IL MOMENTO DI NALDI

 

 

Non sbagliavamo totalmente quando dicevamo "ma la rimonta è ancora possibile". Certo, non che oggi si sia accesa una lampadina che illumini il futuro. Con estremo realismo diciamo che, nonostante le tre vittorie consecutive, la rimonta non è più possibile. O almeno, ne è possibile una parziale. Non tale, per intenderci, da raggiungere la serie A. E non solo per i punti che separano il Napoli dalla zona A, relativamente pochi. Ma per le tante, troppe squadre che precedono gli azzurri. Mai avevamo condannato Simoni, e ancora oggi diciamo che la scelta di cambiare è stata la migliore. E che la scelta del tecnico di Crevalcore è stata la migliore. Lo dicemmo un tempo dopo una sconfitta, lo diciamo oggi dopo un tris di vittorie. Come inquadrare questa serie positiva? Come un viatico per un campionato tranquillo? Anche. Ma soprattutto deve servire per capire molte cose. Una delle quali è che con l'organizzazione e la tranquillità si va lontano. Si è creduto in Simoni, che ancora oggi però sostiene che la squadra dal punto di vista fisico deve migliorare perché vittima di troppi infortuni (chi ha ragione in questo secolare dibattito, ora è troppo facile capirlo). La tranquillità, poi, e cioè quella seguita dopo il calciomercato. A gennaio troppo spesso il trillo dei telefonini aveva distratto in molti. Segnali positivi di una squadra che, al completo e con un gioco (il paradigma di Agostinelli non era completo in tal senso, quello di Simoni va completandosi) non è una squadra da salvezza. Anche se, in questo momento, non può essere da serie A. E allora il rammarico è ancora più grande, quando si riflette sui tanti errori del passato, sulle leggerezze commesse dalla società che ancora oggi deve dare un segnale che tutti aspettano. Il momento è il migliore: la squadra ha preso il giusto passo e siamo vicini a test probanti che verificheranno la reale bontà del Napoli. La gente, però, ha dei dubbi. Brutti dubbi, anche se fondati. Presidente, è il suo momento: esca allo scoperto e ci dica cosa vuole fare di questo Napoli. E' il momento di cominciare a programmare. Ma programmare in maniera concreta e trasparente, non con fumosi enigmi o con misteriosi arcani che verranno svelati il 30 giugno. L'optimum si potrebbe raggiungere facilmente, e cioè con un intervento volto ad illustrare quello che vuol fare di questo Napoli. Come salvarlo, come rilanciarlo. Come portarlo avanti. E' il momento giusto, è il momento migliore per riavere il pubblico dalla propria parte, compatto. Se il presidente lo capirà, si potrebbe davvero cominciare a sognare.

 

 

 

Marco Santopaolo                                            22/2/2004

 

 

 

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