--------------------------IL PUNTO--------------

 

ATALANTA REGINA, SPLENDIDA TERNANA

 

 

 

Finalmente. Si è chiuso il girone di andata più lungo della storia della serie B. I verdetti, parziali ma sinceri, suggello di una maratona arrivata solo a metà percorso. L'arrivo, così come il rush finale, è ben lontano.

 

Una regina acclamata con forza in barba ad ogni pronostico. L'Atalanta strapazza la Salernitana (1-3 all'Arechi) e grazie alle prodezze di Pazzini (due volte a rete) e Pinardi lascia i granata (di Perna il gol della bandiera) e resta comodamente in vetta. Giova ricordare che gli orobici ancora non conoscono il significato della parola sconfitta. Merito di un signor allenatore e di un'organizzazione da applausi. Uno dei pochi club a non aver usufruito dello spalmadebiti merita un applauso.

 

Atalanta bussa e Ternana risponde nel segno del tre, come le reti rifilate ad un malcapitato Pescara che cade sotto i colpi di Zampagna (doppietta) e Frick. Eccezionale anche la cavalcata di Beretta e company, sospinti da una tranquillità invidiabile e da un'organizzazione aziendale che si regge sulla saggezza del presidente Agarini e sulle capacità tecniche di uno dei direttori sportivi migliori della categoria, Stefano Capozucca.

 

In trasferta il Palermo perde ancora, che sia tutta tattica quella di Silvio Baldini? Fatto sta che a Bari i rosa cadono sotto i colpi di Cordova e De Rosa che annullano Corini. Boccata di ossigeno scevro da alchimie per i galletti, che si ridestano da un incubo lungo troppe giornate. Tornano nello spazio (dall'iperspazio) Toni e compagni, che hanno comunque tutti i mezzi per vincere a mani basse il campionato, mezzi che superano anche quelli delle squadre che precedono i siciliani. 

 

Chissà come sarebbe stato bello essere al Celeste quando il Messina si è trovato in vantaggio. I sogni della Sicilia giallorossa, messi in moto dal gol di Zaniolo, sono stati spenti da Rubino, che ha consentito al Torino di non perdere contatto con la zona A. La vera sorpresa di questo campionato resta comunque in posizione privilegiata per tentare un salto impensabile ad inizio torneo. Situazione ribaltata: molto più facile per Mutti che per Rossi.

 

Il Cagliari cade in quel di Firenze con i locali che continuano a credere in una portentosa rimonta. D'altronde, la Fiorentina si è accorta ben presto dei propri errori, e con un'adeguata campagna di rafforzamento spera di recuperare il terreno perduto in questi mesi. Sempre discontinuo il Cagliari, lo avevamo detto che con Reja non si sarebbe andati dritti in A. Questa una chiave di lettura del 2-1 (doppio Riganò e Albino) maturato nell'anticipo del Franchi.

 

In alto solo le prime due hanno viaggiato in quarta. Il Piacenza, contro quella ce si annunciava come una diretta concorrente per la serie A, il Genoa, non è andato oltre l'1-1 (Colombo e Foglio). Un punto che serve solo ad accorciare l'intera classifica di B: restano sospese le situazioni riguardanti le due squadre, l'una in corsa per la A, l'altra attenta ad evitare un'altra retrocessione in C1 sebbene gli acquisti invernali offrano ampi margini di garanzia.

 

Clamoroso quanto inopinato lo scivolone interno del Livorno, che cede al Vicenza per 2-1. Tamburini e Moscardi, inutile Protti nel mezzo. Espugnato l'Ardenza, bel colpo per Beppe Iachini che respira e sfrutta un bel filotto. Si rifà sotto la comitiva biancorossa, che si allontana dalle zone che scottano. I toscani, invece, perdono contatto con la zona promozione sebbene le distanze siano rimaste minime.

 

Squadre in salute. Il Treviso supera di slancio l'Ascoli, il 3-1 dei veneti è griffato Ganci (doppietta per lui) e Chiappara, gol della bandiera marchigiana di Pià. Ottimo il consuntivo del girone di andata per Buffoni considerando anche che la squadra è una neopromossa. Balbetta un po' dopo tanti eccessi palabrici, l'Ascoli di Ammazzalorso, sempre in un sottile limbo che la graduatoria è pronta a bruciare con qualche turno incrociato.

 

A ridosso delle grandi si è portata anche la Triestina, che appena poche settimane fa sembrava aver gettato la spugna. Quella squadra che un anno fa, alla fine del girone di andata, era prima in classifica con il favore del pronostico per il grande salto (dalla C2 alla A in tre anni) si è ripresa solo in questi ultimi tempi, con diversi giocatori (contro il Venezia ci ha pensato Fernandez). Gli arancioverdi invece sono in caduta libera, pagano lo scotto di un campionato oltre le loro possibilità.

 

La cura Maddè fa bene al Verona, che in casa sa solo vincere. L'1-0 contro il Como è firmato in pieno recupero da Mihalcea. Fascetti deve ricominciare tutto daccapo, le distanze dalla zona salvezza rimangono inalterate sebbene il filotto si prospettava interessante, molto interessante. Gli scaligeri fanno invece leva sull'esperienza e il carisma del loro nuovo allenatore, che ha prodotto quella scossa cercata da Pastorello.

 

Il Napoli finisce nella polvere anche a Bergamo, contro l'Albinoleffe che coglie una vittoria storica, per quanto non ci voglia parecchio a mettere sotto gli azzurri al giorno d'oggi. La squadra di Gigi Simoni si arrende alla prodezza di Possanzini che consegna tre punti d'oro al tecnico Gustinetti e inguaia ancora di più i partenopei, alle prese con filtri e sortilegi ma mai con i tre punti. L'attacco del Napoli si è fermato al San Paolo contro la Fiorentina: nel nuovo anno, zero gol fatti. Numeri che spingono a riflettere, seriamente.

 

 

 

Marco Santopaolo                                           18/1/2004

 

 

 

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