2/3/2005
(Milano – Rino Scialò) Delusione cocente e per niente nascosta quella che si sta vivendo in casa Inter all’indomani della sconfitta nel derby della Madonnina.
Fortuna sfacciata del Milan, è vero, però quante incongruenze sulla sponda nerazzurra, sia a livello tecnico che societario.
Rispetto all’anno scorso la società del presidente Moratti è ancora in corsa in Champions League, ma sul versante campionato ancora una volta il fallimento è stato totale.
Adesso, a – 14 dalla coppia di testa, anche il “Mancio” ha gettato la spugna, esprimendo, finalmente, un sano realismo. Meglio pensare alla Coppa dei Campioni, anche perché la sua squadra ha già un piede nei quarti dopo il pari di Oporto.
Ciò nondimeno, la società ha manifestato, per bocca del presidente Facchetti, tutta la sua amarezza: “La fiducia nel nostro tecnico resta immutata, ma ci aspettavamo di vincere già da quest´anno”.
E poi ha aggiunto: “Abbiamo preso giocatori esperti e pensavamo potessero vincere subito”.
Ma se per l’ennesima volta il tricolore è stato da subito cosa altrui, allora nelle scelte societarie c’è qualcosa che non quadra, e da parecchio.
Mancini, che doveva rappresentare la svolta rispetto a Cuper e a Zaccheroni, ha deluso le aspettative. Basti pensare a Edgar Davids, atteso come il pitbull del centrocampo capace di mordere gli avversari e di far ripartire la manovra a sostegno di Vieri e Adriano.
“Il Mancio” non lo ha mai valorizzato a pieno, anzi, i due non hanno mai legato e Davids lentamente è addirittura finito in tribuna.
E che dire di Veron e Mihajlovic, fortemente voluti dal tecnico, che hanno dato un contributo davvero misero alla causa nerazzurra.
Il primo è stato più in infermeria che sul manto erboso, il secondo si è reso protagonista di numerose falle in difesa, quest’ultima vero tallone d’Achille della squadra.
Infine Adriano. Ci vuole un bel coraggio a tenerlo fuori dal derby, salvo poi metterlo dentro negli ultimi dieci minuti. Se l’Inter ha il miglior attacco della Serie A, gran parte del merito è proprio del brasiliano che però, dopo l’esclusione dalla stracittadina, sta iniziando ad accusare un po’ di saudade e rischia di diventare l’ennesimo problema per Moratti.
“Adriano ha giocato poco - ha chiuso il presidente - e non è riuscito a entrare in partita. Forse anche perchè era un pò deluso per non essere partito titolare”.
Mancini ora aspetta il Porto a San Siro e forse in quella gara non si giocherà solo la qualificazione ai quarti di Champions.
|