19/9/2008
(ESCLUSIVA PIANETAZZURRO
di VINCENZO LETIZIA) - Fabio
Rossitto (foto), 37 anni, ha da
poco appeso le scarpette al chiodo. Negli
anni novanta, per cinque stagioni, fu il
punto di riferimento del centrocampo
dell’Udinese tanto da meritarsi la
convocazione in nazionale con la quale
partecipò agli Europei del 1996. Nel 1997
passò al Napoli dove disputò due campionati
non proprio all’altezza dei suoi standard.
Ecco perché, come ‘doppio ex’, abbiamo
deciso di intervistarlo in esclusiva in
vista di Udinese-Napoli. Attualmente allena
gli allievi nazionali dell’Udinese
ispirandosi ad un tecnico in particolare.
“Mi diverto molto ad allenare, il mio
modello è Reja, una persona discreta che
parla poco e lavora tanto. Mi piacciono gli
allenatori come lui che sanno tenere un
profilo basso”.
Fabio, che ricordi hai della tua poco felice
avventura partenopea?
“Arrivai in un Napoli dove regnava sovrana
la confusione, sia tecnica che societaria.
Ero un mediano intenditore e fui presentato
come un regista. All’inizio avevo grande
entusiasmo, ma poi io e i miei compagni
fummo ben presto travolti dalla mancanza di
chiarezza e dai problemi societari e non
rendemmo al massimo. Non c’erano
attrezzature e idee per far bene, faccio il
mio doveroso mea culpa e Napoli rimane il
più grande rimpianto della mia carriera, ma
in quella situazione era davvero dura
esprimersi al meglio”.
Come giudica attualmente le sue due ex
squadre?
“Udinese e Napoli sono due complessi
praticamente simili. L’Udinese è una squadra
frizzante, che gioca un buon calcio ed è
guidata da un grande allenatore come Marino.
Quella friulana è una società che pesca
sempre i migliori talenti in giro per il
mondo e sa valorizzarli. Adesso, ha qualche
problema in difesa, mancano Zapata e Felipe
due pilastri, ma in attacco può far male a
chiunque, con la coppia favolosa che si
ritrova, Di Natale e Quagliarella. Il
Napoli, invece, è una squadra che farà
benissimo quest’anno. Ha un progetto solido,
una società seria e il direttore Marino ha
acquistato i migliori giovani in
circolazione. La caratteristica che apprezzo
maggiormente della squadra di Reja è
l’aggressività con cui interpreta ogni gara:
con questo spirito il Napoli può battere
chiunque. Inoltre, la squadra azzurra ha
acquisito consapevolezza della propria forza
e soprattutto quando gioca in casa è una
squadra temibilissima”.
Qual è, allora, la differenza tra le due
società?
“Una sostanziale differenza tra il Napoli e
l’Udinese, è che il club partenopeo non ha
bisogno di vendere i propri talenti.
Infatti, i giovani che cresce e valorizza
dovranno avere un futuro a Napoli”.
Che partita sarà Udinese-Napoli? E cosa
prevede negli altri due big-match della
terza giornata del campionato di serie A?
“Udinese-Napoli è una gara aperta a
qualsiasi risultato, entrambe le squadre
giocheranno per vincere. Più che sul
risultato secco, punterei sui reparti
avanzati delle due compagini e su un alto
numero di gol. Milan-Lazio è davvero un bel
rebus. Certo, l’undici di Ancelotti deve
vincere per forza, ma se la Lazio gioca come
sa potrebbe mandare il Milan ancora più in
crisi nera. La squadra rossonera secondo me
è stata costruita male, sono stati
acquistati tanti doppioni che non servivano
alla causa. Per l’Inter, invece, non sarà
facile sbancare Torino. I granata quest’anno
mi sembrano una buona squadra, mentre l’Inter
ha qualche difficoltà di troppo ad andare in
gol”.
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