• L'INTERVISTA - CHIANCONE: "IL NAPOLI VINCERA' I PLAY-OFF ED IL MARTINA SI SALVERA'" •

27/4/2005
(ESCLUSIVA di Alessio Borrelli, dal mensile n. 6) - Non c’è nulla da fare. Gli ultimi due anni in panchina di Roberto Chiancone (nella foto) si sono rivelati delle autentiche delusioni. Soprattutto perché il tecnico si è visto in entrambe le occasioni tradito dalle sue società, che prima gli avevano prospettato un futuro roseo e poi lo hanno messo alla porta. E’ capitato lo scorso anno con la Palmese in C2, è successo quest’anno con il Martina in C1. Due situazioni diverse che però hanno pesato non poco sul destino di Chiancone. Quella di Palma Campania era stata incassata con delusione dal tecnico. Lì la società gli aveva affidato uno squadrone che avrebbe stracciato ad occhi chiusi il girone C di C2 ed infatti fino a quando non ci fu il ribaltone societario con l’uscita di scena di Song la Palmese era saldamente in testa alla classifica. Poi cambiò tutto, la squadra fu smantellata e si riuscì all’ultimo ad evitare i play-out ed una possibile retrocessione che sarebbe stata un’autentica beffa dopo i trionfalismi dell’inizio. Oggi la Palmese non c’è più. Ma Chiancone non si è scoraggiato più di tanto conquistando quella C1 che l’anno scorso gli è sfuggita accettando la panchina del Martina. Ma non è più quel Martina che due anni fa doveva essere inserito in serie B. Oggi è un’altra squadra che ha stilato un progetto chiaro per mantenere la categoria e di quel progetto avrebbe dovuto far parte lo stesso Chiancone. Prima parte del campionato basata sulla crescita dei giovani al di là dei risultati, dopodichè rinforzi a gennaio per puntare ad assicurare la salvezza o a qualcosa in più. Oggi il Martina ha quasi raggiunto il suo obiettivo. E’ stato autore di un girone di ritorno da favola conquistando punti su punti tanto da essere secondo soltanto al Napoli come media punti nel girone di ritorno. Ma su quella panchina non c’è più Chiancone, ma Sauro Trillini. Il perché? Per un litigio con un dirigente ed alla fine il tecnico si è fatto da parte. Deluso sì perché gli sarebbe piaciuto guidare il Martina nella seconda parte della stagione, quello con i vari Paris, Campolattano, Goisis, Gentilini, Mitri che prima non c’erano. Invece adesso dovrà rimettersi in discussione e puntare ad una panchina (di C1 o C2) per la prossima stagione. Nel frattempo lo abbiamo tirato in ballo per descrivere questo finale di stagione del girone B di C1 per capire soprattutto chi tra Rimini, Avellino e Napoli raggiungerà il primo posto e chi dovrà giocarselo ai play-off, dove potranno avere altre insidie da squadre come Padova, Reggiana, Sambenedettese, Benevento e Lanciano che hanno basato l’obiettivo finale proprio sugli spareggi.

Mister Chiancone, siamo quasi al termine della stagione. Secondo lei come finirà?
“Con il primo posto del Rimini, il secondo del Napoli ed il terzo dell’Avellino. In B andranno Rimini e Napoli, il quale vincerà senza problemi i play-off”.
Pronostico secco, deciso, ma come mai?
“Perché il Rimini non lo prendi più. Ha un vantaggio rassicurante ed è in testa sin dall’inizio del campionato riuscendo a rimanerci anche nei momenti di difficoltà. Quando tempo fa lo affrontai con il Martina vidi una squadra tonica, che pratica un buon calcio e che ha molti punti di forza. Già in quel momento affermai che avrebbe vinto il campionato e lo farà, forse con qualche sofferenza in più perché dietro si ritrova due bellissime squadre”.
Le campane invece dovranno accontentarsi dei play-off.
“Io spero fino all’ultimo nella promozione delle due campane, ma se vogliamo essere obiettivi ci vorrà un miracolo perché il primo posto al Rimini non lo togli più. Sono convinto che il Napoli andrà in B vincendo i play-off e che chiuderà il campionato al secondo posto. Questo è un vero peccato perché il Napoli questo campionato avrebbe potuto stravincerlo, invece pesano come un macigno i punti persi nel girone d’andata. Onestamente, in questo girone di ritorno gli azzurri non potevano fare di più”.
L’Avellino invece lo ha sminuito troppo non crede?
“L’Avellino ha avuto una sfuriata a metà girone di ritorno, ma poi ha perso il treno. Oggi è una squadra che soffre e che se vince lo fa all’ultimo minuto. Sta rischiando grosso e rispetto al Napoli sta trovando grandi difficoltà. Il calendario in un certo senso lo favorisce, però con una squadra che fatica così tanto, quello sull’ordine delle partite è un discorso che lascia il tempo che trova”.
Però la dirigenza irpina ci crede ancora...
“Adesso no anche perché non vedo cosa possa fare Oddo in così poche partite. Secondo me mandare a casa Cuccureddu è stato un grosso danno perché si sono andati a rompere degli equilibri che forse sarebbero tornati utili per il finale di stagione. Al posto dell’allenatore avrei mandato via quel gruppo di calciatori perché ora oltre ad aver lasciato Cuccureddu in balia del proprio destino la società ha affidato la squadra ad un allenatore che di C1 ne ha masticata poca e che quindi oltre ad avere difficoltà a gestire la squadra e lo spogliatoio non ha nemmeno un’approfondita conoscenza della categoria e delle squadre che dovrà affrontare. Ecco perché considero l’Avellino l’anello debole della catena”.
Ma quando a Napoli fu chiamato Reja nemmeno lui aveva in pugno la categoria.
“Ma ha avuto tempo per assimilarla, per calarsi nella nuova realtà forgiando una squadra completamente diversa dalla precedente. Reja è un ottimo tecnico ed ha una grande personalità ed è stato subito capace di risollevare le sorti di una squadra allo sbando e rimetterla in corsa per il campionato. Questo ha influito positivamente sul cammino del Napoli però non tralascio il fatto che Reja sia stato anche aiutato dai tanti nuovi acquisti che la società gli ha messo a disposizione. Oddo invece di tempo ne ha davvero poco e poi non ha le stesse caratteristiche del tecnico del Napoli”.
Perché, è così convinto che i nuovi acquisti abbiano cambiato la storia della stagione partenopea?
“Sì perché con l’innesto di alcuni giocatori il Napoli si è finalmente sentito una formazione di C1. Prima invece era una buona squadra che poteva puntare ai primi posti del torneo di B, dove si lascia più giocare e le caratteristiche tecniche dei giocatori vengono fuori. Il Napoli ha saputo correggersi in corso e non solo con l’avvento del nuovo allenatore. Ha preso quei giocatori che servivano per mantenere compatto un ambiente che la C la mal sopportava. Gente come Fontana, Capparella che hanno avuti diversi trascorsi in questa categoria ed hanno dato un ottimo contributo. Anche l’Avellino ha una squadra per una bella serie B, ma non è riuscita a fare come il Napoli ed alla fine le forze stanno venendo a mancare”.
Per lei anche i play-off sono già decisi. Però possiamo sapere chi faranno compagnia a Napoli ed Avellino?
“E’ impossibile pronosticarlo adesso. Si è scatenata un’inaspettata lotta tra tre-quattro squadre che proseguirà fino all’ultima giornata. Ci sono squadre come Padova, Sambenedettese e Benevento che secondo me hanno tutte le possibilità per entrare negli spareggi. Se li giocheranno questi tre anche perché la Reggiana è alla frutta ed il Lanciano dopo il crollo verticale dell’ultimo mese sta stringendo i denti, ma è difficile che ce la farà. Quindi sarà lotta a tre. Il Padova annovera giocatori di categoria superiore e tra l’altro è una squadra che gioca un calcio molto offensivo a va parecchio a segno. La Sambenedettese è partita con una squadra giovane che poi si è rinforzata a gennaio ed ora è una signora squadra. Infine il Benevento con il cambio del tecnico ha cominciato a volare ed ora può realmente accarezzare l’idea di giocarsi di nuovo la promozione ai play-off. Sarebbe bello che tra le quattro partecipanti agli spareggi ci fossero tre campane”.
C’è grande bagarre anche nella zona retrocessione e quindi tanto da parlare.
“A parte la Vis Pesaro che è già retrocessa, le altre dal Giulianova in su rischiano tutte. Sora e Chieti difficilmente riusciranno a venirne fuori e quindi possono già programmare i play-out. Gli altri due posto se li contenderanno Giulianova, che è quella che rischia di più e poi un’altra tra Fermana, Cittadella, Martina e Teramo. Stranamente quella che potrebbe realmente far compagnia alle altre sono proprio gli abruzzesi dal momento che si ritrovano con un presidente in partenza, una squadra demoralizzata perché attrezzata per ben altri obiettivi ed un tecnico contestatissimo dalla società stessa e dalla tifoseria. Il Teramo quindi sta degenerando sempre più e dovrà cominciare seriamente a guardarsi le spalle. La Fermana ed il Cittadella dovrebbero essere aiutate dai campi asciutti che favoriscono squadre che giocano quel tipo di calcio mentre il Martina si salverà sicuramente perché è superiore alle altre”.
Ha nominato il Martina. Una brutta esperienza la sua con un addio fin troppo affrettato.
“Ma non c’erano le condizioni per andare avanti. Quando si rompe con una parte della dirigenza la situazione diventa insostenibile e quindi ho riflettuto ed ho deciso di andare via. Mi è dispiaciuto perché il nuovo tecnico ha potuto beneficiare della seconda parte del programma che si basava sul rinforzo dell’organico con una conseguente scalata della classifica verso le zone più tranquille. I programmi del Martina sono stati rispettati, si salveranno ed io sono sì dispiaciuto ma comunque non ho rancore proprio per il fatto che ho deciso personalmente di andare via”.

 

 

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