Per
la prima volta nella storia dei
mondiali di calcio sembra che i
tifosi italiani siano sotto la
spada di Damocle
dell’impossibilità di vederli.
Infatti la Rai di Zaccaria sta
ormai toccando il fondo, dopo aver
rotto il principio
dell’unitarietà dei film nella
TV pubblica, ora considera anche
la possibilità di non acquistare
i diritti dell’evento sportivo
più atteso nel mondo.
In
realtà il problema sorge a monte
nell’organizzazione della Fifa,
Blatter ed i suoi scagnozzi alla
ricerca di guadagni facili, per
far scorrere più denaro possibile
intorno al calcio, hanno deciso di
interrompere il duetto Europa-Sud
America per lo svolgimento dei
mondiali, andandoli ad inserire in
una località che può offrire
poco, nulla sotto la tradizione e
l’organizzazione sportiva, ma
tanto sotto il piano economico.
Ecco dunque i mondiali di Giappone
e Corea, che costringeranno lo
zoccolo duro dei tifosi nostrani a
vedersi le partite tra le 9 e le
15 del mattino, già questo
dovrebbe bastare per una
insurrezione contro i vertici del
calcio.
Inoltre
in un paese industrializzato come
il nostro non sarà possibile che
a maggio le scuole e gli uffici
chiudano per assistere ai magici
incontri quadriennali, ed ecco che
gli ascolti caleranno in
prospettiva, gli sponsor già
latitano insieme alle pubblicità
che corrono da altre parti.
Così
i 250 miliardi richiesti per i
diritti non sono un affare per
nessuno vista la bassissima
odience prevista, ed allora non
resta che basarsi sul diritto
pubblico a godere, per quanto
possibile, di questo spettacolo a
prescindere da ogni componente
commerciale, diritto che sembra
Zaccaria voglia negare a tutti gli
italiani.
Raimondo
Miraglia