8/1/2005
(Luigi Petagna) - La stracittadina romana ha creato diverse polemiche per l’esultanza un po’ troppo carica di entusiasmo, del capitano della Lazio Di Canio. Molti hanno condannato, qualcuno ha minimizzato, secondo me non c’era bisogno di andare sotto la curva avversaria per gioire, poi un po’ il suo comportamento è stato sopra le righe. Le sue spiegazioni nell’intervista non hanno convinto, le frasi troppo enfatiche: “Non ho offeso nessuno“, uscendo dal campo il gesto di spregio verso la curva giallorossa e i due “vaffa” a Dellas cosa sono? Il richiamo alla maglia di Totti “ Vi ho purgato ancora ”, altrettanto provocatoria non giustifica una reazione all’infinito, gesti del genere possono aizzare il pubblico. Esagerata quella t-shirt con la frase Samurai, il calcio non è una guerra. La cosa che sta facendo più discutere, oltre alla dedica di Di Canio ai tifosi diffidati, è il saluto romano rivolto alla proprio curva all’uscita. Il mondo politico si è subito scatenato, chi accusando il giocatore, altri ergendolo ad eroe. E’ stato anche ricordato il pugno chiuso con il quale Lucarelli festeggia i gol del Livorno ( tifoseria che non ha trovato di meglio che festeggiare la promozione storica degli amaranto in adorazione a Stalin). Sta di fatto che la verità è che la politica c’entra con il calcio come un cavolfiore intinto in uno cappuccino; certi estremismi andrebbero tenuti lontani dal gioco, esultare è un conto, inneggiare alla poltica è un altro, i protagonisti che sono pagati profumatamente, non possono lasciarsi andare. Che Di Canio sia fascista non interessa, qualche altro scambio di opinioni, qualche processo, tutto sarà cancellato, dimenticato come i personaggi coinvolti nei tafferugli dopo Lazio-Roma, subito liberi, congratulazioni. |