CUEVAS VUOLE IL NAPOLI
Nelson Cuevas,
bomber paraguaiano di 22 anni, sogna il Napoli e non fa nulla
per nasconderlo. Ha giocato nella sua terra d’origine tra lo Sport
Colombia e l’Atletico Tembetary fino al giorno in cui fu scoperto
dal River Plate che nel ’99 gli aprì le porte del grande calcio,
ma ora Cuevas pretende di più: è esaltato dal sogno del calcio
italiano e il contatto con il Napoli lo emoziona: "Sono pronto
e l’idea di poter giocare nel Napoli mi esalta". Il problema
è che, dopo un primo sondaggio la trattativa con la squadra del
giovane puntero, il River Plate, si è arenata.
Per vedersi prestare Cuevas per un anno bisognerebbe
cedere anche Husain in prestito al River Plate, ma non pretendere
una lira di più. Ai campioni d’Argentina il Napoli ha
proposto di tenersi Husain cedendogli in cambio Cuevas più una
manciata (consistente) di milioni. Per la necessità di aggiungere
denaro allo scambio Husain-Cuevas, si è raffreddato
l’interesse del River. Il presidente del club argentino, Josè
Maria Aguilar, ha spiegato chiaramente la situazione in
un'intervista rilasciata a Radio del Plata nel corso del programma
Dos de Punta: "Non diamo per chiusa la possibilità che Husain
resti ancora con noi, perché il giocatore vuole restare e perché
noi vorremmo tenerlo ancora qui. Il Napoli, però, chiede 500mila
dollari per il prestito di un anno e questa è una spesa che il
River non può affrontare". Ma siccome la volontà dei due
calciatori in questo momento conta molto, proprio Cuevas sta
tentando di convincere il River. L’agente Fifa Domenico Cardone
gestisce il giocatore per il mercato italiano e aspetta un cenno dal
Napoli. L'attaccante è in ansia: "Basta una telefonata da
parte dei dirigenti azzurri per dare un’accelerata
all’affare", ha spiegato Cuevas che in questo momento si
allena con il River Plate.
Cuevas è l’uomo che ha regalato il titolo nel torneo Clausura
alla squadra allenata da Ramon Diaz. Ed è stata una sorta di
rivincita. Diaz, infatti, non ha molta fiducia nel giovane
paraguaiano e lo ha spesso tenuto ai margini fino al giorno del
decisivo match tra River Plate e Racing. A tempo scaduto, Cuevas
partendo da centrocampo ha dribblato sei avversari compreso il
portiere Campagnolo, terminando la sua corsa fin dentro la porta
avversaria. Quel gol, al 92’, ha regalato al River Plate il titolo
del Clausura con una giornata di anticipo. E l’allenatore
Ramon Diaz, che aveva promesso che se la squadra avesse vinto il
campionato, avrebbe sorteggiato fra tutti i giocatori una Mercedes
ultimo modello comprata a sue spese, gli ha regalato la fiammante
auto al ritorno dai Mondiali. La voglia d’Italia è immensa per
Cuevas, autore di una doppietta contro la Slovenia ai Mondiali. In
Argentina conoscono bene Napoli, gli hanno parlato del San Paolo:
"Ma è vero che lì viene più pubblico che alle partite del
River Plate?", chiede. E senza aspettare risposta continua:
"Vorrei giocare lì. Sarebbe un sogno per me".
Cesare Maldini, ex cittì della nazionale
paraguaiana ai recenti mondiali nippo-coreani, accetta volentieri di descriverci il
giovane attaccante: "È bravo, molto bravo. E ha ancora margini
di miglioramento".
Ma è un giocatore adatto al calcio italiano? "Questo non posso
dirlo. L’esperienza mi insegna che ogni giocatore ha un impatto
diverso con un nuovo campionato. Però io ho piena fiducia nelle
possibilità di questo ragazzo che mi ha colpito per le doti
naturali che ha. È molto bravo nel governare la palla, ma non
è semplicemente un giocoliere. Sa sempre cosa fare quando riceve un
passaggio. Anche se ha ancora tantissimo da imparare. E per questo
dico che il Napoli di oggi per lui sarebbe un traguardo
importante".
Perché?
"Perché a Napoli c’è Franco Colomba, un allenatore che sa
come far crescere un giovane. Colomba è uno dei pochi tecnici che
conserva la voglia di insegnare ai ragazzi, per Cuevas sarebbe
fondamentale".
Cuevas è giovane, brillante, ma in B il gioco è duro, come reagirà?
"Se c’è una cosa che non lo spaventa sono i contrasti. A
vederlo non si direbbe perché ha un fisico minuto. Eppure nei
contatti in campo non ha paura di niente".
Nel River Plate, Diaz non lo ha utilizzato spesso. Cosa significa?
"Non so cosa possa significare. Il ragazzo, durante il ritiro
mi ha spiegato che l’allenatore non aveva fiducia in lui, io però
l’ho trovato pronto, ben preparato. Insomma, io la fiducia gliel'
avrei data. Così come gliel’ho data durante il Mondiale".
Pregi e difetti?
"Partiamo coi pregi: è rapido, attento, grintoso, coraggioso.
Il più grande difetto nasce dalla giovane età: è impulsivo, deve
ancora imparare molte cose del calcio. Però se qualcuno cerca di
insegnargliele è contento: non è di quelli che pensano di sapere
già tutto".
Insomma è un giocatore da Napoli?
"Io dico di sì. Può essere una piacevole sorpresa. E poi in
quella città e con quell’allenatore non può che fare bene. A
proposito ma ha già firmato?".
Vincenzo
Letizia
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