FIORENTINA, LA
FIGLIA DI UN SISTEMA MARCIO
![](della_valle.jpg)
Dal
Patini di Castel di Sangro al
San Paolo di Napoli, dal Neri di
Rimini al Barbera di Palermo,
dal Mancini di Fano al Massimino
di Catania. Per la Fiorentina i
passi sono sempre brevi, da
quando due anni fa fu
"pescata" in serie C2
dopo il fallimento. In barba a
tutte le regole in materia di
fallimenti e affini, il
presidente Carraro inserì la
Viola in un campionato
professionistico togliendo, tra
l'altro, il posto ad una società
di C (il Nardò) che fu esclusa
sfruttando una leggerezza
burocratica che al confronto dei
toscani è equivalente al peso
che può avere una goccia in un
oceano. Così, nonostante un
centinaio di miliardi di debiti
e i creditori che ancora
facevano la fila davanti alla
sede, con un nome diverso la
Viola fu inserita nel girone B
di C2, iscrittasi tra l'altro
come una normale squadra che
intraprende per la prima volta
l'avventura nel mondo del
calcio: rilevata - anzi fondata
- a costo zero da un facoltoso
imprenditore, Diego Della Valle,
che di quei soldi che ha
risparmiato per l'acquisto della
società ne ha messi meno
di un quinto per il
calciomercato e ha costruito un
bel giocattolo, facendo le
scarpe (è proprio il caso di dirlo)
a Cecchi Gori, Rizzuto e affini,
tutti quei nomi legati in un
modo o nell'altro al nome della
Fiorentina. Chi ha avuto la
meglio è stato mister Tod's,
che invitò il sindaco di
Firenze sul suo yatch per
firmare il contrattino tramite il
quale diventava padrone della
neonata - ma chissà perché già
professionista - Florentia
Viola. Il campionato di C2
passa attraverso un cambio
tecnico (via l'acerbo Vierchowood
per il più navigato Cavasin) e
molte correzioni in corsa, che
anche grazie a molti calci della
Lega di C, il cui presidente
Macalli contro i viola
predica bene e razzola male,
portano il team toscano
alla vittoria del torneo di C2, dopo
un anno di arbitri al terzo
al quarto o al quinto anno, onde
evitare che magari qualche
pivellino potesse fare il
protagonista contro il blasone e
la storia. L'unica nota lieta
per il calcio italiano è l'aver
potuto ammirare la grandissima
civiltà del pubblico di
Firenze, spostatosi senza
problemi da uno stadio di C ad
un altro con in mente
l'unico ideale, l'amore per
la squadra della propria città. Della
Valle poi compra subito il
marchio "ACF
Fiorentina", all'asta per
qualche milione di euro, i
concorrenti gli fanno causa ma
la FIGC allunga ancora la mano
iscrivendo alla C1-A la squadra
come "Fiorentina". A
quel punto alla Federazione
rimanevano liberi i piedi, dati
anche quelli a Della Valle
attraverso un indegno
ripescaggio studiato ad hoc non
per risolvere le corbellerie di
Gaucci e compagni bensì per
riportare in auge la Fiorentina
e, di conseguenza, un bel po' di
miliardi. Adesso, quello che è
l'ultimo parto di un sistema
marcio cincischia a metà
classifica ma è pronta a
gennaio a stupire tutti con
colpi a sorpresa che serviranno
da monito alla Federazione.
Stiano attente Ternana, Livorno
e Messina: queste belle
sorprese, fatte in casa con
sangue sudore e pochi soldi,
potranno essere detronizzate
dall'organizzazione che regna
nel sistema calcio, e che alla
meritocrazia potrebbe ancora una
volta preferire l'anarchia. Di
certo, se la giustizia esiste, i
viola resteranno in B. E' per
questo che in molti scommettono
che andranno in A.
Marco
Santopaolo
19/12/2003
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