--------------------------IL PUNTO--------------
DOMENICA I RISULTATI, LA CLASSIFICA IL MARTEDì....
Dopo la domenica più
assurda della storia del calcio italiano ci si chiede,
con calma e a mente fredda, chi ci ha guadagnato dal
grande bailamme creatosi in queste ultime settimane.
Sullo sfondo di qualsiasi sciopero, di qualsiasi
battaglia, anche se velato ci deve essere un fine,
possibilmente evitando di anteporre personalismi a
interessi concreti. E' quanto invece, purtroppo, hanno
fatto i presidenti di B che non hanno mandato le
squadre in campo. La lotta senza quartiere ingaggiata
contro Galliani e Carraro resta il vero motivo di
fondo per le quali l'Italia dimostra che è un paese
all'avanguardia nel fare figure barbine. Pian piano
son caduti tutti i motivi della protesta: la B è
ormai a 24 squadre, vane le speranze di Cellino di
aver ragione anche dalla giustizia ordinaria. Le
promozioni restano quattro, il veto della serie A in
proposito è più forte di qualsiasi subordinato
accordo congiunto. Sky e Gioco Calcio, seppure a
fatica, stanno trovando la giusta amalgama per
permettere agli italiani di trascorrere serene
domeniche in poltrona e con un thermos di caffè sul
tavolino. Logico trarne le conseguenze: tutte le
battaglie perse, qual bel contentino può essere
"la testa" di coloro che hanno difeso a
spada tratta scelte inopinate e quantomeno scellerate.
Ma a conti fatti, chi ha vinto domenica scorsa? Forse
soltanto il Como e il Cagliari, che con merito si
vedranno -prima o poi- ascrivere i tre punti in
classifica. Già, prima o poi. Perché questo sembra
essere diventato il leitmotiv del nostro campionato,
abituato da tempo a frastagliare in posticipi e
anticipi i turni di campionato: adesso invece sembra
che se per avere i risultati delle gare dobbiamo
aspettare la fine della giornata sportiva, per le
classifiche bisogna invece attendere il
comunicato del giudice sportivo, ergo il martedì.
Rendiamo merito però a chi ha giocato, a Napoli,
Como, Catania e Cagliari. Senza queste due partite, la
domenica sarebbe stata da dimenticare ancora più in
fretta. Non la penserà allo stesso modo qualche
tifoso del Napoli, che dopo la prova offerta dalla sua
squadra contro un Como cinico e spietato, magari
avrebbe preferito non giocare e rimettersi al martello
del giudice Laudi. Tanti i dubbi sull'undici di
Agostinelli, tanti i dubbi sullo stesso allenatore.
Che ha comunque diritto ad una seconda e ad una terza
possibilità, alla quarta tireremo le somme. In questo
momento, nessun alibi per il giovane (forse troppo)
tecnico romano: difesa disordinata, centrocampo nullo
e attacco abulico. Così proprio non va. In punta di
piedi, il Como del vecchio saggio Fascetti ha giocato
un'onesta gara e ha portato a casa i tre punti dopo
aver sfruttato al meglio l'unica vera occasione
dell'intera gara. Questo il calcio, ma non è stato un
furto se è vero che il Napoli non si è mai avvalso
del diritto di replica al gol di Bressan, salvata
la pace della bella volèe di Tosto pochi minuti dopo.
Troppo poco per una squadra in cui i grossi entusiasmi
della vigilia vanno presto e subito smorzati, si
rischiano grosse delusioni. Per il momento, il Napoli
è tornato a casa fra i fischi. E se c'è
una persona che in una strana domenica di fine
estate è riuscita a strappare applausi, quella è
Gianfranco Zola. Il Cagliari va a vincere 3-0 al
Cibali, ma gli occhi sono tutti per lui, autore di una
punizione alla "zolìn". Un marziano,
che peccato vederlo fra i miseri mortali della serie B
lui che è un fuoriclasse mondiale, ma con quella
umiltà necessaria che ti consente di dire
"no" ai miliardi di zio Paperone per
accettare pochi euro di zio Paperino -e Cellino
perdonerà il paragone- con il quale sei in parola. Già,
Celino. C'è chi gli ha dato del "ruffiano"
per aver provocato la sommossa della serie B
ed essere stato il primo poi a scendere in campo.
Nell'incoerenza generale, la scelta di Cellino
non rasenta più di tanto quella follia comune, visto
che come ha dichiarato egli stesso, "il Cagliari
giovedì potrebbe non giocare, ma domenica
proprio non potevo regalare tre punti a Gaucci".
Storico Cellino, masochista: al Catania avrai tolto
tre punti (irrilevanti visto il clima generale), ma alla
Catania sportiva hai regalato le magie di un giocatore
che anche la A ti invidia. E il resto? Il deserto (in
campo), e un mare di polemiche (fuori). Molte squadre
non si sono proprio presentate allo stadio, è
successo in Atalanta-Venezia, Palermo-Piacenza,
Ternana-Verona, Treviso-Albinoleffe,
Triestina-Avellino e Vicenza-Bari. Doppio 0-3,
canonico come il punto di penalizzazione e l'ammenda.
Nelle restanti quattro gare, si sono presentate soltanto
le società ospiti. E' il caso di
Pescara-Fiorentina e Torino-Salernitana. Hanno tentato
di presentarsi allo stadio il Genoa e il Messina,
rispettivamente ad Ascoli e a Livorno. I tifosi lo
hanno impedito, in qualche modo la lista dei giocatori è
comunque giunta nelle mani del direttore di gara.
Adesso le società ospitanti dichiareranno la non
agibilità dello stadio per motivi di ordine pubblico:
altri ricorsi in arrivo. Siparietto finale, la
rabbia di Aldo Spinelli che accusa il Messina di
essere stato scorretto presentandosi all'Ardenza
dopo aver assicurato che non si sarebbe mosso dalla
Sicilia. Una precisazione per il predicator Spinelli:
sotto la voce "scorretto", il
vocabolario della lingua italiana scrive: <<che
non è conforme ai principi dell'educazione,
dell'onestà, della lealtà, del garbo>>. Di
queste qualità, qualcuno riesce ad individuarne almeno una
in quello che è successo? Coraggio, l'effettivo
riscontro di una sola basterebbe per non
considerare il 7 settembre la giornata più nera della
storia della serie B. Realtà amara, ma effettuale.
08/09/03
Marco Santopaolo
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