ESCLUSIVA PIANETAZZURRO

 

CARO CARRARO TI SCRIVO

 

 

Caro presidente Franco Carraro. Sono giorni difficili per il calcio. Lo scandalo delle scommesse sta assumendo dimensioni sempre più ampie, aumentano i giocatori e le società coinvolte. E non è solo un momento di crisi dello sport caro agli italiani. La catena delle illegalità (e qui si sommano l’inchiesta sulle false fideiussioni e l’altra sui bilanci dopati) porta dritti ad un sistema che si nutre da tempo di troppe attività da malaffare. E lo sport, e questo sport, ne perdono e ne hanno perso in credibilità. Una volta - e in queste storiacce è sempre bene guardare un po' al passato -, non molti anni fa c'erano gli ispettori della Federcalcio che vigilavano sulle partite, soprattutto su quelle facili. C'era una Procura del calcio che anticipava le inchieste, non se le faceva piovere addosso. Oggi ci sono ancora sia gli investigatori che gli inquirenti, ma - ci perdoni presidente Carraro - s'avverte la sensazione che il loro lavoro sia soffocato da una nebbia che cala dall'alto, da una volontà superiore che quasi imponga il non dire, il non indagare e predichi l'insabbiare.
Egregio presidente, le regole in questo strano mondo del pallone esistono, ma rispettarle, per molti, è un accessorio. È superfluo. Anche perché l'impunità, a tutti i livelli, è il modo di essere di parte del calcio. Nessuno parli di complotti, se retrocessioni ci saranno. Perchè non possiamo far finta di nulla quando dal di dentro del calcio non c'è la volontà di rompere la ragnatela di connivenze e omertà che porta le prove dei misfatti. Qui non si tratta di essere tifosi di questa o quella squadra aspettando ripescaggi e promozioni su carta bollata, si tratta solo di essere dalla parte della giustizia. Grazie, presidente Carraro. E riaccenda con noi la luce: quella di questo sport che da troppo tempo è al buio.

 

Tony Iavarone 

                                      1/6/2004

 

 

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