C'è
molta confusione
attorno al Napoli.
Certo, a volte la
circostanza impone
alcune scelte
dialettiche ed
alcuni
comportamenti. A
sentire però i
fischi che un San
Paolo deserto ha
riservato ai
calciatori azzurri,
non si spiegano le
dichiarazioni in
tono trionfalistico
di squadra e staff
tecnico. Che hanno
fermato il Venezia e
non il Palermo, per
quello che si è
rivelato l'ennesimo
pareggio. Una
squadra, peraltro,
mentalmente bloccata
nel primo tempo, che
ha regalato il
vantaggio al Venezia
sparendo poi dal
campo per un lungo
tratto di gara. Alla
fine, squadra felice
con Simoni che si è
limitato a fare i
complimenti alla
squadra senza voler
rispondere né
sentire altre
domande.
Naturalmente, ancora
una volta il tecnico
di Crevalcore ha
dimostrato il suo
stile: invece di
dire agli impiegati
della società di
riferire che non
avrebbe parlato, ha
egli stesso
affrontato i
cronisti regalando
loro il suo pensiero e chiedendo
gentilmente di non
essere
"stuzzicato"
sulla partita. Senza
tra l'altro
nascondere un velato
nervosismo. Simoni
è stanco, stanco
dei fischi, stanco
delle contestazioni
del pubblico, stanco
soprattutto della
situazione
ambientale. Il
Napoli è una
polveriera pronta ad
esplodere, e
l'ennesimo pareggio
della squadra non fa
altro che gettare
benzina su un fuoco
pronto a rivelarsi
nella sua drammatica
forza distruttiva.
La situazione
societaria è un
propellente che ha
riacceso la rabbia
di Simoni e dei
giocatori. Se questi
hanno messo in mora
la società, il
tecnico ha preso le
distanze da
quest'azione. Ma
dopo aver sopportato
un ritiro nelle
stanze di Soccavo e
non nell'albergo a cinque
stelle del
presidente (ripicca
per la legittima
azione sindacale
degli atleti), e
ripensando magari
alle promesse di
Naldi (ci vediamo a
maggio, disse il
presidente, senza
però specificare
l'anno), Gigi il
signore ha preferito
stare zitto
manifestando nel
contempo tutta la
sua rabbia, mista ad
una delusione
profondissima,
attraverso il
silenzio. Vedere
accostato ogni
giorno un nome nuovo
alla panchina del
Napoli non deve
essere bello. Né
deve essere
sopportabile sentire
le smentite della
società riguardo
questi contatti.
Ancora meno capire
di essere rimasto
solo in mezzo al
guado, con una
squadra decisa a far
valere i suoi
diritti ed una
società soffocata
da una marea di
debiti e che incassa
delusioni e colpi
bassi a iosa. Se
Naldi è un uomo
solo, Simoni lo è
di più.
Immeritatamente.
Simoni non
meriterebbe questo
trattamento. Così
come i tifosi non
meritano di vivere
ore di incertezza,
che li portano a
perdere la fiducia
nel proprio amore.
In fondo, in una
società tutto
dovrebbe funzionare
a dovere. E se i
tifosi del Napoli
sono i soci di Naldi,
si capisce come la
SSC Napoli sia
sull'orlo di un
baratro che ora dopo
ora si fa sempre più
visibile. Intanto, i
"soci"
tornano a casa
sempre più convinti
di vivere un anno da
incubo. Nebuloso.
Senza sussulti,
senza una speranza.
Neanche quella di un
futuro migliore.
Simoni tace ma fa
capire che non ci
sta. Naldi pure
tace. Ma dove sia il
presidente e che
cosa abbia in mente
di fare, questo
ancora non lo
abbiamo capito.
Marco
Santopaolo