qualità importanti e sono sicuro che sarà decisivo per il Napoli”.
Ma se Gianello se te li trovasse di fronte, chi temerebbe maggiormente tra Calaiò e Sosa?
“Visto che le squadre giocano con due attaccanti, temerei tutti e due”.
Matteo ci dici qual’è stata la svolta di questa stagione per il Napoli dopo un periodo desolante che aveva portato anche all’allontanamento di mister Ventura?
“Il cambio di rotta si è avuto con la vittoria a Cittadella, un successo che ci ha infuso molto morale visto che in trasferta i tre punti non venivano da tanto tempo. Certo, anche il cambio dell’allenatore porta il calciatore a rimettersi in discussione e anche noi che abbiamo un pizzico di dignità abbiamo tirato fuori l’orgoglio perché sapevamo che non stavamo disputando un buon torneo: con l’avvento di Reja tutti abbiamo dato qualcosa in più”.
Adesso, l’obiettivo è senza dubbio centrare la promozione nella serie cadetta ma le difficoltà sono tante.
“Arrivare in B sarebbe un’impresa per come siamo partiti a Settembre. Ad esempio, gli arbitri spesso hanno una forma di timore reverenziale al contrario nei confronti del Napoli, altro che Juve della C… Per dimostrare che non si lasciano condizionare dal blasone della nostra società, spesso invertono punizioni che in realtà sarebbero a nostro favore. Al di là di queste ed altre difficoltà, comunque dobbiamo centrare quest’impresa e sono sicuro che ci riusciremo”.
La serie B deve essere raggiunta anche con l’aiuto dei tifosi, il recente appello del presidente De Laurentiis è emblematico in questo senso.
“Mi associo a quello che ha detto il presidente. In questo momento del campionato non possiamo rischiare di perdere le partite a tavolino per il lancio di una bottiglina o di un petardo. Dobbiamo cercare di restare tutti uniti. I tifosi lo sono perché se arrivano in 50.000 allo stadio vengono per tifare Napoli non certamente per danneggiarlo. E’ indubbio che anche noi in campo dobbiamo cercare di dare un segnale di tranquillità controllandoci un po’ di più. Più in generale, ho la sensazione che il calcio stia perdendo tanti dei suoi valori che lo avevano reso lo sport più bello del mondo”.
Immaginiamo che Gianello dopo queste dichiarazioni d’amore nei confronti del Napoli e di Napoli voglia fermarsi all’ombra del Vesuvio a lungo…
“Sono del Napoli per un altro anno e mi auguro di restare in questa squadra per tanto tempo. Ma prima voglio raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati tutti e poi parleremo di contratto, di futuro e del resto… Dipende comunque dai programmi e soprattutto dal direttore Marino”.
Il presidente De Laurentiis ha già fissato per il prossimo anno una tournè in Cina, un’altra a New York, organizzato il prestigioso torneo del ‘Birra Moretti’ ed anche la nuova sede del Napoli a Castelvolturno sarà presto ultimata.
“Fa piacere che la società stia crescendo così in fretta: se dovessimo raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti ci toglieremo altre soddisfazioni. Sarà emozionante per noi ‘abbracciare’ i tanti tifosi azzurri che sono sparsi in tutto il mondo. Vogliamo dimostrare che vogliamo bene a questo Napoli. Sapere che questa squadra ha tifosi in tutto il mondo ci porta la domenica a dare tutto in campo”.

 

 

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