ESCLUSIVA DI PIANETAZZURRO!!!
BORGOBELLO:
"CONTRO
IL NAPOLIi VITTORIA A TUTTI
I COSTI"
TERNI
- Tra un allenamento è
l’altro sotto la guida di
quel vecchio lupo di mare
del calcio nostrano che è
“Maciste” Bolchi, da
poco subentrato a Mario
Beretta, nel tentativo
scaramantico di fare a Terni
ciò che gli riuscì fra il
maggio ed il giugno del 1999
alla guida della Reggina
(promozione in A dopo essere
subentrato a Gustinetti in
dirittura d’arrivo),
riusciamo nell’impresa di
scambiare quattro
chiacchiere con Massimo
Borgobello, centravanti
rossoverde da diverse
stagioni autentico emblema
della società che fa capo
al presidente Agarini. 33
anni, una carriera fino a
qualche stagione fa
caratterizzata da una
continua gavetta fra
dilettanti nazionali e
puntatine in C/1, fra cui
un’esperienza ad Ischia
sette anni orsono, il
centravanti originario di
Sacile, operosa cittadina
friulana della provincia di
Pordenone, è un po’come
il vino delle sue parti: più
invecchia, più è buono,
valutazione che scaturisce
in base ai gol a grappoli
che caratterizzano le sue
stagioni successive alla
soglia, benedetta o
maledetta fate voi, del
trentello. Guardate, ad
esempio, i dati relativi
alla scorsa stagione: 37
presenze, 18 reti, tante
quanto non ne aveva mai
fatte neppure quando giocava
in squadre che si chiamavano
Caerano o Conegliano.
Con
Massimo Borgobello iniziamo
ad addentrarci nei meandri
del match di domenica
prossima, che vedrà opposto
il Napoli di Gigi Simoni
alla Ternana, sul bel manto
erboso del “Liberati”.
Un match difficile da
decifrare: da un lato gli
azzurri, senza più
obiettivi, da un lato la
formazione di Bolchi, reduce
da un girone di ritorno più
nero del carbone, che
sembrerebbe averne
compromesso le ambizioni di
grande salto.
Allora,
Borgobello. Da cosa può
essere dipeso questo calo
così vistoso come il
vostro?
“Il
calo che abbiamo subito nel
girone di ritorno è dipeso
da tutta una serie di
fattori, anche abbastanza
diversi fra loro.
Innanzitutto, partiti non
fra i favoritissimi della
vigilia, abbiamo disputato
una prima fase di campionato
interamente all’insegna
della tranquillità, con i
risultati che sono stati
dalla nostra parte.
Paradossalmente, credo che
proprio questa sia stata la
causa del nostro crollo nel
girone di ritorno: qualche
risultato non proprio
favorevole ed ecco che tutta
la tranquillità con cui
scendevamo in campo in
precedenza se n’è volata
via in un baleno. La paura
di perdere ha iniziato a
prendere il sopravvento ed
eccoci qua.”
E
alla fine ha pagato Beretta…
“Beretta
è prima di tutto una brava
persona, oltre che un
tecnico perfettamente
preparato, che in questo
anno e mezzo che è stato
con noi ha seminato più che
bene, ottenendo risultati di
tutto rispetto. Purtroppo,
quando questi vengono meno e
le cose iniziano ad andare
male chi paga è sempre il
tecnico. Sono le regole del
gioco. Purtroppo.”
In
cuor vostro, quante speranze
ci sono di agguantare almeno
un sesto posto che avrebbe,
viste le premesse, il sapore
di un miracolo? In base a ciò,
che Ternana si troveranno di
fronte Simoni e la sua
truppa?
“Certo,
la speranza, come si dice,
è sempre l’ultima a
morire, anche se noi stessi
ci rendiamo conto che è
difficilissimo ora come ora
risalire la china e tornando
ad occupare le posizioni che
contano. In questo senso, se
si vuol tentare l’impresa,
bisognerà scendere in campo
contro il Napoli con tanta
tanta cattiveria agonistica,
anche considerando il fatto
che ci troveremo dinanzi una
fra le squadre più in forma
del campionato, che annovera
fra le proprie fila fior di
giocatori. La gara di
domenica rappresenta per noi
l’ultima spiaggia per
provare ad agganciare il
treno che porta alla massima
serie, oltre al portare
una ventata di
entusiasmo di cui l’intero
ambiente ha bisogno.”
A
proposito di Napoli, va
detto che il suo è uno di
quei nomi che ogni estate
vengono accostati alla
società azzurra. Invenzioni
dei giornali o c’è
qualcosa di vero in tutto ciò?
“Quando
un calciatore viene
accostato al Napoli, società
che, senza alcuna retorica,
rappresenta una fra le più
grandi piazze d’Italia, la
cosa fa sicuramente piacere.
In un paio di circostanze,
almeno stando a quanto mi è
stato detto, la possibilità
concreta di vestire la
maglia azzurra c’è stata
sul serio, ma poi non se
n’è fatto nulla. Un mio
futuro al Napoli? mi farebbe
piacere, anche se allo stato
attuale in azzurro vi sono
tanti attaccanti validi che
meriterebbero tutti di
giocare.”.
La
sua carriera annovera anche
un’esperienza in Campania,
con la casacca gialloblu
dell’Ischia. Ce la
racconti un po’…
“Sono
stato ad Ischia nel 96-97,
un’esperienza
indimenticabile per il
calore della gente e per il
gran campionato disputato,
fra mille difficoltà, con
Pierino Cucchi in panchina e
Billone Monti capitano.
Giocare in Campania
rappresenta sempre
un’emozione
particolare.”
Allora
il mare le piace, non è
vero?
“Già…”
Paolo
Bordino
15/4/2004
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