LO SPAGHETTO E' COTTO

 

 

Il Napoli, onda di luce che illumina d'azzurro tante persone, gli stessi creditori del presidente che nel solito, avvilente sabato cadetto hanno preferito il San Paolo ad un cinema o ad una pizzeria. Già, perché a ben guardare tutti i presenti al San Paolo sono creditori del Napoli e della sua società: a partire da calciatori e tecnici in campo, senza stipendio da tempo immemore, passando poi al pubblico che vorrebbe la serie A ed invece si ritrova costretta a mettere le mani alla bocca per fischiare una squadra che pur non subendo gol dalla terza forza del campionato, è incapace di produrre gioco e di strappare applausi per trenta secondi consecutivi. Le colpe della squadra, però, sono ben poche. Il Napoli assomiglia tanto ad un chilo di pasta rimasto sul fuoco per troppo tempo. Prima diventa ardente, poi la pasta scuoce. E così il Napoli. Lo spaghetto è cotto ci verrebbe da dire. Il fuoco ravvivato ed attizzato da promesse non mantenute, creditori che oltre al San Paolo aspettano anche fuori e che bussano in continuazione alla porta del presidente. Il fuoco che scoppietta grazie anche a polemiche evitabilissime, ma create a causa di dichiarazioni poco opportune. A volte equivoche, come nel caso del sabato sera. Quando uno striscione esposto in Curva A visto parzialmente ha indotto il presidente Naldi a pensare male. C'era scritto "Spaghetto", era il riferimento ad un ragazzo che ha vinto un'importante battaglia per la vita. Questo Naldi non lo poteva sapere, ma certo andare a pensare che si trattasse di un riferimento dei tifosi a Mario Maione (proprietario della Pompea Napoli nonché del pastificio Russo, sponsor del Napoli...), beh, è una cosa difficile da comprendere. Certo è che il presidente ha percorso una strada di ragionamento davvero complicata. I problemi del Napoli sono però molto più immediati di una squadra che Naldi dice essere di serie A. I problemi del Napoli più immediati sono di facile lettura. Il problema è che quando lo spaghetto è cotto, bisogna mangiarlo, e che se scuoce bisogna buttarlo. Non è buono più. Adesso, lo spaghetto (il Napoli, pardon) è nelle mani di Naldi, che continua a tenerlo sul fuoco. Probabilmente, perché ha capito che anche cotto non sarebbe stato gradito a nessuno. Meglio proseguire nella cottura e farlo scuocere, in modo da rimettere nell'acqua che bolle altra pasta. Meglio portare il pentolone in tribunale, così come il patron sta pensando di fare. Possiamo essere smentiti? Se sì, perché allora Naldi prima dice che non vuole mettere più un euro promettendo poi di risolvere tutti i problemi? No, non possiamo essere smentiti. E allora, lasciamo che la pasta scuocia. La pasta scuoce subito dopo essere cotta. Presto, molto presto, Naldi si deciderà a compiere il grande passo. E allora, di quella squadra che è da serie A perché ferma una squadra da A, non resterà un bel niente. Solo tanta acqua, l'acqua nella quale il Napoli prima si è cotto e poi scotto. Un'acqua che contiene le lacrime di tutti quelli che in silenzio piangono per questo Napoli.

Marco Santopaolo 

                                      24/4/2004

 

 

 

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