MA IL DUCE ERA LAZIALE

 

 

Un’estate che verrà ricordata per le stranezze e il caos che è stato fatto dai vertici del calcio, di sentenze che non sono ancora definitive, di  ricorsi e retrocessioni a catena, di Tar più o meno competenti, di squadre che vogliono essere riammesse a campionati a cui non dovrebbero militare e molte altre cose. Siamo, speriamo, alla fine di una farsa che non ha fatto piacere ai tifosi, a prescindere dalla squadra di appartenenza; c’è voglia di vedere partite, quelle interessano, non di calcio nei palazzi. Il verdetto del campo dovrebbe essere l’unico giudice, le irregolarità

andrebbero punite subito senza aspettare troppi mesi e con leggi inequivocabili. Le squadre che sono retrocesse sul campo, penso a tutte quelle che sulla scia del caso Catania hanno cercato un ripescaggio in qualche modo, devono secondo i principi dello sport accettare la sconfitta, la cultura del saper perdere non esiste più e questo è un oltraggio allo sport, quello vero. Ci sono state anche le vicende delle fideiussioni false, troppi personaggi strani ruotano intorno al pallone, non è un ambiente sano. La politica si mette troppo spesso in mezzo, il decreto

salva calcio servirà a qualcosa, anche se non merita le prime pagine dei giornali, con tutti gli attentati e i fattacci in ogni angolo della terra che sono senz’altro più

gravi. Qualcuno ha detto , Calderoli un deputato leghista, che si è tornato ai tempi di Mussolini, che favorì lo scudetto della Roma ai suoi tempi. Questo potrebbe essere un falso storico, a me risulta che il duce rivolgesse le sue simpatie alla Lazio. Chissà se è finto “ lo spettacolo “.

 

 

Luigi Petagna                                                 21/07/2003

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