BEPPE DOSSENA, LA MIA PASSIONE PER NAPOLI

Beppe Dossena, in visita questi giorni a Napoli, ha concesso un' intervista in esclusiva al nostro sito. L'ex calciatore di Bologna, Torino, Sampdoria e della nazionale italiana, ora allenatore, ha parlato del suo passato come calciatore, ma anche della sua esperienza come allenatore in realtà ben di verse da quella italiana, come le nazionali albanese, ghanese e libica. Si è poi soffermato anche sul campionato italiano attuale e delle disavventure del "Calcio Napoli".
 
 
Dossena, cosa ricorda della sua esperienza da calciatore?
"Ho un ricordo ancora vivo nella mia mente, soprattutto perchè ho avuto la possibilità di giocare con calciatori di grande livello, come possono essere Vialli e Mancini, solo per citarne due, per non parlare dei calciatori che militavano nelle squadre avversarie, uno tra tutti Maradona".
Tra gli allenatori che lei ha avuto, qual'è quello che le ha lasciato il miglior ricordo?
"Sicuramente, il primo che mi viene in mente è Boskov, con il quale ho vinto uno scudetto con la Sampdoria.Devo dire che sono stato abbastanza fortunato, perchè ho avuto sempre allenatori con cui andavo abbastanza d'accordo. Ad esempio, ho un buon ricordo anche di Gigi Radice, che mi è stato molto vicino in momenti in cui le cose non andavano particolarmente bene per la mia carriera".
Perchè non è mai entrato nel Torino come dirigente o come allenatore?
"Prima di tutto, perchè non mi hanno mai cercato, e poi perchè ho avuto delle offerte dall'estero che mi hanno molto affascinato ed alle quali era difficile rifiutare, non dal punto di visto economico, ma perchè mi stuzzicava l'idea di fare delle esperienze con realtà diverse da quella italiana".
Cosa ne pensa dei calciatori africani. Potrebbe consigliarne qualcuno a delle squadre italiane?
"Ci sono molti calciatori africani giovani con delle grandi potenzialità, sia fisiche che tecniche. Devono ancora maturare dal punto di vista tattico. In questo momento non saprei fare dei nomi, anche perchè in Italia ci sono dei dirigenti che sicuramente fanno il proprio lavoro con grande professionalità e che girano il mondo per scovare i migliori talenti".
Quanto conta l'allenatore in una squadra di calcio?
"Secondo il mio parere, l'allenatore è sicuramente importante quanto lo è la squadra. Però, il compito più importante per un allenatore è quello di mantenere l'armonia all'interno dello spogliatoio, cosa assolutamente non semplice".
Cosa ne pensa dell'allenatore del Napoli, Agostinelli.
Io credo che tutto sommato stia facendo un buon lavoro, nonostante la classifica dica il contrario. Non ho visto molte partite del Napoli quest'anno, ma ritengo che Agostinelli stia facendo il massimo, viste anche tutte le vicissitudini che ha dovuto sopportare; mi riferisco agli infortuni di calciatori importanti ed alla squalifica del campo, per di più senza l'apporto dei propri tifosi".
Cosa manca al Napoli per poter fare il salto di qualità?
"E' una domanda a cui è difficile rispondere. Secondo me il Napoli non merita di occupare il posto attuale. Bisogna avere pazienza e sicuramente il Napoli risalirà la china. Questa è una squadra che a mio parere darà delle soddisfazioni al pubblico di Napoli. Il campionato è ancora lungo e c'è tutto il tempo per recuperare il terreno perso".
Allenerebbe il Napoli?
"Allenare il Napoli credo sia il sogno di ogni allenatore, perchè Napoli è una piazza importante. Merita sicuramente di stare in serie A, per la sua storia e poi perchè ha un pubblico eccezionale che ogni squadra vorrebbe avere. Ecco perchè dico che l'assenza di pubblico in queste cinque partite è stato un handicap non indifferente". 
 
 
 

 

Luciano Fasano 

 

05/11/2003

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