BISOGNA CAMBIARE SUBITO

 

"Non posso essere io a buttare la palla dentro", Agostinelli dixit. "Interverrò pesantemente sulla squadra", Naldi dixit. Di primo acchito potrebbero sembrare due dichiarazioni lineari, sulla stessa lunghezza d'onda contro chi va in campo. Ad un esame approfondito, tuttavia, ci si accorge che non è così. Lo sconforto del tecnico del Napoli gli si legge in volto, emaciato da un disco rosso che lo perseguita. A parte quello dello stadio Romagnoli, parliamo di quello riferito alla classifica: il semaforo è ancora come il disco. Rosso. Il Napoli non passa e non riesce a passare, poche luci e molte ombre sulla squadra. Oscuro anche l'oracolo Naldico, sembrerebbe. Così non è, l'ermetismo viene spesso commentato con quattro pagine di foglio protocollo. Il patron azzurro ha dichiarato di voler intervenire sulla squadra che a suo - e di tutti - dire non risponde. Poiché è palesemente impossibile intervenire sulla squadra, dove per squadra intendiamo Marcolin, Vidigal e Dionigi, per squadra va intesa la parte tecnica del calcio Napoli. E così, se il mercato dei calciatori è ermeticamente chiuso fino a gennaio, quello degli allenatori è più aperto della porta che si sfonda parlando con Naldi della bontà di un cavallo purosangue. A meno che il presidente non abbia deciso di vestire i larghi panni di Luciano Gaucci, e stia meditando di portare tutti in ritiro. Ipotesi improbabile. Al di là di quel che può essere un'analisi del sibillino Naldi-pensiero, interpretabile in maniera inequivocabile soltanto dai migliori psicologi e da nessuno degli addetti ai lavori, c'è un dato di fatto ineluttabile. La classifica e il gioco del Napoli. La squadra qualche progresso lo ha fatto registrare, ma non ha vinto. Ed è ultima. Il Napoli non è un Pescara o un Albinoleffe anche se lo si sarebbe dovuto inquadrare come tale fin dall'inizio, visto che la campagna acquisti effettuata è stata presentata come la migliore della B. Errore clamoroso, Napoli ha anteposto il nome alla “squadra”, concetto puro del gioco del calcio.  Adesso però i giochi sono fatti e non si può sbagliare. Sembra invece che al peggio (vedi Colomba) non ci sia limite. Bisogna perciò cambiare, e subito. Prima che i sussurri sul rigore calciato da Dionigi diventino voci, prima che i bisbigli sulla determinazione di alcuni giocatori diventino parole, prima che i mormorii sulla spaccatura nello spogliatoio diventino grida. Insomma, prima che il Napoli finisca del tutto nella polvere, occorre una svolta. Agostinelli doveva essere mandato via già da tempo, è brutto dire "lo avevamo detto" ma è così. Si è perso ancora tempo, sulla improbabile lungimiranza e sull’equivocato fattore "42". Le giornate infatti sono uguali per tutti e per tutte, così come l'intensità agonistica che rischia di risucchiare il Napoli in una spirale tremenda e vertiginosa. Come una calamita che attira un Ago verso il vuoto. Treviso è alle porte, continuare con questo allenatore non avrebbe senso, visto che si è appurato che la fiducia nei suoi confronti non esiste, forse non è mai esistita. Da parte di tutti e di nessuno. Cambiare è lecito e legittimo, aspettare deleterio. A Naldi, come sempre, l'ultima parola. Il presidente è liberissimo di continuare a sbagliare. Speriamo che almeno riascolti quanto egli stesso ha dichiarato.

 

 

Marco Santopaolo                                   12/10/2003

 

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