FINALMENTE        

 

Brinda Napoli. Mangia quel panettone lasciato a Campobasso da un Agostinelli che al desco del ciuccio si era seduto già per troppo tempo, consumando più del consentito senza l'assenso dei commensali. Mai, mai e mai la società ha avuto fiducia in questo tecnico, imposto dall'alto e silurato dal basso. L'esonero arriva dopo un derby scialbo, cimiterialmente desolato in uno stadio che sembrava una camera ardente dove lo stesso Agostinelli ha esalato l'ultimo respiro. Con il tecnico tenuto in vita da una bombola di ossigeno chiamata contratto, Naldi si è stancato di una situazione ai limiti della decenza e ha deciso di cambiare. Abbiamo dato la notizia per primi. E non tanto per aver gridato ai quattro venti il materializzarsi su carta di un annuncio inatteso, ma proprio per aver largamente anticipato temi, intrecci, indiscrezioni e notizie sulla panchina di un allenatore chiacchierato, criticato, e in ogni caso non da Napoli. Agostinelli schiacciato da Napoli e dal Napoli, abile dialettico e oratore nonché selezionatore col rampino degli alibi più assurdi che si rivoltano contro di lui in un mesto pomeriggio di inizio novembre. Il Romagnoli decreta un esonero largamente anticipabile e largamente condivisibile. Lo sfizio di dire "bisognava farlo prima" non ce lo togliamo per coerenza, perché i nostri lettori sanno come la nostra linea editoriale promuoveva un esonero che a questo punto si è reso indispensabile. Il Napoli ha perso tempo, non lo diciamo certo oggi ma lo abbiamo urlato a squarciagola da almeno un mese. Anzi da più. Naldi trae il dado dopo una prestazione vergognosa, forse aspettava il mea culpa del tecnico spalleggiato da una "dichiarazione di dignità" e cioè "scusate, ho sbagliato tutto, me ne vado". Nel momento in cui qualsiasi forma di entusiasmo andava a condire un'insalata di ortiche, Agostinelli individua nella squadra il capro espiatorio sul quale scaricare quelle che sono responsabilità sue. Ma il Napoli ormai già guarda avanti. ll toto-allenatore è partito, dell'Ago di una bilancia finalmente pendente dalla parte del giusto, nessuno ne vuole più sapere. Un Ago che comunque continuerà a pungere Naldi per tanto tempo, per il tempo che si è perso. Uno spillone più che un Ago che però speriamo non verrà usato dal prossimo allenatore del Napoli: caro presidente, scelga bene ma soprattutto scelga un tecnico da Napoli nel vero senso della parola. In senso lato: un tecnico con le palle, che sappia assumersi le proprie responsabilità e che non risulti laureato ad honorem in demagogia.
 

 

 

Marco Santopaolo                                      09/11/2003

 

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