MARCELLO
LIPPI, “IL VINCENTE”
Anche
il neo allenatore della
Nazionale è passato per Napoli
e, come accade a quasi tutti quelli che
hanno vissuto un’esperienza nella
nostra città, ricorda sempre con
affetto e nostalgia la stagione
trascorsa in riva al Golfo nel
campionato 1993-1994.
Lippi
è nato Viareggio nel 1948, l’11
aprile ( nasce perciò sotto il segno
dell’Ariete ) e s’innamora del
calcio dopo aver visto all’opera la
squadra del Milan nel famoso Torneo
giovanile della sua città natale.
Lo
tessera una squadra locale, la
Stella Rossa, poi a 14 anni
sostiene un provino a Lucca davanti a
due
osservatori della Sampdoria, così
all’imberbe età di 14 anni, si
trasferisce sotto la Lanterna per
compiere tutta la trafila nel settore
giovanile dei Blucerchiati. Fino
all’esordio in serie A, sotto la guida
di un mostro sacro. Fulvio Bernardini.
Così
Lippi ricorda
“il dottore” del calcio
italiano: “Era intelligente, colto, un
gran signore. Tutto ciò che conta nello
sport ed anche nella vita l’ho appreso
da Lui. Simpaticamente diceva di me che
ero troppo bello per fare il
calciatore…”.
Invece
Lippi diventa il libero titolare della
squadra fino al 1979.Libero classico,
prediligeva lo stile alla sostanza pura
e semplice, buon colpitore di testa, non
mai indossato la maglia della Nazionale
A, malgrado le sue indubbie qualità,
pagando forse il fatto di militare in
una squadra in perenne lotta per non
retrocedere.
Ha comunque indossato la maglia
della Nazionale
Under 23 e quella della Lega.
I
tempi del Presidentissimo Mantovani
erano lontani e la Sampdoria
era ancora una squadra
provinciale: questa una possibile,
ulteriore ragione per giustificare
l’assenza del Nostro dalla Nazionale
maggiore.
Lascia
la Sampdoria nel
’79
per accasarsi alla
Pistoiese e partecipa così ad
una storica promozione dalla B alla A ,
ottenuta dopo 50 anni. A Pistoia
ha l’opportunità di lavorare
con un altro
“mostro sacro”, Edmondo
Fabbri, il tecnico della Nazionale
sconfitta dalla Corea.
Appese
le scarpette al chiodo, Lippi ritorna a
Genova ed il Presidente Mantovani che lo
tiene in grande considerazione gli dice
testualmente: “ Scelga il ruolo che
vuole, da Magazziniere a Direttore
sportivo “: Lippi risponde
senza esitazioni. “Allenatore”.
Comincia
ad allenare
la squadra Primavera e, nel 1985,
lo troviamo
a Pontedera in C/2; continua ad
orbitare nella sua Toscana,
facendo la gavetta tra C/2 e C/1
a Siena, Pistoia, Carrara.
Nel
1989 arriva la chiamata del
Cesena , allora in Serie A, per
sostituire Albertino Bigon, partito
verso Napoli alla corte di Re Diego.
Conquista la salvezza senza troppi
patemi d’animo, ma nel 1990 –’91,
arriva la prima delusione: viene
esonerato al termine del Girone di
andata, anche se il drastico
provvedimento non serve ad evitare la
retrocessione del simpatico Club
Romagnolo.
Riparte
con la Lucchese dalla B ed il buon nono
posto ottenuto gli vale la chiamata
dell’Atalanta in Seri A.
conseguendo un ottimo ottavo posto e
sfiorando la qualificazione in Coppa
UEFA.
E’
quindi la volta del Napoli (Campionato
1993-’94): in una già difficile
situazione societaria, Lippi riesce a
1997“blindare” la squadra ad
allontanare le ricorrenti interferenze
esterne, conquistando
all’ultimo turno il passaporto
per l’Europa: vittoria sul Foggia
(ultima edizione Zeman)allo Zaccheria
con un gol di Paolo Di Canio.
La
Juventus del trio attualmente
ancora in sella: Bettega, Moggi, Giraudo
lo sceglie come successore di Giovanni
Trapattoni (corsi
e
ricorsi storici).Straordinaria la
stagione d’esordio perché
Lippi per primo intuisce
i possibili effetti della
rivoluzionaria nuova regola dei 3 punti
a vittoria e vara una formazione
d’attacco schierando sempre, o quasi;
il “tridente”: Vialli, Del Piero o
Baggio, Ravanelli.
Lippi
è bravo soprattutto nel rigenerare Gian
Luca Vialli, reduce per vari motivi da
due stagioni deludenti, che diventa il
leader di una squadra che non si arrende
mai. Sfiora l’en pelli conquistando
anche la Coppa Italia, a spese del
Parma, ma viene sconfitto nella finale
di Coppa UEFA
dagli stessi emiliani.
Nel
1996; conquista la Champion League, poi
vince l’Intercontinentale la super
Coppa Europea e si ripete in Campionato
nel
1997 e nel 1998: Le delusioni
arrivano
ancora dalle finali: in Champion
il Borussia ( 1997) ed il Real Madrid
(1998) gli negano la soddisfazione di
una storica accoppiata.
Per
Marcello Lippi; è
tempo di approdare a nuovi lidi e
nel 1999 eccolo a Milano, sponda
nerazzurra; dopo una stagione
di transizione (4° posto) ,
poiché non riesce ad imporre il suo
credo al ribollente ambiente interista
si dimette al termine di
Reggina – Inter , 1a
giornata
del Campionato 2000-2001.
E’,
comunque la Juventus la squadra del suo
destino: lo staff bianconero non l’ha
dimenticato
e per il Campionato 2001-2002;
eccolo di nuovo in panchina al Delle
Alpi. Avventurosamente rivince subito lo
scudetto, superando all’ultimo turno
proprio la sua ex squadra, l’Inter.
Il
resto è storia di oggi: nel 2003 si
riconferma Campione d’Italia (è il
suo 5° titolo) , ma ancora una volta
non si ripete in Champion
League , battuto ai rigori dal
Milan di Carlo Ancelotti, il cui destino
è
legato a doppio filo a quello di
Lippi, visto che il tecnico
emiliano prima lo sostituì alla Juve e
poi ne è stato sostituito.
Adesso
il “nostro “- definito dall’avv.
Agnelli come il più bel prodotto di
Viareggio, dopo Stefania Sandrelli -
approda alla Nazionale con l’obiettivo
dichiarato di vince. re la Coppa del
Mondo 2006.
Che
cosa possiamo
dire a Lippi ? Solo questo:
auguri Marcello!
Emanuele
Orofino
1/9/2004