AZZURRI
PER SEMPRE, LUCIANO CASTELLINI "IL
GIAGUARO"
Luciano
Castellini è stato senza ombra di dubbio il più grande
portiere che la squadra azzurra ha avuto nell’ ultimo
quarto di secolo. Chissà quante volte avrà
rimpianto di non avere qualche anno in meno quando arrivò
nel 1984 Diego Armando Maradona, per avere la
possibilità di ripetere l’esperienza straordinaria
che visse nel 1976 con il Torino:quella cioè di
diventare Campione d’ Italia. Noi tifosi ci
sentivamo così sicuri con lui tanto che, un suo
errore, avrebbe rappresentato un
grosso…avvenimento, perciò anche negli incontri
in qui il Napoli veniva schiacciato nella sua area,
quasi sempre riusciva ad uscirne senza danni.
Arrivò nel 1978 scottato dall’ esperienza della
stagione precedente che, lo aveva visto perdere il posto
di titolare nel “Toro” a vantaggio di Giuliano
Terranno, e, di conseguenza, il posto da 12° in
Nazionale, proprio nell’ anno dei Mondiali in
Argentina. Però il suo riscatto personale fu immediato,
tanto che vinse ben 2 volte il “Guerin d’Oro”, la
speciale classifica del settimanale Bolognese che
premiava i migliori di ogni ruolo, sulla base dei voti
dei quotidiani sportivi. Non ebbe grande fortuna con la
maglia Tricolore perché si trovo davanti il
“Monumento”Zoff, di cui diventò grande amico, tanto
da sceglierlo come Testimone di nozze. Ebbe
comunque il tempo d’ incassare un gol nell’ unica
presenza (Italia - Belgio del 1977) giocando però solo
nella ripresa. La sua carriera è stata lunghissima:
iniziò nel Monza in serie B, poi 8 anni con il Torino,
ed infine 7 anni con gli Azzurri, concludendo nel 1985 a
40 anni. Oltre al soprannome citato nel titolo, anche il
grande Gianni Brera l’incluse nella sua personalissima
galleria di appellativi battezzandolo “Fanfulla”,
forse in omaggio alle sue origini Milanesi.
Emanuele
Orofino
10/6/2003