1/3/2006
(MICHELE CAIAFA) – “La decisione di
restare in ritiro qui a
Castelvolturno anche questa
settimana, è stata presa insieme con
la società, per cercare di
migliorare quegli aspetti in cui non
siamo ancora riusciti a dare molto.
Dobbiamo riuscire di nuovo a fare
quelle prestazioni fuori casa a cui
avevamo abituato i nostri tifosi
prima della sosta natalizia”. Parola
di Pampa, il puntero argentino a
disposizione di mister Edoardo Reja.
- Allora caro Roberto, non si tratta
di un ritiro imposto dalla società?
“Assolutamente no. Abbiamo preso
questa decisione insieme, perché
dobbiamo ritrovare la stessa grinta,
la stessa voglia e fame che ci ha
caratterizzati nel girone d’andata e
che ci ha permesso di essere primi
in classifica. Ecco io la penso
così: dobbiamo pensare di avere
perso domenica scorsa contro il
Gela, in modo tale di scendere in
campo a Manfredonia ancora più
arrabbiati ed incazzati”.
- Ma i tre punti presi con il Gela
sono stati importanti…
“Certo. I tre punti ti danno sempre
sicurezza, ma se andiamo in Puglia e
facciamo la stessa figuraccia che
abbiamo fatto nelle ultime tre
trasferte, quei tre punti non
serviranno a niente”.
- Obiettivo B sempre fisso in testa
quindi?
“Il nostro obiettivo, non c’è
dubbio, è quello di agguantare la
serie cadetta alla fine di questa
stagione. Ma dobbiamo anche
dimostrare attaccamento alla maglia,
e tanto rispetto verso la società ed
i nostri magici tifosi”.
- Pampa, domenica Manfredonia, poi
due partite in casa contro Martina e
Pisa. Se si riusciranno a fare tre
vittorie consecutive, si potrà dire
che ormai il Napoli è in B?
“Questo no, ma potremo dire di avere
compiuto altri passi importanti
verso quella categoria. Io ho sempre
in mente, quando penso al percorso
da fare da parte del Napoli, alla
figura dell’alpinista. Lo scalatore
si sente arrivato solo quando
raggiunge la cima e piazza la
bandiera sulla vetta. La stessa cosa
varrà anche per noi, quando
riusciremo ad arrivare in cima e
piazzare la nostra bandiera, quella
sarà la nostra vittoria”.
- Con ogni probabilità, senza
volerti fare entrare nelle vicende
tecnico-tattiche che spettano sempre
al mister, domenica prossima a
Manfredonia sarà utilizzato lo
stesso modulo della gara contro i
siciliani del Gela, con degli
esterni puri messi sulle fasce del
centrocampo, Trotta a destra e
Capparella a sinistra, con
Bogliacino collocato di nuovo in
cabina di regia. E’ un modulo che
domenica ha funzionato bene, o
sbagliamo?
“Non si sbaglia a dire ciò. Nella
partita contro i siciliani è stato
fondamentale l’attacco continuo che
portavano sui terzini avversari i
nostri esterni di centrocampo. Non
solo questo però: altrettanto
importante è stato il lavoro svolto
dalle punte che coprivano gli spazi
e riuscivano a mettere in difficoltà
i difensori centrali avversari con
ripartenze veloci”.
- Ma non è che qualche piccolo
malumore aleggia nella mente del
Pampa, visto che ultimamente sei
stato di nuovo utilizzato da Reja
con il contagocce?
“Assolutamente no, non mi faccio
nessun problema di questo tipo. Se
vado in campo o resto in panchina è
la stessa cosa, preferisco le
emozioni incredibili che mi dà la
città di Napoli quando si vince a
quelle di avere la soddisfazione di
essere considerato un titolare
inamovibile”.
E queste sono parole di un
professionista serio, qual è di
certo il calciatore in questione,
Roberto Carlos Sosa. Parole che
servono a rinfocolare l’armonia di
gruppo, e far capire, se ce ne fosse
ancora bisogno, che qui a Napoli ci
deve essere un gruppo compatto,
avulso da egoismi personali, che
deve puntare ad un unico obiettivo,
la serie B conquistata alla fine di
questa stagione, per provare poi,
quelle emozioni stupende che regala
la città di Napoli quando si vince.
E’ vero Pampa…
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