8/6/2005
(dal mensile "PianetAzzurro" di Giugno,
Salvatore Palermo) - Mario Somma è
indubbiamente uno degli allenatori più
interessanti che questa stagione ha portato alla
ribalta, infatti, dopo aver ottenuto due
promozioni consecutive rispettivamente sulle
panchine di Cavese (dalla D alla C2 nel 2003) e
Arezzo (dalla C1 alla B nella scorsa stagione),
è riuscito a riportare l’Empoli nella massima
serie con un campionato a dir poco sontuoso,
duellando fino alla fine con un grande Genoa per
la prima posizione. Con mister Somma abbiamo
discusso soprattutto di Napoli e play-off, ma
non solo di questo. Ecco quanto ci ha detto il
tecnico empolese.
Mister Somma, ha avuto modo di veder giocare
il Napoli ultimamente? E se si, cosa gliene
pare?
“Ultimamente purtroppo non mi è stato
possibile. Sono molto impegnato con i ritmi
intensi di questo finale di stagione di serie B.
Il problema è che, pur giocando di sabato,
viaggiamo tantissimo dopo la partita e quindi la
domenica siamo talmente stanchi che se non ci
dedichiamo al riposo, il lunedì la ripresa
diventa durissima”.
Secondo lei, nella finale con l’Avellino,
come dovrà affrontare il Napoli gara 1 tenendo
conto che andrà a giocare il ritorno in un
“Partenio” infuocato?
“Dovrà giocare per vincere, senza troppi
calcoli, non può fare diversamente. Deve giocare
con slancio, affidandosi a quei giocatori che
danno maggiori garanzie tipo Capparella, che è
un giocatore che farei sempre giocare. Lo stesso
discorso vale anche per Sosa che crea problemi
sia dal punto di vista fisico che da quello
psicologico. Abate è ancora troppo giovane per
una situazione delicata come questa e Calaiò
probabilmente non è riuscito a calarsi nella
categoria. Ritengo quindi che Sosa e Capparella
potrebbero rivelarsi determinanti, così come
hanno fatto a San Benedetto, in quanto sono due
giocatori in grado di creare fastidio in
qualsiasi momento a qualunque reparto arretrato”.
Secondo lei che lo scorso anno ha vinto con
l’Arezzo il campionato di C1 e quest’anno ha
dominato quello di B con l’Empoli, quali
differenze intercorrono tra il campionato di C1
e quello di B?
“La grande differenza è soprattutto fisica.
C’è un’intensità, un ritmo della gara
completamente diverso. In C puoi concederti cali
di ritmo durante la partita, mentre in B come
concedi un metro, l’avversario se lo prende e
non te lo da più. Nella serie cadetta per far
bene occorre quindi tenere sempre un’intensità
molto elevata. Ovviamente poi per vincere
occorrono sempre calciatori di qualità”.
A proposito di serie B, chi seguirà Empoli e
Genoa in A?
“E’ difficile dirlo soprattutto in
considerazione del fatto che la finale play-off
si giocherà il 26 Giugno. In quella data il
caldo sarà notevole e per questo motivo sarà
determinante la condizione fisica con cui si
arriverà a quell’incontro. Se oggi dovessi
sbilanciarmi direi Perugia”.
Ritiene giusto che per colpa di pochi
delinquenti si faccia disputare una semifinale
play-off tanto attesa come Cavese-Juve Stabia
(C2/C) in campo neutro ed a porte chiuse,
penalizzando in tal modo le due tifoserie?
“Qui si apre un capitolo brutto, delicato e
complesso. Ritengo vada preso come esempio
quanto fatto dall’Udinese che ha abbattuto le
barriere nella propria curva. Bisogna poi
inasprire le pene e chi sbaglia deve pagare
altrimenti non si troverà mai una soluzione in
tal senso”.
In un futuro prossimo, se le venisse offerta
la guida tecnica del Napoli come la prenderebbe?
“Benissimo, fermo restando che ho un grande
rispetto per mister Reja, che è stato un mio
allenatore. Nutro grande stima non solo per il
tecnico ma soprattutto per l’uomo Reja, in
quanto il tecnico goriziano mi è stato molto
vicino in un momento particolarmente delicato
per la mia carriera”. |