La
faccia
tosta
di
Antonio
Matarrese
ha
dell’incredibile.
Si
sveglia
adesso
per
dire
che
il
calcio
“ha
toccato
il
suo
punto
più
basso”,
“che
i
soldi
dei
diritti
TV
sono
stati
gestiti
nel
peggiore
dei
modi”.
Bella
scoperta,
ma
lui
dov’era
quando
queste
cose
succedevano?
Vero
è
che
anche
il
Napoli
fu
avvantaggiato
da
una
sua
direzione
piuttosto
sbarazzina,
ma
ora
venire
a
fare
la
predica,
denunziare
questo
e
quello
solo
in
funzione
pro
domo
sua...
Oggi
i
soldi
sono
stati
distribuiti,
quasi
interamente,
a
Milan,
Juventus
ed
Inter,
ai
suoi
tempi
i
primi
denari
provenienti
da
Tele+
andarono
a
finire
dritti
dritti
nelle
tasche
dei
calciatori
dando
così
il
via
a
quei
contratti-capestro
che
furono
la
rovina
di
diverse
società,
Napoli
in
primis.
Primo
avvento
della
pay-tv,
giornate
spezzettate,
anticipi
e
posticipi,
partite
al
sabato,
al
lunedì
ed
una
montagna
di
soldi
che
piovve
nelle
casse
di
quasi
tutti
i
club
i
quali,
anziché
investire
nei
vivai
e
nei
giovani,
hanno
assecondarono
i
capricci
di
calciatori-divi
e
procuratori
arrembanti
dando
così
origine
ad
un
mercato
da
terzo
mondo.
Trame,
alleanze,
dispetti,
giocatori
ceduti
quand’erano
stati
appena
confermati
e
giocatori
presi
subito
dopo
aver
detto
che
certe
cifre
rappresentavano
uno
schiaffo
alla
miseria
ed
all’incertezza
economica
del
paese.
Le
stoccate
del
vicepresidente
della
Lega
hanno
fatto
eco
all’appello
del
Capo
dello
Stato
Carlo
Azeglio
Ciampi
il
quale
nel
ricevere
gli
atleti
in
partenza
per
le
Olimpiadi
di
Atene
ha
sottolineato
come
“i
soldi
dei
diritti
TV,
se
sperperati,
rischiano
di
diventare
una
droga
per
il
calcio”.
C’è
stato
un
consenso
unanime
a
quello
che
è
stato
un
vero
e
proprio
monito
da
parte
del
Presidente.
I
richiami
provenienti
dal
Quirinale
hanno
investito
un
calcio
ormai
privo
di
valori,
preda
dei
violenti
e
scombussolato
da
scandali
a
ripetizione.
Tutti
in
piedi
ad
applaudire:
dai
vertici
federali
fino
ai
banchi
del
Parlamento
per
convenire
che
così
non
si
può
andare
avanti.
Gli
italiani
prendono
atto
ma
lo
avevano
capito
già
da
un
po’.
Forse
è
per
questo
che
Matarrese
lancia
la
provocazione
di
voler
delegare
l’elezione
del
“governo”
calcistico
direttamente
al
popolo.
Andare
alle
urne
per
eleggere
i
successori
di
Carraro
e
Galliani.
Tra
quali
candidati?
Qui
non
è
questione
di
elezioni,
ma
di
capire
che
ci
vuole
ben
più
di
una
legislatura
per
ripulire
il
calcio
dalle
sue
scorie
e
sarà
molto
difficile
farlo
finché
certi
personaggi,
eletti
e
non,
resteranno
nell’orbita.
Forse
è
più
verosimile
credere
che
a
Matarrese
non
vada
a
genio
la
solidarietà
che
si
sta
muovendo
in
direzione
Napoli
da
un
po’
tutte
le
parti,
Quirinale
compreso.
Più
sono
gli
attestati
di
affetto
per
il
ciuccio
zoppo,
più
è
la
speranza
di
salvarsi
e
di
iscriversi
al
campionato,
minori
sono
le
possibilità
del
Bari
di
essere
ripescato
in
serie
B.