DE LAURENTIIS ED UN KOLOSSAL 

SUL NAPOLI

 

Fulmini e saette legali, come in quei prime time americani dove gli avvocati non lasciano scampo. Una pellicola più grande, più fine ce l'ha però nel cassetto. Lui produce, è abituato ad osservare il paziente lavoro di decine di registi dal suo ufficio. E, per non smentirsi, ha acceso il suo monitor anche su Castelcapuano. Ha notato giudici guerrafondai che si dimenavano tra mille carte bollate, a volte senza un riscontro serio su cui battere. E ha deciso: giù duro con un'offerta, seria come il suo gruppo, notevole come il suo nome. Perché Aurelio De Laurentiis è uno che non molla. Aveva provato a prendere il Napoli da Ferlaino, l'ingegnere preferì cedere a Corbelli, una gestione che fu la perfetta anticamera dell'uragano Naldi. E De Laurentiis ci restò male, ma calmò il suo sponsor, il presidente boom Roberto Fiore. Si pensava che sarebbero ricomparsi insieme sulla scena. Così è stato, ma non dalla stessa parte del tavolo. Fiore sta con Caretti ed il suoi 25 milioni cash. De Laurentiis si oppone: 47 milioni per la B, 25 per la C. Concorrenti spiazzati, tutti. Gli affari sono affari: via i pesci piccoli, c'è un pesce più grosso che mangia tutti. Un pesce doc, non legato ad altri marchi. Libero. Abilità dell'affarista: rate trimestrali per una cifra che supera di un solo milione di euro quella fatta da Luciano Gaucci, che dalla sua ha la tempistica ma non la sostanza. Si vedrà. Certo è che il presidente dell'Unione dei produttori cinematografici mondiali non può essere secondo a nessuno se decide di scendere in campo. In punta di piedi, tout court. Si concede a chi gli chiede del suo progetti, responsabilmente non fa nomi. Perché sa che prendere il Napoli non è comprare una scuderia di purosangue, che è anche una cosa difficile. Vuole rilanciare il sud, ne fa una questione meridionale. Progetto affascinante, forse esagerato. Ma si comincia da Napoli, comunque vada. E ai napoletani tutto ciò non può che fare piacere. Così come la gente di Napoli attende Gaucci: se sarà B con lui, pretende una grande squadra. Una totalmente diversa da quella che sta nascendo nell'amena Toscana. Se non sarà B con lui, attende i danni che Big Luciano chiederà per devolverli in beneficenza. Se De Laurentiis riuscirà nel progetto di spostare il suo set all'ombra del Vesuvio, Napoli potrà divertirsi come al cinema. In quale categoria, saranno i giudici a deciderlo. E chissà che finale ha previsto, De Laurentiis, per il suo Napoli: aspettiamo il prologo per valutare la pellicola, al confronto parecchie altre offerte valgono cortometraggi. Anche perché il regista è simpatico a chi eroga la luce del calcio. E di questi tempi, c'è da crederci, non è poco. Soprattutto se il regista ha danari da farci il bagno.

 

 

 

Marco Santopaolo                                           25/8/2004

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