28/4/2005
(dal mensile n. 6, Ferruccio Fiorito) -
Chiacchierare con Marco Ansaldo de “La Stampa”
di sport è un privilegio al quale avevamo
rinunciato non frequentando più l’esperto
giornalista la tribuna del San Paolo, per essere
stato il Napoli degradato a squadra di terza
serie a causa dei noti fatti della scorsa
Estate.
Il nostro sarà un viaggio a 360 gradi nel calcio
italiano, partendo proprio dal Napoli Soccer.
Quanto manca il Napoli al calcio che conta…?
“Credo che il calcio che conta (ammesso che il
caclio che conta sia quello del Milan o della
Juventus e non quello dei ragazzi che giocano a
pallone ogni domenica in ogni parte d’Italia)
non può che vedere favorevolmente la rinascita
del Napoli, cosi come a fronte dell’unica
società che pagò veramente per i suoi problemi
economici - mi riferisco alla Fiorentina - nel
senso che la pena inflittagli fù superiore ai
suoi reali problemi, il calcio che conta gli
diede una grossa mano…”.
Cosa vuoi intendere…?
“Fu il sig. Giraudo, e non certo lo spirito
divino, che chiese di ripescare la Fiorentina
piuttosto che il Martina…lo stesso ragionamento
varrà per il Napoli, anche se non voglio con ciò
intendere che anche il Napoli verrà ripescato,
ma avrà sicuramente dalla sua la simpatia di
tutti...”.
Meglio giocare al San Paolo che in un piccolo
stadio…
“Certamente, un campionato di serie A con il
Napoli avrà un valore aggiunto, cosi come lo ha
avuto quest’anno con il ritorno del Palermo
nella massima serie. In un calcio in cui si
vedono sempre di più gli stadi vuoti, come
spesso e volentieri ci capita di vedere a
Torino, è meglio seguire una partita al San
Paolo piuttosto che in uno stadiolo di
provincia”.
Noi la Serie A ci auguriamo di conquistarla sul
campo, invece alla Lazio le è stata regalata…
“Il caso della Lazio è emblematico; ci sono
state delle manovre che hanno portato a quel
provvedimento aberrante che ha permesso alla
società capitolina di spalmare il proprio debito
in 23 anni, ove qualunque altro imprenditore
d’Italia non potrebbe mai avervi accesso”.
Il Presidente del Consiglio ha precisato che
quel provvedimento è stato concesso per evitare
che i tifosi della Lazio scendessero in piazza…
“Quando il capo di un governo si esprime in tal
senso, vuol dire che lo stato è finito; è un
incitamento alla delinquenza”.
Cambiando registro, mi incuriosisce conoscere la
tua opinione in merito al giro di vite di questi
giorni dettato dal Ministro Pisanu.
“E’ un provvedimento populistico che durerà lo
spazio di un mattino; vedo molta approssimazione
in questo calcio che dice di essere una grande
industria dell’Italia, per poi comportarsi come
il più piccolo dei commercianti”.
Quindi provvedimento inapplicabile…?
“Sicuramente inapplicabile. Faccio un esempio
chiarissimo: anni fa morì un ragazzo tifoso del
Genova (n.d.r. si chiamava Spagnuolo)
accoltellato da un tifoso del Milan, il giorno
dopo furono varate per decreto una serie di
misure restrittive, tra le quali quelle della
c.d. responsabilità oggettiva delle società.
Ebbene, è stato applicato solo per qualche mese
con delle multe inflitte alle società; ricordo,
invece, che l’anno dello scudetto della Roma, i
tifosi giallorossi misero a ferro e fuoco la
stazione dei campi flegrei, ed io sto ancora
aspettando quel provvedimento punitivo verso la
società capitolina”.
Allora che fare?
“Bisogna togliere dalla circolazione i
delinquenti facendo si che scontino in galera
per intero la loro pena senza condizionale o
misure alternative. Bisogna buttare la chiave
per l’intero periodo in cui si trovano in
galera”.
Le società hanno delle responsabilità…
“Bisogna corresponsabilizzare le società di
calcio, dando loro gli strumenti per difendersi.
Sono sicuro che esista una relazione
strettissima tra le società di calcio e le bande
più delinquenziali degli ultras; una volta un
importante dirigente di un famoso club mi disse:
“…in fondo questi sono i nostri migliori
clienti”.
Accuse gravi…
“Sono certo che alcuni presidenti di club
vorrebbero liberarsi da questi personaggi, cosi
come i commercianti vorrebbero liberarsi dalla
camorra e non pagare più il pizzo, il problema è
che lo stato deve mettere a loro disposizione
strumenti validi, per tutelarli anche dopo la
denuncia”. |