La Palmese e la "bufala Song", un' imprenditore  che compra e investe senza pagare!

 

      

 

Nel calcio campano di serie C un altro caso Pane?

di Marco Santopaolo

 

C'era una volta (? proprio il caso di dirlo) un cinese a Palma. Dal passato incerto e dal futuro ignoto. Tal Zhicai Song, socio del colosso orientale Cinamercato, venne un giorno a Palma Campania, paese dell'Agro nocerino-sarnese dalla tradizione calcistica rispettevole, e bussando alla porta del sindaco gli chiese di vendergli la squadra. Non se la passavano bene, i rossoneri, la scorsa estate. Fu proprio l'intervento del sindaco, insieme ad altri fedelissimi sportivi, a scongiurare il pericolo liquidazione raccogliendo in tempi record le liberatorie dei giocatori e una somma da versare alla Lega per l'iscrizione al torneo di C2. Risolte le pratiche del caso, restava da organizzare la squadra, nonch? la societ? per il venturo campionato. Alla porta del sindaco De Luca, oltre a Song, buss? anche una cordata di imprenditori palmesi. Messe sul tavolo del Comune le loro proposte, gli interlocutori furono esaminati dal primo cittadino che "scelse" Song. Il cinese prometteva la B in quattro anni, un nuovo stadio eccetera eccetera. Si pensava al solito disco, si diceva che l'unica musica che piacesse a Song fosse quella che sarebbe venuta dalla costruzione di un mega centro commerciale nei paraggi dello svincolo Caserta-Salerno. E invece, nel giro di due settimane, ecco sfilare nel ritiro di Rivisondoli gente come De Cesare, Marra, Piscotta, Visone, Sapanis, Sergi, Caruso. Tutti insieme e, soprattutto, tutti per la Palmese. La guida tecnica ? affidata a uno dei santoni della C, mister Roberto Chiancone. Il campionato prende inizio, la Palmese sebbene in ritardo di condizione per un ritiro cominciato solo ad agosto inoltrato riesce a sopperire alle difficolt? atletiche grazie alla tecnica del gruppo. La classifica viene gradualmente scalata, fra i tifosi l'entusiasmo cresce a vista d'occhio. Song come Zamparini? Non tutti, invero, credono in questo misterioso personaggio sul quale presto si scopre pendente una condanna a morte per bancarotta fraudolenta nel suo paese. La gente ? insospettita anche dall'epurazione dei vecchi dirigenti che uno dopo l'altro vengono allontanati, dando spazio a discussi personaggi che a distanza di poche settimane vanno via alla chetichella, cos? come erano arrivati. L'atmosfera non giova alla squadra, che tra l'altro resta senza stipendi. La societ? non paga a fine mese, e cos?nbsp;il giocattolo si rompe: cominciano gli scioperi, gli ultimatum dei giocatori, e di riflesso in campionato la squadra, specialmente lontano dalle mura amiche, ? tutt'altro che impeccabile. Le levate di scudi di Song non convincono De Cesare e compagni, pronti a svincolarsi a gennaio una volta compreso che l'utopia orientale sarebbe rimasta tale. Lo stesso Song esce di scena, lasciando i palmesi nei guai, beffati e disillusi. E lasciandosi dietro il progetto di un "Maradona day" del quale doveva essere lui l'organizzatore. Fuoco di paglia. Resta, invece, Palma con i suoi problemi. Pronta a scendere in campo per salvare la squadra cittadina, ma una cordata di imprenditori palmesi non sar? comunque in grado di porre riparo ad una campagna acquisti non sostenibile e a diversi altri debiti che nei prossimi mesi, c'? da starne certi, verranno fuori. L'impero (?) cinese finisce nella polvere e cos? la Palmese, anche se per la compagine rossonera non ? ancora detta l'ultima parola.

C'? poi chi ? impegnato a ricostruire quanto ? stato, con un'azione non dissimile, distrutto due anni fa. Luglio 2001, caldo torrido e afa insopportabile. A riscaldare ancora di pi?nbsp;l'estate della Campania ci pensa Antonino Pane, imprenditore sorrentino con un prosperoso passato in California, proprietario nel nuovo mondo di una scuola calcio con quasi 1000 bambini iscritti e azionista di un'agenzia inglese, la Calia Ltd, della quale detiene il 7.8% delle azioni. Pane sbarca nella sua regione e fa incetta di club: ecco Savoia, Juve Stabia e Sorrento, operazioni concluse in quattro e quattr'otto. <<Il calcio ? business e io punto a rilanciare il calcio campano con un progetto finanziario, che prevede tra l'altro la quotazione in borsa e l'acquisto di un grande club>>. Alleluia. Poco dopo, Pane si presenta a Soccavo e fa sobbalzare dalle sedie sia Corbelli che Ferlaino: "Signori, in questa valigetta ci sono 300 miliardi per il Napoli, prendere o lasciare?". Erano giorni di intensa attivit?nbsp;cogitabonda per i litiganti soci del club partenopeo, quando sulle loro scrivanie arriv? una cambiale. Questa non era altro che la contropartita per l'acquisto di quel Savoia che, insieme alla Juve Stabia, di l? a poco sarebbe affogato fra i debiti non salvato da un Pane che se ne uscir? alla chetichella. Il perch? abbia "trattato" (di soldi ai presidenti di Savoia e Juve, Moxedano e Fiore, ne sono arrivati davvero pochi) due gloriose societ? senza poi salvarle dal fallimento, pur essendo pienamente a conoscenza dei bilanci, ? ignoto ai pi? Dispiaciuto di non essere riuscito nel suo capolavoro, Pane si rif? sotto a febbraio, con la Sampdoria messa in vendita da Mantovani. Finisce ancora una volta a tarallucci e vino dopo che questo attivo imprenditore del calcio viene interrogato dalla Guardia di Finanza perch? sospettato di truffa verso Riccardo Garrone, al quale aveva proposto un supporto finanziario di un ricco e facoltoso gruppo anglo-arabo disposto a investire sulla squadra 150 miliardi. La magistratura rompe sul nascere qualsiasi (improbabile) assenso del neo presidente Garrone. Pane a questo punto sembra disarmato, tuttavia a Napoli arriva una persona che sembra il suo clone orientale. Nell'estate del 2002, un anno dopo l'apocalittica fine di due squadre campane, anche il Napoli ? in pericolo. Tal Abdul Haq, numero uno della  «Araba group Kuwait&Saudi Arabia?nbsp;(responsabile degli affari di potenti e ricchi arabi...), propone a Naldi di acquistare l'80% del Napoli e di investirvi 200 e passa miliardi. Il tutto si risolve, come poteva essere facilmente intuibile, in una bolla di sapone, con un altro personaggio che va via alla chetichella non dimenticando tuttavia di rendere pubblica la sua amicizia e i suoi rapporti professionali con Antonino Pane. Il quale, quella stessa estate, ripiega sull'Isernia, ridente squadra molisana portata dallo stesso imprenditore sorrentino dalla D alla C2. Soprassedendo sugli estivi problemi di iscrizione dell'Isernia al campionato di C2, ? bene sottolineare comunque uno sciopero dei giocatori dell'Isernia in attesa degli stipendi nonch? una "visita di cortesia" della Guardia di Finanza nella sede del club in Corso Marcelli. Le Fiammme Gialle cercavano una serie di documenti che provassero l'effettiva e corretta transizione della societ? FC Isernia da srl a spa, un passaggio di ragione societaria per l'iscrizione al campionato professionistico. Pane ha assicurato che il problema ? di poco conto, e che si impegner? in prima persona a fornire i finanzieri del materiale richiesto. <<Non abbiamo nulla da nascondere>>. Se lo dice lui, per gli isernini c'? da stare allegri. Perch? alla fine, chi viene sconfitto e chi ne esce male, ? sempre e comunque il tifoso. La storia insegna. Il resto ? noia. 

 

                                                                        23/11/2003

 

 

 

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