CASO
CATANIA, QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DI VIA ALLEGRI
*
Il
campionato di serie B è terminato sabato scorso con la
retrocessione sul campo di Salernitana, Cosenza, Genoa e
Catania e la contestuale salvezza di Napoli e Venezia.
Nonostante ciò, gli echi della cronaca sportiva di
questi giorni non fanno
che riecheggiare la battaglia giudiziaria intentata dal
Catania innanzi al Tar Catania contro la FIGC , al fine
di riottenere i due punti concessi e poi revocati per la
vicenda Siena/Martinelli.
Sembra
giusto ora che le vicende agonistiche sono terminate,
cercare di fare un po’ di chiarezza sui risvolti
giudiziari di questa famigerata partita Catania / Siena.
La
vicenda inizia con il ricorso presentato dagli etnei
alla Commissione Disciplinare affinchè si accerti che
il giocatore Martinelli, squalificato per una giornata
dal giudice sportivo abbia poi giocato regolarmente
contro il Catania la partita successiva e che non valga
la considerazione che il giocatore abbia scontato la
squalifica non giocando con la formazione primavera
senese.
La
Commissione Disciplinare respinge in prima istanza il
ricorso del Catania. Gli etnei allora ricorrono alla
Cassazione del calcio la cd. Caf che è organo di ultima
istanza e le cui decisioni sono inappellabili. La Caf
riconosce che effettivamente Martinelli si trovava in
posizione irregolare nella partita disputata contro il
Catania e per questo motivo assegna la vittoria a
tavolino come da regolamento agli etnei. Il regolamento
è stato applicato correttamente anche se è da
considerare che è iniquo, che per la negligenza di un
dirigente di una squadra, le altre compagini devono poi
sentirsi lese in termini di classifica dalla vittoria
assegnata a tavolino alla squadra beneficiaria. Visto
che nel corso di questa procedura sono stati riscontrati
dei vizi di forma e visto la forte pressione fatta dalle
altre squadre in lotta per non retrocedere sulla FIGC,
che si sono sentite pregiudicate dal provvedimento della
Caf, il Pres. Carraro seppur in modo tacito ha ammesso
che le società lese nei loro diritti li facessero
valere innanzi alla Corte Federale. Ciò ha
rappresentato un evento per la giustizia calcistica
italiana e se ci permettete forse il grande errore
commesso dalla Federazione. Difatti com’è notorio le
decisioni della Caf sono inappellabili, cosicché il
ricorso alla Corte Federale in via straordinaria, è
stato motivato con il fatto, che vi era necessità di
colmare eventuali vuoti di tutela di diritti
fondamentali, sia personali che associativi non
altrimenti protetti. La decisione della Corte Federale
di togliere i due punti al Catania, ha provocato il
conseguente e prevedibile risentimento degli Etnei, i
quali in barba della clausola compromissoria hanno a
loro volta violato le regole della giustizia sportiva,
adendo la giustizia ordinaria e nella fattispecie il Tar
Sicilia per fare valere i loro diritti, a mio avviso
giustamente lesi, in quanto non vi poteva essere in via
ordinaria competenza della Corte Federale a riformare
una decisione della Caf.
Il
Tar ha emesso ordinanza con cui ha annullato la sentenza
della Corte Federale e fa rivivere la sentenza Caf in
virtù della quale il Catania con due punti in più
sarebbe salvo mentre Napoli e Venezia dovrebbero
disputare uno spareggio. La FIGC per bocca del Pres.
Carraro, ha fatto sapere che vale solo la classifica del
campo e che pertanto non vi è volontà di uniformarsi
alla decisione del Tar. Anzi la federazione ha già
proposto contro l’ordinanza del TAR, ricorso al
Consiglio di Stato. Il Catania ha però l’intenzione
stante l’inerzia dell’ Amministrazione nel caso di
specie la FIGC, di voler adeguare la classifica della
serie B all’ ordinanza del Tar, di far nominare allo
stesso organo giudicante amministrativo, un commissario
ad acta che
recandosi in FIGC obblighi la Federazione ad ottemperare
alla decisione del Tar e quindi, che imponga la
federazione a comunicare
ufficialmente che il Catania Calcio è salvo e
che si deve disputare uno spareggio tra Napoli e Verona.
Naturalmente la FIGC non è disposta a darla vinta alla
società siciliana, in primis perché ha delegittimato
l’ordinamento della giustizia sportiva adendo in
violazione della clausola compromissoria un ordinamento
giudiziario non consentito; in secondo luogo, in attesa
della decisione del Consiglio di Stato che potrebbe
anche sovvertire la decisione del Tar, sarebbe
impossibile organizzare uno spareggio tra Napoli e
Venezia, che salvatesi regolarmente sul campo, hanno
imposto ai propri atleti il “rompete le righe”
mandandoli in vacanza.
Quali
potrebbero essere gli sviluppi a questo punto?
Ciò
che è certo che la Federazione deve prendere una
decisione giusta e di buon senso, cercando di
contemperare le varie esigenze, quindi quelle di Napoli
e Verona ma anche quelle del Catania, che ribadiamo in
punta di diritto e nel merito ha pienamente ragione a
richiedere la vittoria a tavolino. La procedura seguita
dal Catania è stata sbagliata nella seconda fase anche
se necessitata dalla contingenza, nell’aver adito il
Tar organo di giustizia ordinaria, però allo stesso
tempo bisogna dire che questo comportamento è frutto
del precedente pastrocchio creato dalla FIGC, la quale
per prima ha violato le norme della giustizia sportiva,
permettendo alle società interessate di proporre
appello ad una decisione della Caf. In conclusione si può
quindi affermare che spetta solo a Carraro risolvere in
modo onesto ed equo questa vicenda grottesca, visto che
è stato egli stesso a rendere una questione di diritto
sportivo una questione di “Stato”, al punto tale che
oramai siamo davanti ad una buffonata della quale tutti
i tifosi non hanno più la voglia di sentirne parlare.
*
Via Allegri a Roma è la via ove ha sede la Federazione
Italiana Gioco Calcio
di
Luigi Giordano
10/6/2003