9/1/2006
(MICHELE CAIAFA) – “Sono situazioni che si
possono verificare, quelle dei fischi che mi
sono caduti addosso nella partita di giovedì
contro il Grosseto. Certo che ieri, quella
mia dichiarazione di voler lasciare Napoli a
termine della stagione, a causa delle
contestazioni, era solo una battuta, per
carità. Io vorrei rimanere a Napoli, visti
gli ambiziosissimi programmi societari, vita
natural durante. Mi piacerebbe restare qui
anche dopo essere giunti in serie A. E vi
dico di più, visto che lo prevedono i
programmi societari, perché non cercare di
meritarmi un posto sulla panca azzurra,
anche nel Napoli che calcherà i prestigiosi
palcoscenici internazionali?”. Queste le
parole del tecnico azzurro Edoardo Reja, che
smentiscono da subito quelle rilasciate da
Reja stesso, ieri, nella conferenza stampa
post-partita, rivelando che quella
dichiarazione rilasciata ieri era solo una
battuta, in quanto come spesso capita nel
post-gara, allenatori ed anche calciatori,
sono spesso sopraffatti dalle emozioni
ricevute durante la partita e le scaricano
negli spogliatoi. E battuta è stata anche
quella fatta ieri dal direttore generale del
Napoli, Pierpaolo Marino, che durante la
cena fatta a Castelvolturno con il trainer
Goriziano, aveva detto, scherzando, che
bisognerebbe annullare le interviste
post-match. Di certo l’allenatore friulano
ha dichiarato che, altro che andarsene, lui
vorrebbe restare a lungo nel meraviglioso
“Progetto Napoli”.
- Ma torniamo all’attualità, caro mister.
Perché allora quei fischi con il Grosseto, e
quelli in parte, sentiti anche ieri?
“Posso essere d’accordo con i fischi contro
la squadra, quando questa non gioca bene.
Cosa che comunque si sta verificando
raramente, anzi, prima della sosta
natalizia, il mio Napoli stava anche
crescendo ulteriormente sotto il punto di
vista tecnico-tattico, corsa alla crescita
generale della squadra, che sono sicuro
riprenderà presto. Certo una cosa è sicura:
Se c’è proprio da contestare, meglio
contestare il tecnico che la squadra”.
- 9 punti di vantaggio sulla seconda, anche
se il Frosinone, secondo in classifica, deve
ancora affrontare la difficile trasferta di
stasera contro il Lanciano. Ma questa serie
B, l’abbiamo in tasca?
“Siamo sulla strada giusta per agguantare la
serie B alla fine di questa stagione. Ma è
ancora presto per parlare di obiettivo già
raggiunto, in quanto siamo ancora all’inizio
del girone di ritorno, e mancano ancora 16
gare. Ma la concentrazione deve essere
massima in ognuna di queste partite, anche
perchè, è chiaro a tutti, che quando i
nostri avversari della C ci affrontano,
diventano tutti o quasi tutti, dei fenomeni.
Quando giocano contro di noi, per il blasone
e la forza di questa maglia azzurra che
corrisponde al nome di Napoli, danno tutti
il 300%. Ma nonostante ciò, e quindi le
continue difficoltà a cui andiamo incontro
quando scendiamo in campo, sono convinto che
questa squadra può fare molto di più”.
- L’anno scorso giocavate con Calaiò in
coppia con Pià ed in appoggio c’era
Capparella o Abate. Sosa entrava spesso a
quindici minuti dalla fine, tranne che nei
play-off, nel quale il Pampa giocò da
titolare al posto dell’attaccante
palermitano. Quest’anno invece, sembra che
dalla gara con il Pisa, la coppia che lei
preferisce, sia proprio quella formata dal
puntero argentino ed il bomber palermitano,
con Pià che entra a gara in corso. Quale il
motivo di questa preferenza?
“Come si diceva nella domanda, lo scorso
anno giocavano spesso in coppia Calaiò e Pià.
Ma questi due giocatori, soffrivano le
difese forti fisicamente della serie C, e
ribadisco serie C, perché sono sicuro che
Emanuele ed Inacio farebbero e faranno la
differenza insieme, nella serie cadetta. Ma
insieme soffrono le difese forti fisicamente
di questa categoria, ed allora preferisco
far scendere in campo Sosa, che con quella
sua stazza fisica, mette lui in apprensione
le retroguardie avversarie. Tengo comunque a
precisare una cosa: i nostri tre attaccanti,
hanno tutti e tre, caratteristiche
differenti. Le caratteristiche del Pampa,
sono evidenti, quelle di Emanuele, sono
quelle di essere anche lui una prima punta,
anche se con modalità di gioco completamente
diverse da quelle dell’argentino. Adesso si
sta adattando a fare la seconda punta in
coppia con Sosa, ma in realtà anche Calaiò è
una prima punta. E prima punta lo è anche
Pià, anche lui con diverse caratteristiche
dagli altri due, ma anche il brasiliano non
è una seconda punta. Sono tutti e tre dei
finalizzatori, uomini che attaccano gli
spazi, non delle seconde punte, che si sa,
hanno come caratteristica, quella di venire
a prendere la palla a centrocampo, per far
salire la squadra”.
- Ed allora, qualcosa ancora sul mercato si
farà, potrebbe arrivare, forse, proprio una
seconda punta?
“Qualcos’altro arriverà. Non so in che
reparto, anche se con l’arrivo di Lacrimini
e Cupi, tengo ad escludere, che i probabili
arrivi, potrebbero riguardare la difesa. Ma
queste domande è meglio rivolgerle al
direttore generale Pierpaolo Marino”.
- In tema di mercato, la squadra va
sicuramente completata a giugno, per
affrontare la serie B. Ma quanti di questi
calciatori che lei ha adesso a disposizione,
possono affrontare in maniera proficua,
anche un torneo nella serie cadetta?
“Ho parecchi giocatori nella rosa attuale,
che possono fare bene anche in B. Del resto
molti di questi, sono stati scelti dalla
società, proprio in vista della disputa del
campionato cadetto. Sicuramente poi, la rosa
verrà perfezionata dal direttore Marino”.
- Torniamo a parlare dei fischi di una parte
del San Paolo. Non sarebbe bello una
trade-union (unione) tra
pubblico-squadra-società, in vista
dell’obiettivo serie B?
“Ma in fondo questa unione c’è. Io auspico
che il rapporto fra squadra e pubblico,
possa ancora migliorare. Abbiamo una società
alle spalle potente e meravigliosa, una
società presieduta da un grandissimo
presidente, qual è Aurelio De Laurentiis, ed
un altrettanto grandissimo direttore
generale, conoscitore del mondo del pallone
a 360°, qual è Pierpaolo Marino. Tanti
allenatori vorrebbero alle spalle una
società così, ed io me la sto godendo tutta.
Certo sarei felicissimo se, l’unione città
di Napoli, squadra e società, si cimentasse
ancora di più, in vista del primo obiettivo
della scalata al calcio che conta, che è la
promozione in serie B”.
- Notizia di questa mattina, la conferma che
Roma-Napoli, di coppa Italia Tim, sarà
disputata a porte chiuse. Cos’è questa, una
sconfitta per il calcio?
“Sicuramente sì. Sono questi dei nei, di
questo bellissimo sport, che si chiama
calcio”.
E noi, caro Edy Reja, siamo d’accordo con
te.
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