LA VITTORIA DI TREVISO

 

La vittoria di Treviso, per fortuna, comincia a far cambiare l'umore della piazza napoletana.

La squadra di Agostinelli è una squadra che sta nascendo adesso ma questo, forse, non è stato ben compreso all'inizio di stagione.

Dopo che era stato scritto che bisognava buttare a mare, dopo appena qualche giornata, “il bambino insieme all'acqua sporca”, fa piacere leggere che ora bisogna stare uniti intorno alla squadra, che bisogna lasciarli lavorare in pace.

Agostinelli era un incompetente, uno smidollato senza carattere. Adesso, invece, non lo è più.

E' significativo che società che hanno avuto la forza di non far sloggiare dalla panchina il tecnico d’inizio stagione abbiano dimostrato che le colpe di una partenza incerta non sono solo colpa di chi siede in panchina. Bari e Como docet.

Non credo che un altro allenatore avrebbe potuto fare molto meglio di Agostinelli dopo uno 0-3 a tavolino e cinque gare casalinghe da disputare in campo neutro ed a porte chiuse.

Qualunque altro allenatore avrebbe puntato su Dionigi, dopo quello che ha saputo fare l'anno scorso, anche se ora è aspramente criticato.

Chiunque avrebbe puntato anche su Vidigal che, non dimentichiamolo, è un giocatore di esperienza internazionale.

E non si capisce chi avrebbe potuto far meglio senza disporre per così tante partite di tutto, o quasi, il reparto offensivo.

Max Vieri è un calciatore importante per questo Napoli ma , stranamente, pochi se ne sono ricordati.

L'unità, comunque, i giocatori l'hanno dimostrata con i fatti, soprattutto quando sono corsi ad abbracciare l'allenatore al fischio finale.

Il mister sta facendo il suo lavoro con professionalità e serietà e merita rispetto. Sta conoscendo sempre più  il giocattolo che gli hanno messo in mano e piano piano sta trovando, insieme alla squadra, l'assetto migliore. La difesa è imperforabile, non ce n'è per nessuno, neanche per Protti e Lucarelli. Anche Carrera, messo all'indice prima ancora che mettesse piede a Napoli, sta mettendo a tacere più di una cornacchia.  Ed anche Dionigi, quando sarà al meglio, farà arrossire i tanti censori che troppo in fretta hanno dimenticato quanto sia rapace, al di là di tutti i suoi difetti, anche caratteriali, quando attraversa le aree di rigore avversarie.

La verità è che a Napoli non si ha pazienza né clemenza verso chi sbaglia.. Il passato, il Napoli di Maradona, gli scudetti e le coppe, pesano ancora troppo nell'immaginario collettivo.

Ma se bastasse solo il blasone a risolvere i problemi, allora Genoa, Torino e Fiorentina l’avrebbero già vinto il campionato, prima ancora di cominciarlo.

Bisogna creare le condizioni ambientali giuste per risalire la china, evitare gli isterismi, le condanne senza appello ad ogni passo falso. In caso contrario il Napoli è destinato a portarsi ancora addosso l'etichetta dell'improvvisazione, ed a fallire, sistematicamente, tutti i suoi obiettivi.

 

 

Rino Scialò                                    18/10/2003

 

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