MA NESSUNO VUOLE IL CALCIO 

A NAPOLI?

 

 

Difficile fare pubblica ammenda senza non essere sicuri di ripartire. Lo sanno tutti, forse anche per questo il Napoli è fallito. Ricominciare daccapo con una società sana: a qualcuno non andava giù, per altri era come un sogno. Questi ultimi si sarebbero rizelati nel caso di una C2, come la mettiamo ora che il Napoli non trova posto tra i professionisti? Persa la B per la mancata iscrizione, la serie C1 poteva essere arpionata con il Lodo Petrucci. Non sarà possibile farlo: le quattro cordate non hanno presentato le garanzie richieste da una Federazione esosa e indisponente. Le società affiliate decadranno a stretto giro perché le rispettive squadre non scenderanno in campo. A vuoto il tentativo dell'assessore Oddati di chiedere una proroga del Lodo. Diciamocela tutta, reperire cinque milioni di euro in assegni circolari, peraltro in tempi stretti, non è cosa da tutti. Il Della Valle di turno non è spuntato come alcuni temevano, ecco che il Lodo Petrucci va a farsi benedire dietro le amenità di una Federcalcio che andrebbe commissariata sedutastante. La longa manus di Franco Carraro è sempre ben presente su tutto questo: ha respinto la richiesta del giudice del Tribunale di Napoli (un "no secco" alle richieste del curatore fallimentare), ha stabilito scriteriatamente una tassa improponibile per una norma che avrebbe dovuto aiutare le società e infine si è chiuso a riccio sui termini di questa stessa proroga. E' strano che un banchiere come Carraro non conosca le difficoltà a reperire certe garanzie in tempi brevi. Evidentemente, le regole valgono solo per il Napoli, che la FIGC ha iscritto alla terza categoria regionale. Se la facciano Carraro e i membri del Consiglio Federale, non la farà di certo Napoli. Carraro tuttavia potrebbe non avere la possibilità di disputare partite. Se il Tribunale di Napoli lavorerà bene, lo inchioderà e a quel punto gli resterebbe un tesseramento con la FC Opera, l'Atletico Rebibbia o il Real Poggioreale dopo la trafila giudiziaria per gli scempi perpetuati. Al momento il quadro è il seguente: il Napoli è fuori dalla B e dalla C. Indirettamente, anche dalla D, visto che il presidente dell'apposita Lega, tal William Punghellini, è un sergente di ferro in materia di regolamenti e ha respinto addirittura il Lodo Petrucci per le squadre escluse dalla C2, costrette a ripartire dall'Eccellenza. Ed è questa la categoria in cui finirà il Napoli se qualcuno non interverrà presto. La sindaca Iervolino dovrebbe capire che la Federcalcio va messa spalle al muro e che deve essere commissariata. Fa ridere la signora Iervolino quando parla di San Carraro, il suo amico: con la Fiorentina il signor Carraro ha calpestato tutto il buonsenso e l'etica di questo mondo , iscrivendo i viola alla C2 dopo il fallimento, spingendoli in C1 e mandandoli a calci in B senza neanche passare per la terza serie. Infine, li ha presi per mano e li ha portati in carrozza in serie A. Tutto questo in due anni. Un record. Ma la Fiorentina aveva non solo un Della Valle, ma anche un primo cittadino che si è fatto in quattro per le sorti della Viola, lasciando da parte ogni questione politica per stendere il tappeto rosso ai piedi di un imprenditore che ha lavorato bene per far tornare forte la voce del suo club. A Napoli manca l'imprenditore, e il sindaco è come se ce l'avessimo (a volte vien da pensare proprio il contrario). Chi ha sostenuto Gaucci, chi De Luca, il rischio è che alla fine né l'uno né l'altro potranno garantire il futuro al Napoli anche per mancanza di un fronte comune. Ecco, questo è mancato: rimanere uniti nel bene supremo del Napoli. Ed ora il Napoli si rischia di perderlo. Si svegli il sindaco, si svegli il governatore, si sveglino tutti: ad oggi, il Napoli è in Terza Categoria, e bisogna lavorare tutti uniti per chiedere a gran voce quantomeno la serie C. Per dei meriti sportivi che la Fiorentina non potrò vantare neanche fra vent'anni, quegli stessi ultimi che al Napoli basterebbero per chiedere l'ammissione alla serie A. Che discorsi sono questi? Sono discorsi che la Federcalcio ha già sentito ed avallato in passato. Ergo proceda ugualmente, o i carabinieri in FIGC non potranno mancare.
 
 

 

 

 

Marco Santopaolo                                           5/8/2004

 

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