Ricordate?
Due
anni
fa
ci
pensò
il
ciclone
Moreno
a
spazzare
via
i
sogni
italiani
dal
mondiale
con
gli
occhi
a
mandorla.
Un
ciclone
inaspettato,
snobbato
perfino
dalle
previsioni
metereologiche,
e
forse
per
questo
più
doloroso
e
quanto
mai
beffardo.
Agli
Europei
portoghesi,
invece,
l’Italia
del
Trap
si
imbattè,
precisamente
la
sera
del
22
giugno,
in
un
biscotto
di
pregevole
fattura,
infornato
da
mani
esperte
dalle
chiare
origini
scandinave.
Un
accordo
tacitamente
stipulato
dai
canarini
svedesi
con
gli
amiconi
danesi,
un
accordo
pre
partita
che
prevedeva
quattro
segnature,
due
per
parte,
così
da
raggiungere
la
qualificazione
alla
fase
finale
grazie
proprio
alla
differenza
reti.
Tutto
questo,
ovviamente,
ai
danni
degli
azzurri
che
non
poterono
fare
altro
che
preparare
le
valigie
e
tornarsene
a
casa.
Ma
stavolta,
a
differenza
della
beffa
coreana,
tutta
Europa
e
in
primis
l’Italia,
si
aspettava
e
prevedeva
l’infornata
del
biscotto.
Se
ne
parlò
tanto
alla
vigilia
del
match,
si
sprecò
fiato
nelle
trasmissioni
del
post
partita,
si
denunciò
l’accaduto
agli
organi
competenti,
ma
tutto
finì
in
una
grossa
bolla
di
sapone.
Il
fascicolo
sulla
presunta
combine
venne
chiuso
per
la
gioia
dei
nordici
e
di
qualche
anti
italiano.
Le
smentite
da
parte
dei
giocatori
in
questione
spuntarono
come
funghi,
quelle
dei
nazionali
che
militano
nel
nostro
campionato
più
roboanti
delle
altre.
E’
passato
poco
più
di
un
mese
da
quella
serata
di
uova
e
farina,
e
l’accaduto
ormai
sembrava
essere
stato
archiviato
anche
nella
memoria
del
tifoso
più
tenace.
Ci
ha
pensato
però
il
tabloid
tedesco
“Bild”
a
riaprire
il
caso
e
a
riproporre
il
biscotto
raffermo
alla
giuria
popolare.
Nel
numero
di
ieri
ha
riportato
fedelmente
alcune
frasi
che
sarebbero
state
pronunciate
durante
il
match
fra
alcuni
giocatori
delle
rispettive
squadre.
Già
al
fischio
d’inizio
lo
svedese
Edman
avrebbe
chiesto
al
danese
Jensen
di
giocare
per
il
2-2,
ottenendo
peraltro
una
risposta
affermativa.
Durante
la
gara,
sul
2-1
per
la
Danimarca,
Andersen
avrebbe
chiesto
al
danese
Gravesen
di
abbassare
la
guardia
e
di
fargli
fare
gol,
così
da
ottenere
il
pareggio
tanto
agognato.
Ottenne
anche
in
questo
caso
una
risposta
affermativa
dal
sorridente
avversario.
Ma
le
frasi
che
lasciano
più
interdetti
riguardano
il
breve
dialogo
a
fine
gara
tra
Sorensen
e
Allbaeck.
Lo
svedese
gridò
forte:
“Amico
mio,
amico
mio!”.
Il
danese
replicò:
“Lasciami
stare
è
una
cosa
penosa”.
Il
tutto
condito
da
grasse
risate
alla
faccia
nostra.
L’autore
dell’articolo
ha
riferito
però
che
le
frasi
citate
gli
furono
riferite
dagli
stessi
giocatori
scandinavi,
e,
che
secondo
lui,
non
erano
altro
che
freddure
per
stemperare
l’atmosfera
creatasi
attorno
al
match
a
causa
della
stampa
italiana.
Intanto
Jorgensen
in
un’intervista
su
un’emittente
radiofonica
nazionale
ribadisce
il
concetto
di
freddura,
dichiara
che
il
connazionale
e
l’avversario
stavano
scherzando
e
che
se
avessero
fatto
sul
serio
lui
sarebbe
stato
il
primo
a
condannarli.
Probabilmente
la
riproposizione
del
caso
non
fa
altro
che
rigirare
il
coltello
in
una
ferita
già
rimarginata,
l’Uefa
potrebbe
alla
nuova
luce
dei
fatti
provare
a
riaprire
l’inchiesta.
Anche
un
Gigi
Riva
sorridente
e
ormai
rassegnato
è
intervenuto
sulla
vicenda
senza
essere
sorpreso
dai
dialoghi
riportati
dal
Bild:
“
Non
so
che
dire,
se
non
che
mi
viene
da
ridere…io
di
un
2-2
concordato
ho
sempre
avuto
la
certezza.
Da
giocatore
mi
è
capitato
di
arrivare
ad
un
pari
di
comodo,
ma
quella
è
stata
una
grande
sceneggiata.
E’
quello
che
fa
rabbia.”
Sicuramente
l’Uefa
prenderà
in
considerazione
queste
nuove
prove
ma
siamo
convinti
che
anche
stavolta
tutto
si
allontanerà
in
una
nuvola
di
fumo.
Poi
non
dimentichiamoci
che,
biscotto
o
non
biscotto,
la
nazionale
si
è
meritata
l’eliminazione
sul
campo,
collezionando
una
delle
più
brutte
figuracce
del
calcio
italiano.
Su
questo
non
ci
piove.