FINE DELLA CORSA

 

Sono i numeri ad inchiodare. Lo avevamo scritto: la Triestina sarebbe stata il crocevia della stagione. Il Napoli, pur voglioso, determinato e coraggioso, non è riuscito ad andare oltre lo 0-0. Un paio di occhiali che non coprono gli errori che hanno determinato quello che ora rischia di diventare uno status quo che potrebbe rendere molto brutto il girone di ritorno. Contro gli alabardati partita c'è stata, e l'ha giocata il Napoli. E, a guardarla isolata, è stata una buona partita. Sovrapposizioni, azioni, organizzazione. Ma è mancato il sale ad una pizza preparata e infornata: il gol. E senza gol non si va da nessuna parte. Non si va in serie A. Il gol non è arrivato. Perché? Sfortuna? Molto poca. Il gol può mancare o perché il centrocampo non organizza, o perché gli attaccanti non concretizzano. Sembra così evidente la risposta in chiave azzurra che sembra superfluo sottolineare la totale mancanza di condizione degli attaccanti azzurri. Diciotto pareggi, pochi gol. Una buona difesa. Il dado è tratto: è un Napoli spuntato. Lo si sapeva. Lo si sapeva che il Napoli era spuntato, e che non si poteva contare su attaccanti come Dionigi o Savoldi, reduci da infortunio. La soluzione ad un passo, ragionata e trovata analiticamente: bomber Spinesi. E invece no, i problemi societari a far saltare l'operazione. Quando si capovolge un "otto", l'occhio non percepisce la differenza. Così, è inutile capovolgere ogni situazione perché il finale è identico: il Napoli non va in A - e deve guardarsi le spalle - per un'incompetenza societaria che fa più male del freddo pungente che ha salutato gli spettatori ed il San Paolo in un giovedì sera che segna, inevitabilmente, la fine della corsa.

 
 

 

Marco Santopaolo                                            4/3/2004

 

 

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