MA
SIAMO
SERI!
Non
è
la
prima
volta
che
ci
appioppano
questa
bufala,
vale
a
dire
Roberto
Baggio
in
predicato
di
vestire
la
maglia
del
Napoli.
Il
Divin
Codino
ha
firmato
la
sua
duecentesima
marcatura
e,
forse
attendendo
proprio
questo
traguardo,
ha
ribadito
la
sua
intenzione
di
smettere
a
fine
stagione.
Lui
per
primo
è
contento
del
suo
stato
di
forma,
degli
attestati
di
stima
che
gli
piovono
addosso
e
della
sua
qualità
di
giocatore
super
partes,
ossia
giocatore
di
tutti,
non
solo
dei
tifosi
bresciani.
Ma
37
anni
sono
sempre
37
anni,
il
peso
di
numerosi
interventi
chirurgici
si
fa
sempre
più
pressante
e
poi
è
sempre
maggiore
la
voglia
di
dedicarsi
a
quella
sua
famiglia
che
l’ha
visto
sballottato
qua
e
là.
Quella
di
Baggio
in
azzurro,
unita
a
quelle
che
qualche
anno
fa
vedevano
Montella
e
Cassano
sul
Raccordo
Anulare
per
imboccare
la
corsia
con
la
freccia
in
direzione
Napoli,
il
ritorno
di
Maradona,
la
trattativa
della
Roma
per
Klaus
Augenthaler
o
Richard
Vanenburg
sono
tutte
boutade
buttate
lì
magari
per
vendere
più
copie,
per
dare
speranza
e
tifoserie
depresse
o
magari
se
qualche
spiffero
davvero
c’è,
si
tratta
solo
di
una
brezza
destinata
a
rimanere
tale
senza
la
possibilità
di
smuovere
assolutamente
nulla.
C’è
senz’altro
un
feeling
tra
Baggio
e
Napoli;
sull’erba
del
San
Paolo,
Roby
mise
a
segno
su
rigore
il
primo
dei
suoi
duecento
centri,
qualche
anno
dopo
fu
uno
straordinario
slalom
ad
incantare
un
intero
stadio
avversario.
Il
campione
di
Caldogno
non
avrebbe
certo
disdegnato
di
vestire
la
maglia
che
fu
di
Maradona
(il
n.10
sarebbe
stato
d’obbligo)
e
la
gente
avrebbe
avuto
uno
di
quei
punti
di
riferimento
di
cui
ha
tremendamente
bisogno
e
che
da
troppo
tempo
manca.
Ma
da
sola
la
volontà
non
basta.
Con
i
buoni
propositi
non
si
fa
molta
strada
e
la
società
azzurra
naviga
in
acque
che
definire
tempestose
è
quasi
un
eufemismo.
Con
un
monte
ingaggi
spalmato
per
più
anni
e
delle
casse
perennemente
esangui,
il
club
di
Soccavo
potrebbe
permettersi
il
lusso
di
mantenere
un
elemento
di
tale
spessore?
Non
sappiamo
se
questa
è
una
mossa
per
illudere
la
gente
o
c’è
davvero
la
volontà
di
mettere
a
segno
quello
che
sarebbe
il
più
bel
colpo
dai
tempi
d’oro.
Baggio
a
Napoli
si
troverebbe
bene,
sarebbe
trattato
come
un
re
perché
in
lui
verrebbero
riposte
tutte
le
speranze
di
coloro
che
vogliono
il
bene
del
“ciuccio”.
C’è
comunque
un
azzurro
nel
futuro
del
campione,
ma
è
una
tonalità
più
intensa
rispetto
a
quella
che
tinge
le
maglie
del
Napoli.
Pare
che
Trapattoni
intenda
convocarlo
per
la
gara
contro
la
Spagna
e
già
si
sprecano
i
sondaggi
per
indicare
al
fianco
di
chi
dovrebbe
giocare.
Ma
se
l’Italia
può
sognare
Baggio
in
Nazionale,
Napoli
cosa
può
fare?
La
risposta
è
semplice:
può
sognare,
ma
non
deve
svegliarsi.
Un
sogno
così
non
costa
nulla.
Realizzarlo
è
molto
più
impegnativo.
Antonio
Gagliardi
18/3/2004