L’INGEGNERE
DEI VELENI
L’
ing. Corrado Ferlaino, scomparso da
qualche tempo dalla scena del calcio
napoletano e nazionale, ha trovato
il modo di tornare alla ribalta del
calcio italiano, con un’
intervista shock rilasciata al
direttore della redazione sportiva
del Mattino, Toni Iavarone.
In
questa intervista l’ex presidente
azzurro ha infangato gli anni
d’oro del Napoli, parlando a ruota
libera di Maradona, Moggi, Carmando
e sul palazzo del calcio.
Questo
signore si è permesso dopo 13 anni,
dico dopo ben 13 anni!!!, di sputare
nel piatto dove ha mangiato, di
offendere la professionalità di
tesserati e dipendenti della società
da lui stesso diretta, davvero un
autogol imperdonabile per
l’ingegnere, il quale sarebbe se
tutto ciò che ha raccontato fosse
vero, il deus ex machina di questa
assurda e grottesca farsa che era il
calcio Napoli degli anni d’oro.
Venendo
all’intervista scandalo, viene da
pensare come fosse possibile
monitorare i controlli antidoping
che effettuava Maratona,visto che
Diego non si allenava quasi mai e
che quindi era pure difficile
“ripulirlo” e proibirgli di fare
uso di cocaina da giovedì al
sabato, mi dica il presidente, chi
vigilava ogni notte su Diego
per vedere se il pibe de oro
assumeva cocaina.
Ancora
più vergognose le dichiarazioni sul
caso della monetina che colpì
Alemao durante Atalanta – Napoli.
Ferlaino mette sotto accusa Carmando,
sostenendo che fu sua l’idea di
fare scena affinchè il Napoli
vincesse a tavolino. Bisogna
ribadire che il regolamento
prevedeva la vittoria a tavolino a
prescindere che il giocatore fosse
ferito gravemente o meno, bastava
che il giocatore fosse realmente
colpito e non potesse riprendere il
gioco, a tal proposito il brasiliano
aveva realmente una ferita lacero -
contusa al cuoio capelluto provocata
dal lancio della monetina ed era
rischioso per la sua salute che
riprendesse a giocare. Quindi il
“racconto” di Ferlaino sul caso
Alemao è solamente di cattivo gusto
nei confronti di una persona come
Salvatore Carmando, che da anni
lavora per il Calcio Napoli in modo
esemplare e del tutto irrilevante e
pleonastico circa la giustezza della
sconfitta a tavolino inflitta
all’Atalanta..
Inoltre
il Ferlaino vanitoso, esce fuori
nella parte finale
dell’intervista, in cui si
pavoneggia di essere stato un buon
amico del designatore dei tempi
Gussoni, il quale a suo dire avrebbe
pilotato l’arbitraggio del
siciliano Lo Bello nella partita
Verona - Milan al fine di
danneggiare i rossoneri. Questa
asserzione ci sembra davvero folle,
in quanto se davvero Ferlaino aveva
in pugno il designatore di quei
tempi, chissà come mai il Napoli
non vinse uno scudetto
all’anno….
Tra l’altro proprio
nell’anno 87-88, partita decisiva
Napoli – Milan finita 2 a 3 fu
arbitrata proprio da Rosario Lo
Bello, il quale
se come sostiene Ferlaino era
meridionalista e a favore del
Napoli, avrebbe di sicuro
indirizzato quella partita decisiva
per lo scudetto, verso una vittoria
degli azzurri.
Insomma
l’ingegnere ancora una volta ha
dimostrato di non essere una persona
che vuole bene al Napoli, conferma
di essere un bandito del calcio, una
persona che ha utilizzato il calcio
Napoli per arricchirsi, disprezzando
e mancando di rispetto in più
occasioni ai tifosi azzurri. Con
questa intervista infamante,
l’ingegnere ha discreditato forse
definitivamente la SSC Napoli e
l’intera città di Napoli di
fronte all’intero mondo calcistico
nazionale.
Corrado
Ferlaino deve capire che tutti noi
siamo stufi di lui, è lui il
responsabile del tracollo economico
e sportivo della nostra squadra del
cuore, purtroppo ha perso un’
occasione per stare zitto, con
queste dichiarazioni ha innanzitutto
offeso la sua dignità e il suo
onore, sempre che queste qualità le
abbia mai possedute.
Luigi
Giordano
11/09/2003
|