(Dall’inviato a Castelvolturno FRANCESCO
TRINCHILLO/Foto di Felice De Martino)-
Capello lungo gelatinato, orecchino,
completo alla moda e faccia da furbetto:
così si è presentato alla presentazione in
maglia azzurra, Ezequiel Lavezzi, attaccante
argentino proveniente dal San Lorenzo.
Lavezzi, capace in patria di giocate
straordinarie tanto da meritarsi già il
debutto con la casacca della Selecion,
nonostante abbia soltanto ventidue anni, è
stato definito da molti addetti ai lavori
che hanno avuto modo di visionarlo, tra cui
Ramon Diaz, un vero e proprio fenomeno
capace di infiammare il pubblico del San
Paolo. El Pocho, così definito per la sua
rapidità sia di corsa che d’esecuzione,
ancora non parla la nostra lingua, tanto che
le sue dichiarazioni sono state altrettanto
veloci, da far comprendere a tutti i
giornalisti e non, presenti nella sala
stampa dell’Holiday Inn di Castelvolturno,
il soprannome del campioncino argentino.
Lavezzi è stato anche definito “El Loco”,
per i suoi modi di fare a volte un po’ al di
sopra delle righe, per il suo carattere
forte e sanguigno, da sudamericano puro, ma
anche perché spesso in patria ha giocato con
la casacca numero 22, che appunto in
Argentina è “El Loco”. Supportato da un
agente Fifa, che gli ha fatto da interprete,
Lavezzi non ha assolutamente palesato questo
suo lato un po’ pazzo, Loco, ma anzi si è
dimostrato, almeno a parole, un ragazzo
maturo, con i piedi per terra e pronto a
mettersi a completa disposizione della sua
nuova squadra: “Sono felicissimo di aver
avuto la possibilità di giocare in Italia,
in un campionato che, a detta di molti
compagni con cui ho parlato, è molto
impegnativo. Giocare poi nel Napoli, la
squadra in cui ha giocato Diego Armando
Maradona, è una soddisfazione ancora
maggiore. Sono completamente a disposizione
della squadra e del mister, e anche se mi
farebbe piacere segnare un buon numero di
reti, non cercherò con insistenza la via del
gol, se c’è un compagno da servire, lo farò
per far sì che possa segnare lui.
L’importante è che la squadra faccia bene,
questo è l’obiettivo principale”. Lavezzi,
che a detta del diggì partenopeo Pierpaolo
Marino, è stato strappato alla agguerrita
concorrenza di squadre blasonate come Boca
jrs e River Plate, ha poi parlato della sua
collocazione tattica: “ Con il San Lorenzo
ho dato il meglio di me giocando come
esterno in un tridente d’attacco, spero che
ci sarà anche qui la possibilità di giocare
in quella posizione, ma se così non fosse
non sarebbe un problema per me. L’importante
è giocare e fare il massimo per consentire
alla mia squadra di raggiungere i propri
obiettivi. Dei miei nuovi compagni conosco
El Pampa Sosa, con il quale ho parlato e che
mi aiuterà ad ambientarmi nel calcio
italiano”. Ad una nostra specifica domanda
su chi fosse un calciatore del campionato
italiano al quale si ispira, Lavezzi ha
risposto: “Al momento non mi viene in mente
nessun calciatore delle mie caratteristiche,
ma anche se abbiamo una struttura fisica ed
un ruolo differente, mi ispiro ad
Ibrahimovic, calciatore di grandissimo
livello tecnico”.
Altro che “Loco” insomma, Ezequiel Lavezzi
ha brillantemente superato il primo esame
italiano, non certo per quanto riguarda la
lingua, in cui dovrà decisamente
spratichirsi, ma per quanto riguarda il
livello di maturità e quello caratteriale,
almeno a parole, El Loco sembra essersi
trasformato…