IL "COMO NAPOLETANO"

E LE FURBATE IMPUNITE

   

Frizzi e lazzi del calcio italiano. L'ultima storia arriva dal nord, e precisamente da quel ramo del lago di Como cantato da Manzoni. Di poetico, in questa vicenda, in realtà c'è ben poco. Di torbido, ben molto.

Il Como Calcio, appena qualche mese fa, sapeva che l'unico suo futuro poteva chiamarsi fallimento. La squadra navigava negli ultimi posti del campionato di B, in società Preziosi (nella foto) aveva abdicato in favore di Aleandro Dall'Oglio ma le cose non andavano per niente bene. Il passivo della società lariana era spaventoso, con debiti che risalivano all'anno della serie A. Contratti onerosi, debiti, pignoramenti. Roba da più di dieci milioni di passivo. Ebbene, il Como ora si ritrova in serie C senza che abbia rimesso nelle tasche dei creditori quei soldi. Anzi, i creditori, sentitosi truffare, ora faranno passare brutti giorni alla società lariana. Ma andiamo con ordine.

L'operazione-salvezza parte con un gruppo napoletano facente parte dell'area Gianni De Vita (agli arresti domiciliari per il crack dell'Ancona), che si trasferisce in Lombardia. Queste persone non fanno in tempo ad insediarsi che trovano la bufera: il Como viene prima bocciato dalla Lega di C, quindi dalla Covisoc e dalla Coavisoc. Il gruppo in questione si affida alle abilità del celebre e sempre geniale avvocato Edoardo Chiacchio, che presenta ricorso alla Camera di Conciliazione del Coni. Incredibile ma vero: il terzultimo organo di giudizio sportivo riammette la società lariana in serie C1. Ma tutto ciò solo in base ad un vizio di forma: Chiacchio aveva infatti riscontrato, leggendo attentamente gli antiquati regolamenti del pallone, che il termine per mettersi a posto in fn dei conti non era così perentorio, perché c'era scritto "entro" una suddetta data, in luogo della formula "entro e non oltre" che avrebbe fugato ogni dubbio. Dunque, il Como non andava bocciato. Macalli, presidente della Lega di C, fino ad un giorno prima aveva punzecchiato l'avvocato napoletano, spiegandogli che avrebbe perso tempo a presentare ricorso. Chiacchio ancora una volta ha dimostrato di saperne una più del diavolo, ed il ragioniere della C è andato su tutte le furie. Ma ci ha messo del suo, perché la Lega di C, su richiesta del Como, ha abbattuto ben 15 contratti di calciatori in esubero. Se suddetti contratti fossero stati rispettati, il Como avrebbe dovuto versare una somma ingente per iscriversi alla C1. E non ci sarebbe stato arbitrato Coni che avrebbe retto. Infatti, la Camera di Conciliazione non è entrata nel merito, non ha contestato ai lombardi debiti né altro proprio perché il geniale Chiacchio ha ravvisato un difetto di notifica ineccepibile, che rendeva impossibile procedere e giudicare la società.

Non è finita per il Como, però: ora la società lombarda dovrà scontare una forte penalizzazione nel prossimo campionato di C1. I giocatori che si sono visti abbattere il contratto - restando di fatto disoccupati - si sono infatti rivolti al Collegio Arbitrale. Quando il Como verrà deferito, la Disciplinare provvederà ad esaminare il caso, e allora saranno dolori, perché per ogni contratto abbattuto ci saranno delle penalità. Come dire, i nodi prima o poi vengono al pettine. E le "furbate" del Como napoletano sono venute a galla.

Marco Santopaolo                                           4/09/04

 

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