Si disse che strane
macumbe e fattucchiere
avessero messo lo zampino
nel procurargli dei guai.
Chiacchiere, si dirà. Sta
di fatto che da quella
sera il fenomeno
nerazzurro ha avuto un
periodo di calo durato un
bel po’, tra l’altro
costellato – già che
parliamo di stelle usiamo
pure questa parola – da
infortuni e ricadute.
Povero
ginocchio. Quante volte
quei tendini sono stati
messi a dura prova dalle
torsioni improvvise, dagli
scatti, dalle brusche
accelerazioni che, ad un
tempo, erano gioie per i
tifosi e dolori per gli
avversari.
Poi, un
giorno, il crac.
E giù
allenamenti,
riabilitazione, dolore.
Sospinto da una forza di
volontà davvero rara, il
fenomeno si è dato da
fare per recuperare,
mettendocela tutta.
Ma quasi
come nel mito di Sisifo
– che vedeva rotolar giù
per il pendio un masso
ch’egli era condannato
perennemente a riportar
verso la cima – Ronnie
si è visto ricacciar nel
baratro della sofferenza
ogni qual volta pareva
potesse riprendersi, e
dispensare nuovamente
saggi di quel misto di
potenza atletica, abilità
e fulmineità
d’esecuzione che gli
avevano procurato
l’ormai famigerato
appellativo di
"fenomeno".
Forse che
le fattucchiere si
accanivano contro di lui?
Può
essere. Ma nulla hanno
potuto contro l’abilità
del suo amico Filè, il
fisioterapista e
preparatore personale, che
ha risvegliato e tenuta
accesa in lui la fiamma e
l’ardore del campione. E
contro la tenacia del
Presidente Moratti, che ha
creduto in lui senza
esitazioni e con fede
incrollabile.
La voglia
di tornare a risplendere
ha reso possibile il
miracolo. Quell’anima
così rabbuiata – ma
intanto rischiarata dal
lieto evento della nascita
di un figlio – ha
ritrovato il sorriso
dentro di sé.
E,
generosa com’è, ha
deciso bene di regalarne
tanti altri ai sostenitori
nerazzurri, i quali
d’ora in avanti avranno
da leccarsi i baffi,
gustando le
"delizie" del
fenomeno.
Buon campionato a te,
Ronnie!