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di Vincenzo Letizia

              DE ROSA:"LE GRANDI VERRANNO FUORI"

L'avventura di Luigi De Rosa sulla panchina del Cosenza è durata appena 8 partite. Promosso in prima squadra dopo due anni da "secondo" di Lino Mutti, De Rosa aveva iniziato bene, conquistando 8 punti nelle prime 4 gare (2 vittorie, una in casa ed una in trasferta) e due pareggi. Poi è arrivato il momento no: le 4 sconfitte consecutive (in casa con Como e Reggina, fuori con Vicenza e Salernitana) e il conseguente esonero. "Il mio Cosenza ha sempre sfoderato delle ottime prestazioni – ha spiegato De Rosa all'Agenzia Italpress -; sul piano del gioco non siamo mai stati messi sotto da nessuno. Purtroppo non siamo stati fortunati e non abbiamo fatto risultato. Facevamo errori banali, la mia difesa giocava da 7 e magari incassava un gol per l'errore di un singolo. In questi casi c'è ben poco da fare. Sinceramente non mi aspettavo l'esonero, proprio
perché la squadra rispondeva sul campo; purtroppo contano i
risultati ed accetto questa regola del calcio. Ma io non ho
nulla da rimproverarmi, rifarei tutto".

De Rosa è uno dei sette allenatori fin qui esonerati, dopo appena 12
giornate. "In effetti un po' troppi 7 esoneri – ha commentato -. Purtroppo ci sono troppe pressioni; tutti vogliono
vincere, tutti vogliono andare in A e alla prime difficoltà
si manda via l'allenatore per dare una scossa alla squadra o
all'ambiente. Non sono d'accordo".


Secondo De Rosa il torneo di quest'anno sta confermando quanto sia difficile ed equilibrata la serie cadetta: "E' il solito campionato,
lungo, estenuante, difficile, combattuto. Dicono che
quest'anno sia un'A2, ma non è vero: è la solita Serie B,
anche se ci sono giocatori di grandi qualità come Miccoli,
Buonocore, Oliveira e tanti altri che possono fare sempre la
differenza. In B se vinci 3-4 partite di fila ti ritrovi in
zona promozione, o viceversa. E' un torneo lungo, dove c'è
sempre il tempo per recuperare, ma anche il rischio di
mettersi nei guai. Per questo i presidenti dovrebbero avere
un po' di pazienza in più. Come ogni anno ci sono delle
sorprese come Modena e Como, o come il Palermo. La squadra
rosanero rispecchia lo stile di Lino Mutti, squadra tosta,
quadrata, ben messa in campo. Alla fine, come ogni anno,
credo che le grandi verranno fuori: verso febbraio-marzo
saranno tutte lì a lottare per i primi quattro posti.
Ternana e Cagliari, finora, hanno deluso, ma umbri e sardi
hanno le capacità, l'organico per risalire la china e
ripetere l'impresa del Torino dell'anno scorso".

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