• LUCA LACRIMINI: “GRUPPO STUPENDO. LAVORERO’ TANTO PER FARMI CONFERMARE DA QUESTA STUPENDA SOCIETA’” •

16/2/2006

(MICHELE CAIAFA) – “Stiamo lavorando molto bene dopo la vittoria ottenuta sulla Pistoiese. Quella gara vinta è stata importante per due motivi: il primo riguarda proprio il fatto che siamo riusciti a vincere il match, fondamentale per noi, visto che venivamo da un periodo non proprio felice, coinciso con il mese di gennaio – rivela uno dei tre acquisti di Pierpaolo Marino per il mercato di riparazione, precisamente il terzino sinistro Luca Lacrimini – e poi, il secondo motivo importante, è stato il fatto che è tornato al goal Emanuele Calaiò, e questo ci ha resi felici tutti, perché sappiamo che per Manu era importante sbloccarsi in zona goal, perché solo così poteva ritornare a riaccendere l’anima del bomber che è in lui, e fare tante altre reti importanti per il Napoli in futuro. Quindi ribadisco, quel match vinto contro i toscani è stato fondamentale, perché ci ha permesso di lavorare bene la scorsa settimana, che poi era quella che coincideva con la seconda ed ultima sosta del nostro campionato, abbiamo poi avuto tre giorni di vacanza, dove ci siamo scaricati mentalmente, per tornare poi carichi a mille da martedì pomeriggio per allenarsi e preparare questo rush finale di torneo”.
- Ok Luca, ma facciamo prima un passo indietro. Qual è la tua sensazione ad un mese e mezzo dal tuo approdo nel capoluogo campano?
“Un sogno, una cosa fantastica. Già non mi sembrava vero il fatto di essere stato acquistato, seppur solo in comproprietà, dalla società azzurra, perché per me arrivare nella città e nel club dove hanno giocato giganti del calcio del calibro di Diego Armando Maradona ed Antonio Careca, è sempre stato un sogno. Adesso che ci sono davvero, me la sto godendo tutta. E’ una cosa a dir poco fantastica, ma allo stesso tempo difficile. Perché Napoli è una piazza importante, poi con la nuova società ci sono dei progetti davvero da strabuzzare gli occhi, quindi diventa tutto più difficile, perché bisogna fare sempre bene, in quanto c’è una pressione del pubblico e della stampa, che è giustamente pari alla imponenza della terza città d’Italia. Quindi ci sta che qui, per esprimersi ai massimi livelli, c’è bisogno di avere anche le spalle larghe, cosa che i calciatori devono avere, perché non bisogna solo sapere calciare la palla, ma anche avere un carattere ed una determinazione molto forti. In questa città, che ripeto è stupenda, fa tutto parte del gioco. E nel gioco ci sta anche il fatto di essere felicissimi quando ti applaudono in ottantamila, come ci sta anche di dover accettare i fischi dei cinquantamila. Ripeto, fa tutto parte del gioco. Ma una cosa è certa: io sono un grande fan di Vasco Rossi, e la città di Napoli, mi da le stessa carica delle canzoni del grande Vasco, una città bellissima, davvero incredibile”.
- Quando eri a San Giovanni Valdarno, come vivevate la sensazione di essere stati per un periodo di tempo davanti al Napoli in classifica. Pensavate davvero di poter stare davanti agli azzurri fino al termine della stagione?
“Partiamo da una certezza, che è la seguente. Prima parlavamo delle pressioni che a Napoli abbandonano. Beh, si può dire che a San Giovanni, queste pressioni non esistevano assolutamente. Da quando siamo stati inseriti nel girone B con i partenopei, già sapevamo quale sarebbe stata la compagine che si sarebbe accaparrata il campionato. E sono sincero nel dirvi questo, perché in questo momento vi sto parlando come se fossi ancora un giocatore della Sangiovannese. Certo, il fatto di essere stati primi in campionato per parecchie giornate ad inizio torneo, ci ha dato la consapevolezza che potevamo giocare ancora più tranquilli di come già stavamo facendo, senza aver timore di nessuno e non avendo niente da perdere. Certo in quel periodo, il fatto di essere davanti al Napoli, ci dava una carica agonistica ancora superiore. Ma comunque ripeto, che eravamo tutti consapevoli che il Napoli alla fine avrebbe vinto il campionato. Non c’erano dubbi”.
- Ma questo Napoli, caro Lacrimini, può davvero uccidere questo torneo, visto che nelle prossime cinque giornate, ne giocate quattro gare in casa, considerando in casa anche il match di domenica prossima, visto che si va in una località che dista soli 19 Km. da Napoli?
“Non dobbiamo mai pensare di poter ammazzare questo torneo di C. Faccio questo campionato da quasi dieci anni, e, come ci hanno insegnato le ultime trasferte, bisogna avere rispetto per tutti gli avversari ma paura di nessuno. Fin quando la matematica non ci darà la sicurezza per la serie B, non dobbiamo e non possiamo rilassarci”.
- Prima della vostra gara contro la Juve Stabia, di cui parleremo dopo, ci sarà la sfida a Frosinone nell’anticipo di venerdì, fra Frosinone e Sangiovannese, la tua ex squadra. Sarebbe bello se i toscani riuscissero a fermare i laziali, no…
“Certo sarebbe bello se i miei ex compagni, con i quali sono rimasto in ottimi rapporti, quali sono quelli che ho ancora oggi con il tecnico Piero Braglia, riuscissero a bloccare in casa loro il Frosinone. Poi potremmo avere domenica prossima ancora più carica nel dover e poter battere le vespe di Castellamare. Ma la gara di venerdì non ci deve condizionare più di tanto, perché Frosinone o non Frosinone, noi dobbiamo renderci conto di una cosa: solo noi, a questo punto del torneo, possiamo mandare all’aria il primo posto in questo campionato, cosa che non dobbiamo assolutamente fare”.
- Parlavi prima della città di Napoli, ma com’è stato l’inserimento di Lacrimini nella società e nella squadra azzurra?
“Semplicemente perfetto. Mi sono già fatto degli amici qui, oltre alla presenza di ragazzi con i quali avevo già condiviso altre esperienze calcistiche come Tommaso Romito al Chieti, ma anche con Mirko Savini avevo già condiviso un anno della mia carriera calcistica. Ringrazio tutti quanti per il facile ambientamento che mi hanno garantito, dai compagni di squadra, al mister, al direttore Marino. Sto benissimo qui, ho preso anche casa. Adesso spero solo di meritarmi sul campo la conferma di restare a Napoli anche nei prossimi anni, conquistandomi così l’opzione di riscatto che il club partenopeo ha nei confronti della Sangiovannese. Dipende solo da me e dalle mie prestazioni in campo da qui al termine del torneo di C. E’ ovvio che mi farebbe ancora più felice di come adesso già sono, se riuscissi a confermarmi nella rosa del Napoli anche nei prossimi anni, perché so bene che, a 27 anni, ho ancora tanto da migliorare e vorrei crescere insieme agli azzurri nei prossimi anni, auspicando comunque, Lacrimini o non Lacrimini, una crescita esponenziale del sodalizio partenopeo nei prossimi anni”.
- Fra non molto tornerà a disposizione del tecnico Reja, Mirko Savini, che nel Napoli ha occupato sempre, quella che è adesso la tua posizione, fino quando non si infortunò in quel di inizio di novembre. Cominci a sentire il fiato sul collo per il ritorno in rosa di Savini?
“Assolutamente no. Per due motivazioni: la prima riguarda il fatto che, come ho detto già prima, ho già giocato un anno con Mirko Savini, ed io occupavo la posizione di terzino sinistro e lui quella di centrale. Sappiamo poi che, quella di fare il centrale di difesa, è la vera posizione di Mirko, ma queste sono decisioni che spetteranno al mister. La seconda motivazione, che poi è quella più importante, riguarda il fatto che qui a Napoli, la cosa più importante per ogni singolo calciatore, non è quella di giocare di più o di meno, ma abbiamo tutti lo scopo unico di portare la squadra azzurra al primo vero obiettivo: la serie B. Si è caduti in disgrazia, e non sto qui a ripeterlo, per motivi non sportivi bensì economici, l’obiettivo dell’immediata scalata in serie B, è stato fallito lo scorso anno, ma quest’anno non lo si può fallire di nuovo, bisogna andare assolutamente in B!. Una volta arrivati in cadetteria, non bisogna più pensare al passato, ma volgere lo sguardo al futuro. Ed il futuro dice che i tifosi potranno ammirare un grande Napoli”.
- Trasportiamoci alla gara di domenica contro la Juve Stabia. Che tipo di partita sarà?
“Sarà una gara difficile, come tutte le sfide che affronta il Napoli, soprattutto in trasferta. In tante città, come anche a Castellamare di Stabia, fanno tutti sempre la gara della vita, perché molti di quei calciatori che ci affrontano, sanno che difficilmente incroceranno nuovamente le lame contro una compagine così blasonata qual è quella azzurra. Ed anche i supporters avversari, caricano ancora di più i loro beniamini, perché sanno che con ogni probabilità, quella, è l’unica occasione per avere il Napoli ospite nel proprio stadio”.
- Quale il giocatore che più ti ha impressionato da quando sei qui a Napoli?
“Molti mi hanno impressionato, ma più di tutti, è stato Gianluca Grava. Essendo io un terzino a cui piace molto spingere sulla fascia, ho ammirato la facilità con cui Gianluca Grava fa ciò, soprattutto nelle ultime gare. Corsa e velocità si stanno dimostrando essere le sue qualità principali, ed è anche molto bravo nella fase difensiva. Ultimamente sta effettuando anche dei cross importanti per i nostri compagni di squadra, un paio dei quali sono stati decisivi per i nostri avanti per andare in rete”.
- Invece adesso parlaci un po’ di te e delle tue caratteristiche. Sappiamo che un tuo punto di forza è il cross dal fondo in corsa. Caratteristica rara, anche per i terzini più forti al mondo. Tu ce l’hai questa caratteristica, quali sono poi le altre?
“Beh, come ben sapete, a me piace molto spingere sulla fascia ed andare sul fondo per crossare o anche inserirmi in area con palla a piede. Infatti in carriera ho giocato spesso anche come centrocampista di fascia sinistra, o addirittura in avanti come esterno sinistro di un attacco a tre. Sì, il cross in corsa è una mia specialità, che a dir il vero è una caratteristica di pochi terzini, ma devo migliorare comunque nelle mie qualità che gia ho, ed in quelle in cui devo crescere ancora parecchio, come la fase difensiva. Spero di continuare a crescere insieme ai miei compagni in questo splendido gruppo, che è quello azzurro. Uno spogliatoio bello come pochi, nonostante che in carriera abbia già militato in altri gruppi molto affiatati, come era quello di San Giovanni e quello di Chieti. Ma l’unione che c’è qui, posso dire che, è qualcosa di unico”.
- Ma questa può essere una rosa che è gia in grado di affrontare la serie cadetta, con ottime credenziali?
“Penso di sì. Ma di una cosa sono certo: questa rosa è fatta di elementi che nella serie cadetta si troveranno più a proprio agio. Penso a calciatori come Calaiò, Pià, Capparella, Bogliacino, Fontana e lo stesso Gennaro Iezzo. Con le qualità che hanno questi uomini, quando affronteranno la serie cadetta, di sicuro potranno fare emergere maggiormente le loro grandi qualità”.
- Microfono a te, per un tuo pensiero finale a chiusura di questa intervista che ci hai concesso. Vai Luca…
“Ringrazio la stima e la fiducia che il popolo napoletano mi ha già tributato, nonostante io sia da poco in questa bella città. Però più che affidarmi alle parole, spero di poter dimostrare sul campo quello di buono che posso fare, per meritarmi ulteriore fiducia ed affetto dalla tifoseria azzurra ma anche la stima massima della società partenopea. Lavorerò tanto per fare sempre meglio, e per cercare di restare qui, per continuare questo sogno azzurro. Sarebbe bellissimo…”
E speriamo che anche il sogno di Luca Lacrimini si avveri, in modo tale che vorrà dire che avrà fatto bene con la casacca azzurra. Ed avrà contribuito in maniera determinante, anche lui insieme ai suoi compagni, alla promozione del Napoli in serie B, trampolino di lancio vero, verso il calcio che conta…
 

 

 

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