ESCLUSIVA PIANETAZZURRO
1/3/2005
(dal
mensile n. 4, Salvatore Palermo) - Ecco di
seguito riportata l’intervista realizzata al general
manager del Giugliano nonché esperto conoscitore della
C, avv. Francesco Maglione, per conoscere un suo parere
sulla situazione del Napoli e sul campionato di C2.
Lei che è stato vicinissimo al Napoli (con la cordata
Caretti-Gallo), come valuta fino ad ora l’operato della
nuova società?
“Il giudizio non può che essere positivo in
considerazione dei tanti sacrifici prodotti dalla
società per costruire una squadra vincente già da
subito. Ritengo che Pierpaolo Marino fino a questo
momento non abbia sbagliato quasi nulla. Mi preme però
sottolineare che se avessi avuto l’onore di lavorare per
il Napoli, avrei portato avanti un programma di natura
differente, puntando di più sui giovani, sulla
valorizzazione dei migliori talenti campani, tentando,
soprattutto, di riportare a Napoli i migliori giovani
della regione sparsi per l’Italia. Avrei provato a
costruire una squadra nella quale la città si sarebbe
potuta identificare di più. Mentre con Marino il Napoli
punta a vincere nell’immediato, il mio sarebbe stato un
programma più a lungo termine, cercando di realizzare
quello che in piccolo sto facendo a Giugliano in C2 e
cioè: allestire una squadra di giocatori giovani ma
legati al territorio. Sicuramente un organizzazione del
genere avrebbe avuto un margine di realizzazione
dell’obiettivo inferiore rispetto al Napoli di De
Laurentiis, ed è per questo che il nostro progetto
avrebbe avuto una natura quantomeno biennale. La stessa
scelta dell’allenatore fatta da me di Giovanni Vavassori
era sintomatica del fatto che sarei andato in una
direzione ben precisa ossia puntare su un allenatore
abituato a lavorare con i giovani e quindi in grado di
creare una squadra che potesse rappresentare
progressivamente negli anni l’ossatura su cui impostare
un programma a lunga scadenza. Cosa che ho poi fatto a
Giugliano prendendo Porta, bravo a lavorare con i
giovani, e allestendo una squadra completamente
autoctona, formata, infatti, prevalentemente da
giocatori campani”.
Per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, ritiene
vada migliorato qualcosa?
“Credo che vada dato tempo a questa società prima di
esprimere giudizi poiché non è cosa facile creare una
società efficiente sotto ogni punto di vista in così
poco tempo. La mia personale sensazione è che la vera e
propria costruzione dell’organizzazione societaria
prenderà inizio soltanto dopo il salto di categoria.
Ritengo infatti che la serie B rappresenti la condizione
fondamentale per il decollo dei progetti legati a De
Laurentiis. Quindi in questa stagione priorità assoluta
riveste la vittoria del campionato, poi per il resto
occorre avere pazienza. Se mi è concesso muovere giusto
un piccolo appunto a questa società dico che,
personalmente, avrei lavorato sin da subito per un
immediato potenziamento del settore giovanile”.
Ormai per puntare alla B è inevitabile per il Napoli
passare attraverso i play-off. Secondo lei, chi la
spunterà per il primo posto tra Rimini ed Avellino?
“Sono due grandi squadre e per questo ritengo sarà un
gran bel duello fino all’ultima giornata. L’Avellino sta
dimostrando di essere una squadra dalla mentalità
vincente e questo perchè il suo organico è composto da
elementi che hanno già vinto alcuni campionati di C. Il
Rimini, invece, si ritrova a lottare per la promozione
perchè non è altro che la realizzazione di un progetto
triennale. Mi auguro che alla fine a spuntarla sarà
l'Avellino, cosa questa che potrebbe tornare utile al
Napoli in chiave play-off”.
Quali sono, secondo lei, le squadre più attrezzate per
raggiungere i play-off?
“Credo sia ancora presto per poterlo dire. Per quanto
riguarda le squadre che si riescono ad inserire in zona
play-off sono sempre possibili sorprese dell’ultimora.
Addirittura, sarebbe teoricamente ancora in corsa il
Benevento”.
Passando alla C2, cosa è successo al suo Giugliano che
dopo una striscia importante di risultati positivi sta
avendo un rendimento altalenante? Forse sta pagando un
po’ d’inesperienza?
“Assolutamente si. Essendo, infatti, la nostra una
squadra estremamente giovane, è naturale che ad un certo
punto del campionato può venire a mancare quella
continuità di rendimento e la costanza nei risultati.
Chi non ha mai vinto un campionato è difficile che
acquisisca immediatamente una mentalità vincente. La
mentalità vincente, per l’appunto, è quella che ti
permette di avere nel corso della stagione la gestione
costante di tutte le risorse mentali e nervose per poter
poi reggere un campionato di vertice. Con tanti giovani
in organico, dobbiamo solo dare loro il tempo per
maturare, difatti, stiamo interpretando il nostro
campionato senza alcun obiettivo finale bensì vivendolo
di partita in partita. Ovviamente se dovessimo centrare
qualche risultato importante, saremmo i primi ad esserne
lieti. Da campano, mi auguro che nella contesa per la
vittoria finale del campionato prevalga la Cavese, che è
squadra importante in quanto composta da un ossatura
centrale di 4 o 5 giocatori d’esperienza e soprattutto
vincitori di campionati, più tanti giovani molto
validi”.
Come mai la Juve Stabia, nonostante abbia un collettivo
di assoluto valore, non è riuscita ad imporsi?
“A dire il vero, se ad inizio stagione mi avessero
chiesto un pronostico sul campionato di C2, mi sarei
sbilanciato facendo due nomi: Cavese ed Juve Stabia.
Ero, infatti, convinto che chi tra le due non fosse
arrivata prima sarebbe approdata in C1 attraverso i
play-off. Tutto è ancora possibile, visto che la Juve
Stabia ha tutte le carte in regola per far fuori il
Manfredonia negli spareggi promozione. Credo che a
Castellammare, rispetto a Cava, ci sia stata una
maggiore pressione ambientale sulla squadra che in
qualche momento ha creato dei problemi”.
In conclusione, considerato che lei è un grande
talent-scout, ci segnala qualche giovane di belle
speranze?
“A parte i vari Perna, Pignalosa, Vives e Cejas, tutti
giovanissimi del Giugliano ma già conosciuti, sono da
seguire con particolare attenzione tre giocatori molto
giovani, sempre del Giugliano: Di Roberto (classe '85),
Orefice (classe '86) e D’Avanzo (classe '87), tutti e
tre attaccanti. Inoltre, è giusto segnalare anche Nappi
(classe '86) attaccante della Cavese, Andreulli (classe
'84) centrocampista della Juve Stabia, e Stanzione
(classe '86) della Nocerina. Questi sono tutti giocatori
che hanno bisogno di maturare ancora molto ma che
potrebbero avere un futuro veramente notevole davanti”. |