Notte
fonda per il Napoli e
ben difficilmente
questa nottata passerà.
Il segnale più
profondo della crisi
è il teorema
costruito ed enunciato
nelle ultime ore dal
presidente Salvatore
Naldi che per la
salvezza del Napoli
invoca l’ingresso di
altri capitali e la
concessione dello
Stadio San Paolo
aggiungendo anche il
corollario di
un’attività di
sabotaggio condotta da
Corrado Ferlaino ai
suoi danni.
Il
teorema alla verifica
non regge. Perché
Ferlaino , creditore
di Naldi , dovrebbe
voler tornare al
comando di una società
che ha depredato per
salvare gli altri rami
del suo patrimonio ?
Cosa centra la
gestione del San Paolo
con la salvezza del
Napoli. Perché il
Comune di Napoli
dovrebbe cedere un
bene pubblico ad un
imprenditore che ,
sotto il profilo
calcistico, non
presenta garanzie
industriali ed
economiche valide ?
Chi mai dovrebbe
aiutare il Napoli
Calcio sommerso dai
debiti quando è
sempre più concreta
l’ipotesi di un
fallimento che
permetterebbe ad
eventuali acquirenti
di subentrare a costo
zero investendo
risorse economiche
sull’organico
tecnico ?
Come
volevasi dimostrare il
povero Salvatore Naldi
è finito nel
tritacarne. Gli hanno
fatto un
“superpaccotto” ed
è davvero doloroso
che il mondo del
calcio sia ridotto ad
un terreno di
conquista per
mestatori nel torbido.
Salvatore Naldi è una
persona per bene. Ci
ha provato ma egli non
ha la capacità per
uscire dalla trappola
nella quale è stato
fatto cadere. Naldi
non ha mai attivato un
reale piano di
risanamento
industriale e
finanziario del club,
ma soprattutto non
garantisce ormai
neanche la gestione
corrente sottraendosi
al mantenimento della
sua stessa parola.
E
quando un uomo non
mantiene la sua parola
è ormai vicino alla
fine.
Peppe
Iannicelli